«Quella creatura delicata è come se avesse concentrato ogni sua forza nel canto, come se tutto ciò che non serve al suo canto fosse privato di ogni energia, quasi di ogni possibilità di vita, come se lei fosse spogliata, esposta, affidata solo alla protezione di spiriti buoni, come se un alito di vento freddo potesse ucciderla passandole accanto mentre lei, sottratta a se stessa, dimora nel canto.» F. Kafka
Arriva in prima nazionale al Teatro India dal 16 al 20 febbraio Josefine, rilettura di Bartolini/Baronio del racconto di Franz Kafka Josefine, la cantante o il popolo dei topi in cui lo scrittore evoca un tempo di estasi e grazia, nel quale il popolo dimentica sé stesso e si raccoglie attorno all’artista, alla gioia infantile del gioco.
Una produzione 369gradi e Bartolini/Baronio in collaborazione con Teatri di Vetro e Teatro del Lido di Ostia e con il sostegno del Teatro di Roma – Teatro Nazionale.
Poco prima di morire Franz Kafka scrive il racconto Josefine, la cantante o il popolo dei topi in cui una topolina, Josefine, cantando scatena un’emozione tanto forte da fermare la corsa senza sosta dei topi. Il canto di Josefine, atto taumaturgico, evoca un popolo che, in un tempo di estasi e grazia, dimentica sé stesso e si raccoglie attorno all’artista, alla gioia infantile del gioco.
Nello spazio scenico il suo canto attraversa dimensioni temporali storiche e biografiche e diventa parte di noi, risuona e rigenera. Il corpo è in ascolto della sua frequenza e diventa archivio di immagini collettive in cui la figura di Josefine sembra moltiplicarsi in storie di corpi martirizzati dagli effetti della crisi etica, esistenziale, economica, sociale del presente. Proprio in quelle voci ritroviamo le sensibilità di gesti che sembravano impossibili, ma che hanno spostato la percezione collettiva e hanno fatto compiere un salto atletico alla storia. Allora la nostra Josefine prende quei gesti e li fa diventare segno, ripercorre le nostre biografie e di quelli che abbiamo incontrato, crea un controcanto della storia umana con quel fischio flebile in cui «c’è qualcosa della nostra felicità perduta», scrive Kafka, qualcosa che «libera anche noi», anche se per breve tempo, «dalle catene della vita quotidiana». Sulla scena resta il corpo dell’attore a contenere tutte queste voci, il corpo che non può fare a meno di cantare.
Bartolini/Baronio è una formazione artistica romana nata nel 2009 dal sodalizio artistico tra Tamara Bartolini e Michele Baronio che lavorano alla scrittura, regia e pedagogia dei loro progetti. Il loro è un teatro “manifesto di prossimità” che vuole creare esercizi di vicinanza tra chi lo fa e chi lo riceve. Si formano entrambi tra il centro internazionale La Cometa, laboratori, master class, e spettacoli con diverse compagnie della scena teatrale. Decennale l’esperienza come attori all’interno della compagnia Triangolo scaleno teatro con cui partecipano anche alla creazione del festival Teatri di Vetro. Dal 2014 sono accompagnati dalla 369gradi. Dopo il progetto La Caduta che da inizio al sodalizio artistico, lo spettacolo Carmen che non vede l’ora (inizio di un percorso incentrato sulle biografie), e la performance site specific TU_TWO due alla fine del mondo, nel 2015 vincono il premio Dominio Pubblico Officine con lo spettacolo PASSI_una confessione.
