Nella stagione concertistica che quest’anno celebra i 50 anni del Musicus Concentus si aggiungono anche loro: Julia Kent e Marta Del Grandi.
La prima, sul palco della Sala Vanni venerdì 25 febbraio, è una musicista che compone facendo uso di loop, suoni ambientali, tessiture elettroniche, ma soprattutto affidandosi al suo violoncello.
Nata a Vancouver ma basata a New York, dopo esperienze importanti e formative in band come Rasputina e Antony and the Johnsons, negli ultimi anni ha intensificato l’attività solista arrivando a realizzare ben quattro album ed un EP.
A gennaio 2019 è uscito “Temporal”, quinto disco solista e secondo sull’etichetta inglese Leaf (dopo il teso e dissonante “Asperities”).
La musica di Julia Kent è stata utilizzata nelle colonne sonore di diversi film (un suo brano figura in “This must be the place” di Paolo Sorrentino) e come accompagnamento di performance teatrali e di danza (Ballet Manheim e Balletto Civile); ha suonato in Europa e Nord America, esibendosi durante festival come il Primavera Sound a Barcellona, il Donau Festival in Austria e l’Unsound Festival a New York.
Degna di nota è senza dubbio “The End of the World”, opera multimediale firmata dal pianista ucraino Lubomyr Melnyk (già ospite della Sala Vanni nel 2016), dalla stessa Julia Kent e dal collettivo torinese Spime.Im: uno spettacolo immersivo, realizzato nell’ambito del Festival Tones on the Stones, per sensibilizzare il pubblico sull’emergenza ambientale.
Del 2021 la colonna sonora composta per “Stories From The Sea”, docu-film di Jola Wieczorek presentato alla Viennale (Vienna) che narra una storia legata al nostro Mediterraneo e che, qualche settimana fa, le ha valso il premio come “Miglior musica in un film documentario” al Filmfestival Max Ophüls Preis di Saarbrücken (Germania).
Marta Del Grandi, in Sala Vanni venerdì 25 marzo, è invece una cantautrice eclettica, che riesce a far sue influenze lontane e vicine, per poi creare uno stile unico che attinge anche dalla precedente esperienza come cantante jazz. Lo scorso 5 novembre è uscito il suo album di debutto “Until We Fossilize” per l’etichetta Fire Records.
In un passato non troppo lontano ha studiato Voce Jazz al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, cimentandosi con svariati gruppi e collaborazioni.
Ha poi visitato la Cina ed il Nepal, dove ha insegnato al Kathmandu Jazz Conservatory, prima di tornare in Italia dove ha finalmente fatto sue tutte le influenze e le ispirazioni che aveva assorbito.
Rientrata in Italia, Marta percepisce la musica con piglio nuovo; attraverso la lente dei suoi viaggi e di ciò che di nuovo aveva visto, crea così un disco che racconta storie di fossili marini sulle cima dell’Himalaya, miti intorno ai pietre preziose e specie in via d’estinzione.
Il suo stile vocale è maturato, è divenuto più folk, più etereo; una presenza camaleontica che fa da contraltare alla sua musica. Una delle sfide più grandi è stata auto-prodursi l’album, grazie soprattutto agli incoraggiamenti del musicista Shahzad Ismaily (Laurie Anderson and Lou Reed, John Zorn, Bonnie Prince Billy) che ha registrato batteria e synth, oltre che missato l’album a Brooklyn.
“Until We Fossilize” districa il tempo e lo spazio, pieno di pensieri ed emozioni, storie, rumori e opinioni, è una gemma auto-prodotta tra voci eclettiche ed elettronica; colonna sonora di un viaggio che lascia senza fiato dall’Europa fino al lontano Est, andata e ritorno.
Le attività dell’Associazione Musicus Concentus beneficiano del contributo di Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune di Firenze, Città Metropolitana di Firenze e sono sostenute da Fondazione CR Firenze con il contributo di Intesa Sanpaolo. Sponsor: Cdr Srl.
Inizio concerti ore 21:15
Sala Vanni (Firenze) – Piazza del Carmine 14
ingresso 13 € + d.p – maggiori informazioni www.musicusconcentus.com
Alla cassa: intero 20€ (se disponibili), ridotti 16€ per ragazzi under 25 (se disponibili)