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Svelati i titoli dei concorsi del Lucca Film Festival e Europa Cinema

Dal 1 al 10 ottobre in programma a Lucca

Lucca Film Festival e Europa Cinema 2021:
i concorsi protagonisti del festival

29 film in programma, tra lungometraggi e cortometraggi, in programma al festival
Il festival annuncia
il premio Marcello Petrozziello
con una giuria composta da giornalisti e esperti del settore comunicazione

Una selezione internazionale di 29 film, tra lungometraggi e cortometraggi tutti in prima nazionale, parteciperanno ai concorsi internazionali al centro del programma del Lucca Film Festival e Europa Cinema, in programma dal 1 al 10 ottobre a Lucca, uno degli eventi di punta del panorama culturale italiano, realizzato grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio. Entrambi i concorsi saranno visibili online: i lungometraggi su MyMovies.it e i cortometraggi su Festival Scope, visibili in tutto il mondo.

 

Anche quest’anno il programma del festival punta diritto al cuore del cinema internazionale con una selezione di film che va dal dramma alla commedia, passando per forme ibride e originali di racconto: un programma che mette in mostra una straordinaria molteplicità di generi, linguaggi e contenuti, con opere che arrivano direttamente dai più interessanti festival internazionali, compresi quelli di maggior prestigio come Cannes, Berlino, Tribeca e Sundance, con autori del cinema indipendente e di ricerca.

 

I concorsi, come di consueto, si dividono in lungometraggi e cortometraggi. Per il “Concorso di Lungometraggi”, opere selezionate da Stefano Giorgi e Martino Martinelli, visibili anche on line sulla piattaforma MyMovies.it, competeranno i seguenti titoli: First Date di Manuel Crosby & Darren Knapp (USA, 2021); I was a simple man di Christopher Makoto Yogi (USA, 2021), entrambi dal Sundance Film Festival 2021. E poi No Trace di Simon Lavoie (Canada, 2021) presentato come apertura allo Slamdance Film Festival2021; Backyard Village di Marteinn Thorsson (Islanda, 2021), Copilot di Anne Zohra Berrached (Germania, Francia 2021) presentato al 71 festival di Berlino; Brighton 4th di Levan Koguashvili (Georgia, Russia, Bulgaria, Monaco, USA, 2021), presentato all’ultima edizione Tribeca Film Festival; Chang’E di Lianlian Shen (Cina, 2021), in prima mondiale; Wood and water di Jonas Bak (Germania, Francia Hong Kong 2021); Magnetic Beats (Les Magnétiques) di Vincent Maël Cardona (Francia, Germania, 2021), già nella Quinzaine Des Réalisateurs  di Cannes 2021. E poi Luzzu di Alex Camilleri (Malta, 2021), nella selezione ufficiale di Sundance 2021; Moneyboys di C.B. YI (Austria, Francia, Taiwan, Belgio, 2021) nel programma Un Certain Regard di Cannes 2021; e infine The Heroics di Maxime Roy (Francia, 2021) proiezione speciale a Cannes.

 

I film del concorso lungometraggi gareggeranno per il premio “Miglior film”, che conferirà un premio di valore di tre mila euro al regista dalla giuria composta da alcuni componenti dell’Academy Award: Marco Cantini Parrini (costumista); Francesca Calvelli (montatrice) e Vittorio Sodano (truccatore)

 

Tra le novità del concorso di cortometraggi, storica competizione da sempre anima del festival, la possibilità di vedere le opere da tutto il mondo sulla piattaforma Festival Scope. I cortometraggi, selezionati dal comitato presieduto da Rachele Pollastrini sono: Alice’s Four Stories di Myriam Jacob-Allard; Parenthesis di Vasilios Papaioannu; Whale Beards/Barbas de Baleia di Mariana Bàrtolo; I don’t feel at home anywhere anymoredi Viv Li; Lydia di Christian Becker; Noon in the Cemetery/ Midi Dans Le Cimitiére di Benjamin Poumey; Cities of Ladies (WE) di Kim Noce; Mes Vacances Normales di Margot Bernard; Otonashi di Martin Gerigk; Io Ho Fissato Il Fuoco Per Sempre/I Stared Fire Forever di Salvatore Insana; Trees Under Water di Julian Simon Pache; Through The Rift di Mickey Peterson; Monachopsis di Liesbet Van Loon; The Lenght of the Day di Laura Conway; J’Existe di Patrícia Sobreiro; Dajila: Cinema and Oblivion di Arturo Dueñas e Smoky Mountain di Albert Oriol. I cortometraggi competono a un premio in denaro di 500 euro consegnato dalla giuria composta da Francesco Lorusso (regista), Gabriele Licchelli (regista), Andrea Settembrini (regista e sceneggiatore).

