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Un’isola in mezzo all’orizzonte

Il 12 e 13 giugno all’Arena estiva di Castello, Firenze

Con Tommaso Capecchi, Emanuele del Sole, Andrea Gunter, Luigi Ippolito, Beatrice Menniti, Andrea Simone, Martina Stefani

Foto di scena Carolina Chianucci, Andrea Firetto

Musiche Daniele Garuglieri

Aiuto regia Sara Cugnetto, Tommaso Poli

Direttore della Fotografia Gabriele Benedetti

Regia Jacopo del Sole

Con il prezioso aiuto della Chiesa Evangelica Riformata Svizzera di Firenze, della dott.ssa Francesca Paoletti e di suor Julia Holloway

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Tra una settimana, il cinema di Castello riaprirà finalmente le porte della sua arena estiva. A inaugurare la stagione non saranno i consueti appuntamenti cinematografici, ma un evento unico nel suo genere. La compagnia Dietro le Quinte Teatro presenterà il suo ultimo progetto artistico: una versione inedita dell’Antologia di Spoon River, l’opera indubbiamente più nota del poeta statunitense Edgar Lee Masters.

Si tratta di una raccolta di poesie che, come lunghi epitaffi, raccontano le vite degli abitanti di un piccolo paese americano – Spoon River, appunto – partendo dalle epigrafi sulle lapidi del cimitero locale. Il testo è stato oggetto di numerose messinscene e rivisitazioni nel corso del tempo, ma quella di Dietro le Quinte Teatro si preannuncia completamente diversa da tutte le precedenti, nella forma, nel contenuto e nell’ambientazione.

Nella forma, perché è un cortometraggio, girato da una compagnia teatrale, preceduto da una parte del copione originario recitata dal vivo. Tutto nasce, infatti, dalla preparazione di uno spettacolo tradizionale, per poi attraversare il tunnel della pandemia e uscirne profondamente cambiato, inaspettatamente arricchito. Le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria sono state insieme un ostacolo e uno stimolo per la compagnia, che ha voluto a tutti i costi resistere e lottare per portare a termine il progetto.

Nel contenuto, Un’isola in mezzo all’orizzonte prende ispirazione dall’Antologia di Spoon River per parlare di temi di attualità e rinverdire lo spirito dissacrante di Edgar Lee Masters, la cui opera fu tradotta in italiano da Fernanda Pivano sotto la guida di Cesare Pavese per Einaudi. Il libro fu però censurato dal regime fascista e la traduttrice venne arrestata. E questo è soltanto uno dei passaggi di questa travagliata storia che vale la pena conoscere e continuare a interrogare ancora oggi.

Infine, nell’ambientazione: il cortometraggio è stato girato nel Cimitero di Porta a Pinti, che per i fiorentini è il Cimitero degli inglesi, un luogo pieno di storia e dal fascino suggestivo: la perfetta cornice per uno spettacolo sospeso tra la vita e la morte, tra la realtà e il ricordo. Uso il termine ‘spettacolo’ perché – come tiene a ribadire il regista Jacopo del Sole – non si tratta di un film di breve durata, ma della registrazione di un’opera recitativa a tutti li effetti, un teatro che sbarca sul grande schermo, mantenendo la voce e la presenza scenica dello spettacolo dal vivo.

Ma un’ambientazione così unica non poteva non influenzare anche il contenuto artistico: il Cimitero degli inglesi è popolato da personaggi molto interessanti, e Dietro le Quinte non ha perso l’occasione di integrare anche le loro incredibili storie con quelle di Spoon River.

Non ci resta che assistere allo spettacolo e scoprire che cosa possono ancora dirci tutti coloro che ormai non possono più parlare.

L’evento si terrà il 12 e il 13 giugno all’Arena estiva di Castello, in via R. Giuliani 374 (in caso di pioggia verrà allestita la sala al chiuso)

Ingresso libero, posti limitati con prenotazione obbligatoria al numero 3281615599 (anche WhatsApp)

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