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C’è attesa a Soverato e Badolato per il “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello

Articolo di Vito Fabio

Una riscrittura per realtà virtuale di adattamento e regia di Elio Germano

Tutto pronto il 26, 27, 28 e 29 al Teatro del Grillo di Soverato con due spettacoli al giorno rispettivamente alle 17 ed alle 20,45 ed alla Residenza MigraMenti a Badolato – per conto del teatro del Carro – Pino Michienzi – il successivo 30 marzo rispettivamente alle 18,30 ed alle 21 il “Così è (o mi pare)” ovvero la riscrittura per realtà virtuale di Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello, adattato e diretto da Elio Germano, anche interprete di Lamberto Laudisi. È un progetto presentato da fondazione Teatro della Toscana, Infinito produzioni teatrali, Gold productions e Argot produzioni.

Per il Teatro della Toscana le nuove tecnologie si configurano come campi di ricerca per affrontare i classici da un punto di vista differente. La grande opportunità è quella di creare progetti specifici fruibili in maniera non sostitutiva al teatro. Ovvero, creazioni che nascono dal teatro e che al teatro ritornano. La sfida è sui contenuti e sui modi per realizzarli, come avviene in Così è (o mi pare).

Le riprese si sono svolte presso la Tenuta Bossi dei Marchesi Gondi e il Teatro della Pergola di Firenze, che con il suo direttore artistico Stefano Accorsi ha fortemente voluto questo progetto, che segna proprio l’inizio di un cammino ideativo comune con Elio Germano.

In un salotto dell’alta borghesia si sviluppa Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello che mette in discussione l’idea di “verità assoluta”: un intero paesino viene turbato dall’arrivo del signor Ponza e della signora Frola, un genero e sua suocera che sembrano raccontare versioni diverse di una stessa storia con “protagonista” la moglie e figlia, la signora Ponza. I cittadini non sanno più a chi e a che cosa credere, ma non possono smettere di indagare alla ricerca di una verità che, forse, non esiste.

Così è (o mi pare) cala il testo pirandelliano nella società moderna, dove “spiare” l’altro risulta ancora più semplice grazie all’uso dei nuovi media. Lo spettacolo è stato infatti pensato per essere realizzato in realtà virtuale, un nuovo strumento tecnologico, tra cinema e teatro, in grado di porre lo spettatore al centro della scena. Tramite cuffie e visori il pubblico si trova a essere non più a teatro, ma all’interno del lussuoso appartamento dove si svolge la storia, più precisamente all’interno del corpo di uno dei personaggi, che vede e ascolta tutto: il Commendator Laudisi, anziano padre di Lamberto, su una sedia a rotelle, invenzione non presente nel copione originale. Si apre così la possibilità di un’esperienza unica nel suo genere, utile alla finalità del racconto e alla riflessione sul tema pirandelliano di cosa sia reale e cosa sia vero.

La prospettiva è duplice: individuale e collettiva. Attraverso la visione simultanea, lo spettatore si trova immerso nella stessa vicenda a cui assistono gli altri, ma può scegliere lui dove e cosa guardare. Contemporaneamente, nello stesso spazio, altre persone fanno la sua medesima esperienza tanto che al termine è possibile confrontarsi rispetto a quanto visto e sperimentato. Esattamente come a margine di uno spettacolo teatrale o di un film.

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