 

I film di entrambi i concorsi, inoltre, parteciperanno inoltre ai premi “Miglior film” della giuria universitaria” e “Miglior film” della giuria popolare. Tra le novità di quest’anno la giuria stampa, formata da esperti del mondo della stampa e della comunicazione, che avrà il compito di assegnare il premio “Marcello Petrozziello”, dedicato al noto giornalista lucchese e grande comunicatore, coordinatore dell’Ufficio Stampa e relazioni esterne di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca recentemente scomparso. Una figura che ha rappresentato un punto di incontro fra la passione per il cinema, le strategie legate al mondo della comunicazione e l’impegno per valorizzare la cultura italiana e del territorio lucchese anche all’estero. Il premio andrà rispettivamente sia al concorso lungometraggi e cortometraggi.

 

Lucca Film Festival e Europa Cinema

Il Lucca Film Festival e Europa Cinema, presieduto da Nicola Borrelli, negli anni ha omaggiato i grandi nomi del cinema internazionale da Oliver Stone a David Lynch, da Rutger Hauer a George Romero, da Paolo Sorrentino a Willem Dafoe.È uno degli eventi di punta del panorama culturale toscano, realizzato grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio. Banca Generali Private Wealth Management (Paolo Tacchi) e Banca Pictet sono i Main Sponsor della manifestazione e le mostre sono prodotte con il sostegno di Societe Generale. Il festival si avvale inoltre del supporto di Fondazione Banca del Monte di Lucca, Sofidel, Audi Center Terigi, Tenuta del Buonamico, Martinelli Luce, Fabio Perini S.p.A, Wella, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Ministero dell’Istruzione, Ministero dell’Università e della Ricerca, Regione Toscana, Fondazione Sistema Toscana, The Lands of Giacomo Puccini, Comune di Lucca, Comune di Viareggio e della collaborazione e co produzione di Provincia di Lucca, Robert F. Kennedy Human Rights Italia, Teatro del Giglio di Lucca, Fondazione Giacomo Puccini e Puccini Museum – Casa Natale, Fondazione Carlo Ludovico Ragghianti, Università degli Studi di Firenze, Accademia di Belle Arti di Carrara, CNA Cinema e Audiovisivo Toscana, Istituto Luigi Boccherini e Liceo Artistico Musicale e Coreutico Augusto Passaglia. Si ringraziano anche Federazione Italiana Teatro Amatori (FITA), A.C.S.I. Associazione Centri Sportivi Italiani, Lucca Comics & Games, la Direzione Regionale di Trenitalia, Unicoop Firenze, Confcommercio delle Province di Lucca e Massa Carrara, il Corso di Laurea in Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa e Photolux Festival per la collaborazione.

 

Lucca Film Festival e Europa Cinema
segreteria@luccafilmfestival.itwww.luccafilmfestival.it

 

SINOSSI DEI FILM del Concorso Lungometraggi

 

First Date di Manuel Crosby & Darren Knapp (USA, 2021)

Dopo essere stato ingannato nell’acquisto di una losca Chrysler del ’65, il primo appuntamento di Mike, con la ragazza della porta accanto Kelsey, si trasforma presto in una surreale disavventura. Saranno inspiegabilmente presi di mira da una coppia di poliziotti, da una banda criminale e una vendicativa gattara.

 

I was a simple man di Christopher Makoto Yogi (USA, 2021)

I Was A Simple Man è una storia di fantasmi ambientata nella campagna pastorale della costa settentrionale di O’ahu, alle Hawaii. Racconta la storia di un uomo anziano che affronta la fine della sua vita, visitato da memorie, ricordi, demoni del suo passato.

