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Il carrozzone di Fagaras

Andato in scena al Teatro di Rifredi, Firenze

Finalmente il teatro riapre! Era l’ora! Dopo una stagione intera cancellata i teatri finalmente possono riaprire il sipario. Questo vuoto ha lasciato un anno di silenzio culturale e di laconiche sofferenze per coloro che popolano e vivono nel teatro e di teatro.

La verità è che se quest’anno si è parlato molto di ristorazione, ristoranti e locali, al contempo si è discusso molto poco delle problematiche legate a questo grande buco nero culturale e del fatto che di cultura si vive e si mangia per davvero.

Con un interrogativo ancora presente per l’anno a venire godiamo di quello che ci resta e così anche il Teatro di Rifredi riapre con uno degli ultimi spettacoli che erano previsti in cartellone. Si tratta de Il carrozzone di Fagaras, ultimo lavoro del ben noto attore camaleontico Alessandro Riccio.

Sul palco con lui Maya Quattrini e Olmo de Martino che portano in scena una carovana zigana dalla quale, come se fosse la borsa di Mary Poppins, fanno uscire pozioni e intrugli per soddisfare ogni desiderio irrealizzabile del pubblico. Inganni e baruffe si susseguono e il pubblico viene chiamato a partecipare attivamente a questo gioco. Le luci in sala si accendono e il pubblico, da spettatore, ha la possibilità di mettersi in gioco e diventare lui stesso attore. C’è chi chiede una pozione per portare la pace nel mondo, chi chiede un intruglio per diventare “la più bella”, chi per vedere attraverso i muri. Al centro dell’interpretazione dei tre attori c’è l’improvvisazione e lo scherzo con il pubblico, la risposta alle richieste dello spettatore al quale si chiede di comprare le magiche pozioni racimolate dalle più remote e misteriose terre.

Fagaras, interpretato da Alessandro Riccio, è il proprietario del carrozzone. Confessa di essere un pluri-ottantenne, anche se non ne dimostra affatto; questa energia e questo aspetto ancora giovanile li ha acquisiti grazie a una delle sue pozioni. Con lui i due collaboratori, una misteriosa, e molto imbrogliona, orientale e un giovane che potrebbe essere uscito da un film di Tim Burton sugli hippie.

Lo spettacolo è divertente e gli attori bravi anche se in alcuni momenti il ritmo rallenta e le battute procedono a singhiozzi. Un po’ la stanchezza degli attori dopo un anno di quasi inattività, un po’ il pubblico che non sempre è disposto a mettersi in gioco, quello che ne è uscito è stato un evento gradevole ma dal quale potrebbe nascere in futuro qualcosa di molto più esilarante.

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