Dove tutto è stato preso vince il bando CURA 2017 (Residenza IDRA e Armunia) e la sezione Visionari 2018 di Kilowatt Festival. Nel 2018 sono tra i vincitori del bando Fabulamundi con il progetto Tutt’Intera che debutta a Primavera dei Teatri, nello stesso anno lavorano ad una performance dedicata all’infanzia Il Giardino del tempo che passa da un libro illustrato di Gilles Clément. Tra il 2012 e il 2019 realizzano il progetto RedReading, incontro tra teatro e letteratura, di cui realizzano tre stagioni teatrali in teatri e spazi non convenzionali. Parallelamente portano avanti il lavoro di pedagogia teatrale: con i laboratori annuali a Carrozzerie n.o.t. e con gli adolescenti al Teatro del Lido; in progetti di alta formazione tra cui PercorsiRialto, ScuolaRoma, Attore creatore di Residenza Idra; negli ultimi anni con l’Accademia Stap Brancaccio di Roma con cui lavorano alle regie di Furore (2020), Antigone (2021) e Le città invisibili (2021-2022); e in progetti di tutoraggio con Atcl Lazio e con Romaeuropa Festival per Powered by Ref. Nel 2019 presentano due progetti costruiti con gli abitanti dei diversi territori attraversati dal duo: il format 9 Lune al Kilowatt Festival, e il progetto Esercizi sull’Abitare al Romaeuropa Festival. Gli Esercizi sull’abitare si articolano in tre tappe: la prima 16,9 Km Home Concert (2019), la seconda 333km_Esercizi sull’Abitare #2 (2020) che si realizza dopo una serie di residenze in alcuni piccoli comuni del Lazio in collaborazione con ATCL Lazio. Nel 2021 la compagnia vince il bando del Ministero Boarding Pass e può realizzare la terza tappa degli Esercizi sull’abitare, 6.900 KM, che li porterà nel 2022 a New York. Nel 2020 il Teatro di Roma dedica una personale alla compagnia con le produzioni Tutt’Intera e Dove tutto è stato preso e un ciclo di RedReading al Teatro India. Tra il 2020 e il 2021 collaborano con PAV al progetto Eureka con alcune video performance tra cui Caleidoscopio.
Partecipano ad AllezEnfants – festival dedicato agli adolescenti – e per l’edizione 4 e 1/2 del 2021 realizzano un cortometraggio “Cuore a cuore, pelle a pelle”, in collaborazione con OFF (ostia film factory) e il Liceo Anco Marzio di Ostia. Portano avanti il dialogo tra i linguaggi conducendo il campus Titoli di coda all’interno del MusaMadre Festival. Sempre nel 2021 la compagnia porta avanti il progetto RedReading con Piatti Forti che debutta al Festival Play with Food di Torino, e lo spettacolo Josefine dal racconto di Franz Kafka “Josefine, o il popolo dei topi” con residenze al Teatro India, al Teatro del Lido, al Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro), e fino all’anteprima al festival Teatri di Vetro.
Il duo porta sulla scena un reticolato di linee narrative molteplici e sovrapposte, intrecciate dalle proprie storie individuali e da quelle segnate e percorse dalle biografie collettive. La pratica di attraversamento e raccolta di storie di vita, racconti, voci e memorie, si restituisce in esperienza e rappresentazione nell’innesto di un unico corredo biografico e scenico, in uno spazio sempre da fare e da rifare, che accoglie lo spettatore in stanze/scena fatte di oggetti semplici, artigianali e manipolati, in cui la narrazione epica si articola in dispositivi scenici differenti, in congegni drammaturgici e sonori sospesi tra dialogo teatrale, indagine letteraria e atto civile. Nelle loro creazioni artistiche emerge, infatti, la ricerca di una esposizione personale che incrocia la poetica sonora in un dialogo-concerto tra parola e musica, artisti e territori, ritratto della fragilità e della solitudine del mondo contemporaneo, ma anche della sua potenzialità di sovversione.
Bartolini/Baronio
JOSEFINE
un progetto di e con Michele Baronio e Tamara Bartolini
drammaturgia Tamara Bartolini
luce Gianni Staropoli
suono Michele Boreggi
tecnica e regia video Marco D’Amelio
costumi e collaborazione alla scena Marta Montevecchi
collaborazione al progetto Raffaele Fiorella, Margherita Masè, Francesco Raparelli
regia Bartolini/Baronio
direzione di produzione Alessia Esposito
organizzazione Elisa Pescitelli
produzione 369gradi e Bartolini/Baronio
in collaborazione con
Teatri di Vetro, Teatro del Lido di Ostia
con il sostegno di Teatro di Roma – Teatro Nazionale,
Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro) | Fondazione Romaeuropa Arte e Cultura | Carrozzerie n.o.t | Residenza artistica nazionale Centro Jobel
grazie a tutte le voci che abbiamo incontrato e registrato durante la ricerca
Bartolini/Baronio
JOSEFINE
un progetto di e con Michele Baronio e Tamara Bartolini
produzione 369gradi e Bartolini/Baronio
in collaborazione con Teatri di Vetro, Teatro del Lido di Ostia
ore 20, domenica ore 18
Il pubblico potrà accedere dall’ingresso di Lungotevere Gassman 1. All’ingresso sarà richiesto di esibire il Green Pass rafforzato
e di indossare la mascherina per tutta la durata dello spettacolo