 

No Trace (Nulle Trace) di Simon Lavoie (Canada, 2021)

In un futuro prossimo, una donna guida il suo carretto lungo i binari, mentre un insensibile contrabbandiere indurito dalla vita guida la pia e giovane donna con suo figlio oltre il confine verso la salvezza. I personaggi sono ancora ignari che i loro destini sono inevitabilmente legati in questa terra inospitale.

 

Backyard Village (Þorpið í bakgarðinum) di Marteinn Thorsson (Islanda, 2021)

Incapace di affrontare la madre che l’ha lasciata in giovane età, Brynja si rifugia in una piccola pensione in un villaggio fuori Reykjavik, Backyard Village. Lì fa amicizia con Mark, un turista britannico, alle prese con la sua tragedia personale.

 

Copilot (Die Welt wird eine andere sein) di Anne Zohra Berrached (Germania, Francia 2021)

Quando l’acuta studentessa di scienze Asli incontra il carismatico Saeed a metà degli anni ’90, è amore a prima vista. Si sposano e Asli giura di essere fedele a Saeed e di non tradire mai i suoi segreti: il loro futuro sembra luminoso, ma all’alba del ventunesimo secolo, Saeed prende una decisione che non solo infrangerà i sogni di Asli, ma scuoterà il mondo intero fino al midollo.

 

Brighton 4th di Levan Koguashvili (Georgia, Russia, Bulgaria, Monaco, USA, 2021)

Brighton 4th racconta la storia di Kakhi, un ex lottatore georgiano che viaggia da Tbilisi a Brighton Beach, Brooklyn, per aiutare suo figlio. Soso a trovare una via d’uscita da un debito di gioco.

  

 

Chang’E di Lianlian Shen (Cina, 2021)

Xiaoxiang, una donna di 55 anni che vive con il figlio scapolo ozioso, incontra un uomo che si guadagna da vivere organizzando cerimonie funebri locali. I loro cuori si avvicinano sempre di più, ma nulla può cambiare la sua vita in gabbia.

 

Wood and water di Jonas Bak (Germania, Francia, Hong Kong 2021)

Una madre, da poco in pensione e che vive da sola, si reca in una Hong Kong segnata dalle proteste per rivedere suo figlio dopo molti anni. Sta cercando di lasciarsi alle spalle il vuoto che si è aperto dopo aver smesso di lavorare, così come i suoi ricordi di una vita familiare un tempo perfetta. Un portiere, uno psichiatra, un indovino e attivista sociale: questi incontri e la sua esperienza nella città la aiuteranno ad abbattere le mura interne che ha costruito negli anni e a fare posto a un nuovo capitolo della sua vita.

 

Magnetic Beats (Les Magnétiques) di Vincent Maël Cardona (Francia, Germania, 2021)

Bretagna, anni ’80. Un gruppo di amici desiderosi di eccitazione trasmettono una stazione radio gratuita dalla loro città natale nella campagna. Jerome lo conduce con un carisma unico mentre Philippe, il genio tecnico, vive nell’ombra di Jerome, suo fratello maggiore. Quando è chiamato per il servizio militare, Philippe non ha altra scelta che partire per Berlino Ovest. È determinato a continuare a trasmettere, ma si rende conto che ha appena vissuto gli ultimi momenti gloriosi di un mondo in via di estinzione.

 

Luzzu di Alex Camilleri (Malta, 2021)

Jesmark, un pescatore maltese, lotta con una nuova perdita nella sua barca di legno LUZZU. A malapena riesce a tirare avanti, vede il suo sostentamento – e una tradizione familiare di generazioni prima di lui – minacciati dalla diminuzione dei raccolti, da una spietata industria della pesca e da un ecosistema stagnante. Nel disperato tentativo di provvedere alla moglie e al figlio appena nato, il cui impedimento alla crescita richiede un trattamento, Jesmark scivola gradualmente in un’operazione di pesca illegale al mercato nero.

 

Moneyboys di C.B. YI (Austria, Francia, Taiwan, Belgio, 2021)

Lo scontro tra grandi città e villaggi rurali nella Cina moderna, vista con gli occhi di Fei, un ragazzo che si guadagna da vivere lavorando come imbroglione. Il suo mondo crolla quando si rende conto che la sua famiglia accetta i suoi soldi ma non la sua omosessualità. Dal cuore spezzato, Fei lotta per creare un nuovo inizio nella sua vita.

