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ll Primo di Brahms con Beatrice Rana, sul podio Manfred Honeck

L’ultimo appuntamento sinfonico prima dell’estate vede l’affermatissima pianista italiana confrontarsi con uno dei capisaldi del repertorio

Foto di Simon Fowler

Sabato 3 luglio alle ore 19 il Maestro Manfred Honeck dirige l’ultimo appuntamento sinfonico del Teatro alla Scala prima della pausa estiva. Sui leggii il Concerto per pianoforte e orchestra n° 1 di Johannes Brahms con la pianista Beatrice Rana e la Sinfonia n° 8 di Antonín Dvořák.

Il concerto sarà trasmesso in diretta da Rai Radio 3 e dalle emittenti del Circuito Euroradio.

Manfred Honeck, a capo della Pittsburgh Symphony Orchestra dal 2008, è tra gli interpreti più autorevoli della tradizione austrotedesca. Formatosi come violinista ed entrato in questa veste nei Wiener Philharmoniker, Honeck inizia la carriera di direttore come assistente di Claudio Abbado alla Gustav Mahler Jugendorchester per proseguire con incarichi a Oslo, Stoccolma, Stoccarda. Dal 2009 alla guida della Pittsburgh Symphony Orchestra, oggi Honeck è un ospite ricercato dalle grandi orchestre europee, dai Berliner Philharmoniker al Gewandhaus e al Concertgebouw, e americane, dalla New York Philharmonic alla Chicago Symphony. Particolarmente stimato dai musicisti per la sua infallibile competenza e per una sensibilità musicale che, formatasi tra i leggii di un’orchestra unica in una città dalle infinite ricchezze musicali, è cresciuta a contatto delle compagini più formidabili dei due continenti. Nella seconda parte del concerto Honeck dirigerà l’Ottava Sinfonia di Dvořák, un autore molto presente sui leggi della Filarmonica di quest’anno, dopo le esecuzioni della Settima con Lorenzo Viotti e della Nona con Daniel Harding.

Beatrice Rana, non ancora trentenne, è diventata in pochi anni un punto di riferimento per il panorama pianistico italiano, imponendosi tra i fenomeni più interessanti anche a livello internazionale. Nata a Copertino, in provincia di Lecce, ha frequentato il Conservatorio di Monopoli e si è messa in luce come la più giovane vincitrice del Concorso di Montréal prima di piazzarsi seconda (ma aggiudicandosi il premio del pubblico) al Van Cliburn. Sono seguiti i dischi per Warner Classics e via via i debutti nelle grandi sale nel mondo, le copertine dei periodici internazionali, le tournée: nel 2022 sarà in Europa con la London Symphony diretta da Gianandrea Noseda e l’orchestra del Bayerischer Rundfunk diretta da Yannick Nézet-Seguin. – Alla Scala Beatrice Rana arriva nel 2015, in una serata della Stagione della Filarmonica in cui Marc Albrecht la dirige nel Primo concerto di Beethoven, programma ripetuto pochi mesi dopo in un concerto riservato diretto da Fabio Luisi. L’intesa con l’orchestra è immediata, il pubblico è conquistato dalle qualità tecniche quanto dalla simpatia della giovane speranza della musica italiana, seria e lontana da ogni divismo. Sulle sue qualità tecniche fa certo affidamento Carlo Boccadoro nel comporre il suo Concerto per pianoforte, in prima assoluta ancora nella Stagione della Filarmonica nel gennaio 2017 e diretto con complice entusiasmo da Riccardo Chailly. Di nuovo Beethoven, questa volta il Quarto Concerto, la riporta al Piermarini nel gennaio 2020 con Fabio Luisi, poche settimane prima della chiusura dei Teatri. E a luglio dello stesso anno, dopo i mesi del lockdown, è ancora sul palcoscenico del Piermarini per i concerti della ripresa, splendida solista nella trascrizione pianistica de La valse di Ravel ma anche complice di Mischa Maisky e solida accompagnatrice di Simone Piazzola accorso a sostituire all’ultimo momento Luca Salsi. Il concerto del 3 luglio è un passo ulteriore in questo percorso di vicinanza e collaborazione perché si suona un colosso del repertorio, il Primo concerto di Brahms. Eseguito per la prima volta ad Hannover nel 1859 con al pianoforte l’autore appena ventiseienne, il Concerto fu un clamoroso insuccesso per la soverchiante ricchezza del materiale musicale che sgomentò un pubblico che dalla forma del concerto si attendeva brillantezza ed eleganza. Brahms vi aveva riunito, consiglieri Clara Schumann e Joseph Joachim, una serie di idee musicali nate in forma sinfonica e solo in un secondo momento adattate alla scrittura pianistica. Un’opera colossale e anomala di immenso fascino, banco di prova della maturità di ogni pianista. Beatrice Rana l’affronta insieme a Manfred Honeck, che proprio con Brahms – la seconda Sinfonia – ha debuttato sul podio della Filarmonica nel 1996.

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