Debutto nazionale
Regia collettiva Bribude Teatro e Athos Mion
Con Marko Bukaqeja, Isabella Rizzitello e Sebastiano Bronzato
Drammaturgia di Mattia Michele De Rinaldis
Con il con il contributo di Federgat Teatri del Sacro – Industria Scenica, spazio Everest Vimodrone (MI)
Celebrare un rito funebre è una consuetudine che da sempre definisce la nostra natura di esseri umani. Seppellire i morti ci ha distinto dagli animali, è stato ciò per cui Antigone ha sacrificato sé stessa, è scritto nero su bianco tra le opere di Misericordia della Bibbia. Il rito funebre creava una comunità senza la comunicazione, mentre oggi siamo in balia della comunicazione senza comunità. La scomparsa del rito comporta una lenta esclusione della morte dal dibattito pubblico e personale dell’individuo. Ogni materiale proposto si presenta come un tentativo di approccio al lutto, nel contesto di un generale impoverimento di senso della nostra ritualità occidentale. Ma oggi che cosa vuol dire onorare i defunti? Nel complesso macchinario sociale, burocratico ed economico moderno, al mercato libero delle onoranze funebri, fatto di campagne marketing e funerali alternativi, si contrappone la sorte riservata agli insepolti: immigrati dall’identità sconosciuta, senzatetto, defunti di cui nessuno può occuparsi. Alla solennità del rito, si contrappongono le dinamiche della società capitalistica e le leggi del consumismo. Materiali per la morte della zia vuole essere un confronto con tali contrapposizioni indagando e anche dissacrando il nostro rapporto con la morte all’interno della crisi di valori contemporanea. Il lavoro parte da una drammaturgia divisa in nove quadri privi di una trama e di una forma comune, legati tra loro da un unico elemento: una zia venuta a mancare. Ogni quadro è un materiale che apre molteplici scenari sul nostro rapporto con la morte, attraverso personaggi e situazioni via via sempre differenti: preti alle prese con un funerale generico, agenti di pompe funebri in concorrenza tra di loro, attori intenti a trasformare il teatro in un rituale sacro… Anche la zia defunta cambia forma di quadro in quadro, diventando ora un’immigrata in attesa di sepoltura, ora una salma su cui vendere e lucrare, ora una defunta emarginata in preda ai processi burocratici… Quadro dopo quadro, il mosaico che si compone porta ad un’unica domanda: di fronte ad un lutto, davanti alla morte, che cosa è davvero necessario?
NOTE DI REGIA:
Sulla scena, tre attori sviluppano l’azione di quadro in quadro attraverso variazioni di forma, stile e linguaggio. Si procede da monologhi a dialoghi, si attraversano scene drammatiche e passaggi meta-teatrali, si spazia tra linguaggi comici e ritmati, e tempi più sospesi e riflessivi. La nostra intenzione è di ricercare la forma scenica più adatta al tipo di ritualità e di circostanza che stanno al centro di ciascun quadro, indagandone i meccanismi in maniera sempre differente e con una molteplicità di punti di vista. Il filo conduttore di ogni quadro è una bara di cartone, uno dei simboli moderni della morte spogliato però della sua materia, alla ricerca di un’essenzialità. Anche il rapporto tra gli attori e la bara è mutevole e si adatta alla circostanza dettata da ciascun quadro, proprio come la zia defunta cambia di volta in volta la sua identità. Nel corso dello spettacolo la bara diventa un prodotto da vendere, il simbolo per lanciare una provocazione, un oggetto da consacrare, da dissacrare, da onorare, da gettare, il tutto contenuto in un gioco scenico da cui si dipana la nostra ricerca del rito, del sacro, di un’essenzialità che ci possa allacciare con l’autenticità della vita e della morte.
Non siamo mossi dallo struggente desiderio di ritornare al rito né tanto meno dalla nostalgia di qualcosa che non abbiamo conosciuto o non ricordiamo. Ci domandiamo se può il teatro oggi farsi comunità e riuscire a cicatrizzare la mancanza di sacralità del lutto. No, la rappresentazione non può farlo, perciò meglio lasciare il sipario chiuso perché non siamo più in grado di mettere in scena la morte. Insomma se non possiamo parlare della morte della zia possiamo almeno ricordarci di come faceva le cotolette.
LA CASA DELLO SPETTATORE
La rassegna “I Teatri del Sacro 2021” collabora con La Casa dello Spettatore, associazione che cura da anni la formazione del pubblico attraverso dei percorsi di visione creati intorno ai temi degli spettacoli.
In occasione della settima edizione de “I Teatri Del Sacro”, chi vorrà, potrà gratuitamente seguire i laboratori dedicati allo spettatore iscrivendosi alla mail info@casadellospettatore.it.
Gli incontri di approfondimento si terranno ogni sera di spettacolo, alle ore 19.00, al Teatro Oscar.
Ai partecipanti verrà riconosciuto l’accredito per l’acquisto del biglietto speciale a 10 €.
INFORMAZIONI :
deSidera Teatro Oscar
Via Lattanzio 58/A, Milano
info@oscar-desidera.it – 334 8541004
BIGLIETTERIA :
biglietteria@oscar-desidera.it
Biglietti 18/15/10 euro
Abbonamento stagione 150 euro
Abbonamento prima parte 60 euro
BIGLIETTERIA ONLINE: Vivaticket.it
BIGLIETTERIA DEL TEATRO: apre da 1 ora prima l’inizio dello spettacolo