Dopo Caravaggio, Michelangelo, Leonardo e Raffaello, Vittorio Sgarbi racconta Dante, Giotto e l’amore, offrendo una nuova esaltante lectio magistralis in scena al Teatro Olimpico di Roma dall’8 al 12 dicembre.
Dopo il felice esordio al Festival La Versiliana nell’estate 2015 di Caravaggio, i fortunati Michelangelo (2017/18), Leonardo (2018/19) e Raffaello (2019/20), nel quinto spettacolo della serie, stavolta Vittorio Sgarbi presenta il suo nuovo testo teatrale, che nasce da un’idea di Sabrina Colle, e che unisce due grandi personaggi, Dante Alighieri (Firenze 1265 / Ravenna 1321) e Giotto di Bondone (Colle di Vespignano 1267 / Firenze 1337).
Stavolta l’abilità oratoria del critico d’arte si concentra sul fil rouge tra l’opera letteraria del sommo poeta e le pagine visive del grande pittore: Sgarbi leggerà le pagine della Commedia e illustrerà le immagini di Giotto sottolineando i collegamenti e i numerosi rimandi fra due artisti unici che hanno rivoluzionato l’arte, condividendo non solo lo stesso valore, in campo letterario e pittorico, ma anche la stessa idea sull’uomo nel Trecento in grado di creare nuovi modelli stilistici influenzando profondamente i canoni filosofici, sociali e spirituali dei secoli successivi.
Sgarbi parla di “ossequio tardivo ai 700 anni dalla morte di Dante, caratterizzato però in modo unico grazie a Giotto” ricordando che il 25 marzo 2021 è stato celebrato nel mondo il VII centenario dalla morte del sommo poeta.
“Dante e Giotto sono due punti di inizio: il primo scrittore italiano e il primo pittore moderno – prosegue Sgarbi – entrambi iniziatori di una grande storia che arriva fino a noi. Sono tempi che non finiscono. La Divina Commedia è la proiezione di un mondo che Dante ha vissuto ma che ha degli equivalenti nel nostro tempo“.
In Dante, Giotto e l’amore, Sgarbi legge e spiega alcuni canti della Divina Commedia, attraverso un excursus tra alcuni celebri personaggi come Paolo e Francesca, Piccarda o San Francesco, racconta l’opera giottesca della basilica superiore di Assisi, mostra gli affreschi della Cappella degli Scrovegni di Padova.
”Dante è un grande inventore di personaggi, di storie e in più in lingua italiana. Il grande racconto di Dante è un racconto che indica una nazione: dove c’è una lingua c’è una nazione e noi con Dante abbiamo un’Italia ben prima che la uniscano Cavour, Garibaldi e Vittorio Emanuele II – prosegue il critico – Ma questo vale anche per la pittura, che inizia con Giotto che invece di dipingere delle immagini ripetitive legate al mondo bizantino descrive l’italiano, dei personaggi, delle tensioni. Fa quindi con la pittura quello che ha fatto Dante con la parola“.
Anche il nuovo spettacolo di Sgarbi sarà all’insegna dell’imprevedibilità ampliando spesso la scaletta e offrendo al pubblico diverso, sera dopo sera, la possibilità di lasciarsi coinvolgere in u racconto sempre diverso.
Resta invece imitata la scelta di Sgarbi di contaminare nell’allestimento scenico curato da Domenico Giovannini la narrazione critica con i video di Elide Blind e Simone Tacconelli alternando alle parole il contrappunto delle musiche composte ed dal vivo di Valentino Corvino (al violino, viola, oud, elettronica).
In scena al Teatro Olimpico di Roma dall’8 al 12 dicembre, biglietti da 39€ a 23€, Prevendite on line e in botteghino, info e dettagli tel. 349 2378200 – biglietti@teatroolimpico.it – www.teatroolimpico.it
Fabiana Raponi