In uno dei monumenti più interessanti a livello storico e architettonico che si possano visitare a Roma, il Pantheon, giovedì 30 dicembre ore 20, nell’ambito della seconda edizione della rassegna Mirabilia of Music – la Musica apre i Musei, progetto culturale voluto dal Direttore dei Musei statali della città di Roma, Mariastella Margozzi, con la cura e realizzazione di Anna Selvi, in collaborazione con la SIAE, ci sarà una serata all’insegna del mistero, a partire dal titolo “Hodighítria. Il mistero della maternità e della sua bellezza“, uno spettacolo di musiche, canti e danze a cura di Daniele Cipriani. Con la consulenza musicale di Gastón Fournier-Facio, si esibiscono ACCADEMIA VOCALE e QUARTETTO D’ARCHI, con i danzatori Simone Repele e Sasha Riva (già Ballet du Grand Théâtre de Genève) e Susanna Elviretti (Compagnia Daniele Cipriani).
Sveliamo intanto il “mistero” del titolo: Hodighítria (o Odegétria), parola greca che forse pochi conoscono, ovvero “colei che mostra la via”, un tipo di icona bizantina in cui la Madonna viene raffigurata con in braccio il Bambino Gesù che, a sua volta tiene, in mano una pergamena che la Vergine indica con la mano destra, come ad indicare la “il buon cammino”. La Hodighítria più antica di Roma si trova al Pantheon: fu donata dall’Imperatore Foca a Papa Bonifacio IV nell’anno 609 in occasione della dedicazione di questo antico tempio pagano al culto cristiano che diventa così la Basilica di S. Maria ad Martyres. È a questa Hodighítria che si ispira l’omonimo spettacolo.
L’idea viene a Daniele Cipriani mentre compie un sopralluogo al Pantheon: vuole infatti proporre una serata di bellezza – quella bellezza che salverà il mondo, come ebbe a scrivere Dostoevskij (di cui, tra l’altro, ricorre il bicentenario della nascita) – a chiusura di un anno difficile per l’intero pianeta. Cipriani rimane letteralmente folgorato dalla Hodighítria di S. Maria ad Martyres. È una folgorazione, simile a quella descritta da tanti illustri scrittori e filosofi al cospetto della Madonna Sistina di Raffaello, oppure, molto semplicemente, a quella provata da persone di ogni origine e fede, da quando esiste l’umanità sulla terra, nel vedere una donna con in braccio un bambino, o immagini di essa. L’umano che c’è in questa visione è quanto di più divino esista in terra.
“È un’immagine che, per sua stessa natura, ha un potere terapeutico sull’anima umana”, suggerisce Cipriani che non ha dubbi dopo la sua personale folgorazione: la serata Hodighítria dovrà celebrare il mistero della maternità e della sua bellezza. Il mistero di tutte le madri e di quella Madre celeste che diede alla luce il Bambino il cui natale festeggiamo in questo periodo.
È quindi con una dedica speciale alla Madonna, a cui nei secoli i Romani si sono sempre rivolti con devozione nei momenti più difficili, che verranno intonati celebri canti e musiche sacre di diversi compositori, insieme a carole e song natalizie tradizionali. Li interpreteranno i musicisti di Quartetto d’Archi (Rosario Genovese e Ylenia Montaruli, violini; Fabio Catania, viola; Andrea Genovese, violoncello) e le voci di Accademia Vocale (Francesca Gavarini, Daniela Petrini, soprani; Annarita Cerrone, mezzosoprano; Anselmo Fabiani, Francesco Toma, tenori; Antonio Pirozzi, basso). I componenti di entrambi gli ensemble provengono dal (o hanno collaborato con esso) prestigioso Coro e Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia.
Musicisti e cantanti sono presenze consuete nei concerti in chiesa; meno usuale invece è la presenza di danzatori. Ci tiene, Daniele Cipriani, a recuperare la valenza religiosa della danza sottolineando che “Fin dall’antichità la danza è stata un rito che serviva a creare un contatto con la divinità. Nell’Antico Testamento Re Davide danza con incontenibile gioia dinnanzi all’Arca e anche diverse tradizioni cristiane prevedevano la danza come accompagnamento delle cerimonie religiose”. Gli omaggi alla Vergine da parte dei danzatori/coreografi Simone Repele e Sasha Riva saranno lavori da loro creati appositamente per Hodighítria su due Ave Maria estremamente diverse – dell’argentino Astor Piazzola e di un compositore cinquecentesco franco-fiammingo Jacques Arcadelt – e sul Concerto grosso fatto per la Notte di Natale di Arcangelo Corelli. La danzatrice Susanna Elviretti interpreterà una nuova creazione di Michele Pogliani sull’Ave Verum di Mozart (insieme a Agnese Trippa (MPTRE Dance Company)) .
Una serata di musiche, canti e danze, in uno dei luoghi più straordinari del mondo, nel periodo più straordinario dell’anno (in cui si intrecciano festività di diverse religioni e che, prima di diventare la festa più sacra della cristianità, era la Festa del Sol Invictus per i romani, costruttori del Pantheon appena sei anni dopo la nascita di Gesù), non poteva, quindi, non avere un tema straordinario, umano e divino al contempo. Hodighítria è concepita come un parto collettivo. È nel periodo invernale dell’anno, in cui il sole esterno è fievole, che il sole interiore – il Bambino, la Luce – può nascere in ognuno di noi. Con l’augurio di Daniele Cipriani “che da questa illuminazione e presa di coscienza di noi stessi, possa nascere anche una fratellanza che ci permetta di andare incontro al futuro con fiducia, comprendendo il legame che unisce tutte le epoche e gli uomini.”