 

The Heroics (Les Héroïques) di Maxime Roy (Francia, 2021)

Michel, un ex tossicodipendente, è un eterno bambino che sogna solo motociclette ed esce con il figlio maggiore, Leo, e i suoi amici. A 50 anni, deve fare i conti con il figlio che ha appena avuto con la sua ex, e lotta per non ripetere gli stessi errori, mentre cerca di essere un bravo ragazzo.

 

SINOSSI DEI FILM del Concorso Cortometraggi

 

Alice’s Four Stories di Myriam Jacob-Allard (Canada, 2019)

La nonna di Myriam Jacob-Allar ha raccontato molte volte di essere stata trascinata via da un uragano da bambina, come Dorothy di Oz. Ad ogni rivisitazione, la storia cambiava leggermente. Miriam esplora la soggettività della memoria con l’aiuto del doppiaggio sincrono e del doppio schermo.

 

Parenthesis di Vasilios Papaioannu (USA, 2021)

“Parenthesis”, un breve poema impressionistico, libera il pensiero inserito dal suo maestro. L’inizio e la fine speculari del film rendono il materiale inserito, non come una spiegazione o un ripensamento, ma piuttosto come il punto dominante in cui il mondo naturale e quello civilizzato rivendicano il loro spazio separato prima di scontrarsi, mentre il respiro continuo del mare diventa sempre più intenso e urgente. Qualunque cosa possa accadere nel mondo esterno è tenuta a bada dalle parentesi visive.

 

Whale Beards/Barbas de Baleia di Mariana Bàrtolo (Germania, 2021)

Girato su pellicola analogica, questo cortometraggio ripercorre una tradizione antica e quasi perduta. “Whale Beards” parla di miti e ricordi di un piccolo villaggio sulla costa atlantica. Nei vecchi racconti di famiglia un tema si ripete continuamente: il misterioso dono di trovare l’acqua sulla terraferma.

 

I don’t feel at home anywhere anymore di Viv Li (Belgio, 2020)

Un racconto malinconico, ma spiritoso di un viaggio a Pechino di uno studente d’arte che è stato all’estero per dieci anni. Il suo soggiorno con la sua famiglia rivela spietatamente quanto sia diventata sradicata dalla sua vita all’estero.

 

Lydia di Christian Becker (Germania, 2021)

Il corto racconta la storia della vita di Lydia e Wolfgang B. nell’arco di due decenni. Lei, traduttrice di letteratura francese, lui, professore di studi romanzeschi. Tra crisi di vita e “joie de vivre”, pieno di passione e lavoro disciplinato, guidato da convinzioni e dubbi e dalla paura di un secondo tumore fatale, le loro registrazioni cinematografiche e i testi del diario di Wolfgang raccontano frammentariamente la bellezza e le avversità di un matrimonio simbiotico eppure, allo stesso tempo, di una vita intera.

 

Noon in the Cemetery/ Midi Dans Le Cimitiére di Benjamin Poumey (Svizzera, 2019)

Quando arriva l’ora di pranzo, il “Cimitiére des Rois”, nel centro di Ginevra, si riempie di residenti, operai, impiegati, studenti del quartiere. Le persone vengono da sole, in coppia, con amici o colleghi, per fare merenda sull’erba o per fare una pausa su una panchina. I vivi e i morti condividono lo stesso spazio-tempo. Mescolando le riprese contemporanee in Super 8 di persone nel cimitero e archivi sonori di personalità lì sepolte, Midi Dans Le Cimitiére (Noon In The Cemetery) è un cortometraggio saggio, una sorta di documentario sperimentale. Se fosse un dipinto, potrebbe essere una Vanitas, “un’opera d’arte simbolica che mostra la transitorietà della vita, l’inutilità del piacere e la certezza della morte”.

 

Cities of Ladies (WE) di Kim Noce (Regno Unito, 2020)

“City of Ladies” è una trilogia di documentari animati, poetici ed immersivi, creati con pratiche artistiche multidisciplinari con l’intento di promuovere speranza, cambiamento e crescita personale, attraverso l’esplorazione e il riconoscimento di punti di vista personali e ideologie.

