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La resistenza e le negazioni agli ebrei

Di Luigi Crenna

Poesie e ricordi

Luigi Crenna era bambino, frequentava le elementari, quando successero quei fatti storici e i misfatti del nazifascismo, ma ha saputo ricordare benissimo gli orrori dell’epoca e trascriverli – sia in prosa che in poesia – tuttavia senza pubblicarli: dobbiamo quindi ringraziare la figlia e la nipote che sono riuscite nell’intento di far conoscere all’opinione pubblica una altro tassello di verità, che qualche anima nera sconfitta dalla storia vorrebbe occultare. Il libro si apre con Il ricordo del grande castagno, un gigantesco albero dove la gente si nascondeva perché credeva che proteggesse dalle incursioni aeree. C’è poi una poesia dedicata al desiderio di libertà: Nella bufera, una chiara luceappunto la Libertà per ripartire tutti insieme a ricostruire la vita. Dal San Martinotra Valtravaglia e Valcuvia ricorda la battaglia combattuta dai partigiani con tante perdite per il tradimento di un compagno. Così pure a Megolo rifulge il valore dei partigiani con eroica resistenza riconosciuta anche dal nemico straniero. La sensibilità di Crenna non dimentica il sacrificio delle Donne nella ResistenzaAnna, Gianna, Pina, Nuccia, Vitto, Rosa, Jucci – grandi donne, staffette portaordini e viveri su e giù per i monti. 

Enzo Concardi

 L’Autore in questo testo narra le vicende che non abbiamo imparato sui libri di scuola e che, per indolenza, abbiamo rifiutato di ascoltare dalle parole dei nostri cari. La guerra, purtroppo, è di chi la vive. Fin troppo diffusa la verità del ‘silenzio del reduce’. Nessuno vuole ascoltare storie di guerra quando tutto è passato, e così ci si trova incapaci di dare senso alla propria esperienza attraverso racconti condivisi. Crenna, tramite le sue pagine di dolore e patriottismo, sa trasmettere storie e valori. «Tra balze buche e dirupi tra i castagni agguati; / ordini urlati e cenni in angoscioso affanno / improvvisi crepitii. / I nemici costretti in ritirata / giù fino al paese. / ma risalgono» (Megolo). Proprio la battaglia di Megolo, situata tra Anzola d’Ossola e Pieve Vergonte, segnò l’inizio della guerra partigiana in Italia. Tra l’altro l’Autore cita la visita a Cortavolo, passando da Megolo, con il giapponese Okada Zenko, anti – nazista, che dopo aver letto la poesia Donne nella Resistenza di Crenna, volle visitare i luoghi più significativi nei quali si erano svolte le battaglie dei partigiani. I due camminavano in silenzio … «capo chino in mesta preghiera». La lirica citata del Nostro è dedicata alle staffette partigiane, come la signora Maria Carla Jucci. «E sul serpeggiante / malsicuro viottolo / intrico di radici / pietre e rami, / i logori scarponi /nuovamente graffiano / l’ansia / e ferrea volontà arpiona / spesso l’affannoso respiro».  La fatica di questa donna in bicicletta è fermata nei versi, resa eterna come il suo coraggio, come la sua devozione alla causa. D’altronde le donne, accanto agli uomini, pedalando veloci, hanno scritto sui cammini impervi la storia della nostra Italia. 

Maria Rizzi

Il poeta rivive i tristi momenti della vicenda, quando le incursioni aeree piombavano all’improvviso sulla testa dei cittadini e scaricavano bombe all’impazzata: «Le esplosioni provocate dagli incursori e i lampi della controaerea erano uno spettacolo tremendo. Qualcuno pensava veramente che questo castagno potesse essere una protezione, perché nascondeva le persone dalla vista degli aerei…» (Il ricordo del grande castagno). 

Sono immagini, per chi le ha vissute come me, che rinnovano tremori e paure. Si correva tutti quanti nei rifugi intrappolati come talpe in quei buchi, aspettando che il rumore degli aerei fosse passato. Ci si abbracciava tra fratelli, col padre o con la madre, nella speranza di farla franca. Che tempi brutti! Che momenti di tristezze e di paure. E quando gli aerei erano scomparsi nel cielo, noi ragazzi si giocava con gli avanzi della guerra. «…La cometa rischiara enorme pugno / or sopra un monte or sopra l’altro / e un grido, eco chiaro tra i monti, / rimbalza sui dossi e percorre le valli: / “Libertà! Libertà!”» (Nella bufera una chiara luce). La libertà è talmente preziosa che se ne scopre il valore quando non l’abbiamo, e quando l’abbiamo sembra una cosa scontata. 

Nazario Pardini

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