 

Mes Vacances Normales di Margot Bernard (Francia, 2020)

Primavera 1996. Roma ha 7 anni e la cosa che ama di più è intagliare il legno con Luis, suo fratello maggiore. La madre, Florence, non sembra interessata all’arrivo della famiglia acquisita, che passerà con loro qualche giorno di vacanza. Uno sguardo più attento rivela che neanche alla piccola Roma interessa. Perché abbiamo la strana impressione che la casa di famiglia sia piena di diffidenza e malessere e che questi siano una parte integrante della normalità delle vacanze?

 

Otonashi di Martin Gerigk (Germania, 2021)

Dipinto nel silenzio, il sogno di un passero invoca armonie senza tempo. Nel cuore della geometria universale, il seme della calma ha preso forma. Otonashi è un viaggio filosofico attraverso le esperienze interiori ed esteriori della vita umana. Una meditazione audiovisiva delle trasmutazioni futuristiche dell’Hannya Shingyo giapponese.

 

Io Ho Fissato Il Fuoco Per Sempre/I Stared Fire Forever di Salvatore Insana (italia, 2021)

«Io ho fissato il fuoco per sempre» è una ricerca sull’atto di guardare ed essere guardati, una storia dello sguardo (non) notato. Lo sguardo del soggetto filmato, quello della camera e quello dello spettatore provocano un’ossessione partecipativa, fatta di occhi in azione.

 

Trees Under Water di Julian Simon Pache (Germania, 2021)

Quando Simon, giovane fotografo, si prepara a realizzare un soggetto che ha in mente da tempo, viene investito dal tour bus di un’esausta band punk. Brevi scene della sua vita gli appaiono davanti agli occhi. Memorie del passato, azioni abituali e piani del presente, racconti e finzioni.

 

Through The Rift di Mickey Peterson (Stati Uniti, 2021)

Il rapporto tra le informazioni che immagazziniamo e il loro immaginario che rielaboriamo e riassembliamo, ci aiuta a concettualizzare eventi impercettibili, quali la lenta catastrofe del cambiamento climatico. In questo video, l’immaginario naturale si sviluppa in un ciclo surreale di distruzione, morte, e rinascita. Tramite la drammatizzazione di questi momenti naturali si fa luce sull’impatto ambientale e, complessivamente, su potere, orrore e bellezza della natura stessa.

 

Monachopsis di Liesbet Van Loon (Belgio, 2021)

Una giovane donna lotta con la sensazione di essere scollegata dalle persone intorno a lei, finché non incontra Sofie, con la quale instaura un legame (fin troppo) forte.

 

The Lenght of the Day di Laura Conway (Stati Uniti, 2020)

Un film-saggio in sottoforma di collage che narra un’emozionante storia di socialismo negli Stati Uniti. La regista realizza una seduta spiritica cinematografica, utilizzando documenti di archivio, per comunicare con i defunti nonni, comunisti, e porgli domande sulla fine del capitalismo. Un resoconto di sogni, difficoltà e perdite dei rivoluzionari negli Stati Uniti.

 

J’Existe di Patrícia Sobreiro (Portogallo, 2021)

Corto-documentario, biografico e intimo, derivato dall’esperienza di diverse visite nella città di Porto e dalle persone, i luoghi e i percorsi rappresentati. Un inno d’amore a una città divenuta un approdo in cui rifugiarsi.

 

Dajila: Cinema and Oblivion di Arturo Dueñas (Spagna, 2020)

La vita va a avanti a Dakhla, uno dei campi profughi sahariani, nel sud dell’Algeria, dimenticato per 45 anni. La celebrazione di un film festival, il Fisahara, rompe la monotonia. Quando l’evento giunge al termine, la vita (e l’oblio) continuano.

 

Smoky Mountain di Albert Oriol (Francia, 2019)

Phom Penh, Cambogia, presente. Sony, un bambino cambogiano di 10 anni, viene cacciato di casa dal padre. Lasciato da solo, viene accolto da un’associazione che gli permette di andare a scuola e conoscere un nuovo modo di vivere. Sony si abitua rapidamente, ma, il giorno della gita scolastica, fa una scoperta inattesa.

 

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