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Il Premio Fiesole ai Maestri del Cinema 2022 a Asghar Farhādi

La cerimonia di premiazione si terrà sabato 16 luglio al Teatro Romano di Fiesole

Il Premio Fiesole ai Maestri del Cinema 2022 a Asghar Farhādi

All’autore iraniano sarà dedicata la prima monografia italiana, curata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – Gruppo Toscano

Fiesole (Firenze), 18 giugno – Andrà al regista iraniano Asghar Farhādi il Premio Fiesole ai Maestri del Cinema edizione 2022, prestigioso riconoscimento conferito dal Comune di Fiesole in collaborazione con il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani Gruppo Toscano e la Fondazione Sistema Toscana, con la direzione artistica di Massimo Tria.

Il regista diventerà “Maestro del Cinema” come prima di lui anche Mario Martone, Paolo Sorrentino, Robert Guédiguian, Vittorio Storaro, Stefania Sandrelli, Dario Argento, Giuseppe Tornatore, Terry Gilliam, Toni Servillo e Nanni Moretti. E tra i grandi del passato Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Orson Welles, Stanley Kubrick, Ingmar Bergman, Wim Wenders, Theo Angelopoulos, Marco Bellocchio, Ken Loach.

La serata di premiazione di sabato 16 luglio si svolgerà al Teatro Romano di Fiesole (Via Portigiani, 1) con ingresso gratuito. Si aprirà alle 20.45 con un incontro con il regista e la presentazione del volume monografico, il primo dedicato a lui in Italia, a cura di Simone Emiliani con i contributi dei soci del Sncci, per le Edizioni ETS di Pisa. La cerimonia di premiazione si terrà alle 22 e a seguire sarà proiettato il film Premio Oscar “Una separazione”.

L’evento sarà accompagnato da una retrospettiva dei film del regista premiato, a luglio al Piazzale degli Uffizi nell’ambito della rassegna “Apriti cinema” (sabato 2: Il passato; sabato 9: Il cliente) e ad agosto al Teatro di Fiesole, per “Stensen d’Estate” (domenica 7: Un eroe; domenica 14: Tutti lo sanno).

Il Premio Fiesole è realizzato con il patrocinio della Regione Toscana ed è reso possibile grazie al contributo della Fondazione CR Firenze e al sostegno di Villa San Michele, A Belmond Hotel, Florence. Inoltre, quest’anno il Premio Fiesole ha avuto il piacere di collaborare con il festival “Middle East Now”, cui siamo grati per il preziosissimo aiuto fornito, con il Premio “Sergio Amidei”, insieme al quale ha organizzato la venuta in Italia di Farhādi (che sarà poi anche a Gorizia il 19 luglio per ricevere un Premio Speciale), e inoltre con la rivista di critica cinematografica “Sentieri Selvaggi”, media partner per questa edizione.

Apprezzato all’estero già con “About Elly” (2009) con cui si aggiudica l’Orso d’Argento a Berlino, il regista iraniano raggiunge il successo internazionale con “Una separazione” nel 2011 con cui si aggiudica l’Oscar al miglior film straniero, premio che riceve anche con “Il cliente” nel 2017. Nella sua filmografia figurano fra gli altri “Il passato” (2013) con Bérénice Bejo (premiata a Cannes per la migliore interpretazione femminile), “Tutti lo sanno” (2018) con Penélope Cruz e Javier Bardem, e “Un eroe” (2021), con cui si è aggiudicato il Grand Prix Speciale della Giuria a Cannes nel 2021.

“Sono felice di presentare l’edizione 2022 del Premio Fiesole ai Maestri del Cinema, che rappresenta una pietra miliare nella storia di questa nostra manifestazione. Infatti, con l’eccezione di Akira Kurosawa (1986), i Maestri che hanno calcato il palco del Teatro Romano di Fiesole fino ad ora sono tutti europei o statunitensi. Quest’anno il Premio ha voluto allargare il suo sguardo, aprendosi al Medio Oriente e di questo non possiamo che essere orgogliosi” – ha detto Anna Ravoni, sindaco di Fiesole.

 Anche il Gruppo Toscano del Sncci è orgoglioso di poter ospitare a Fiesole un grande maestro del cinema internazionale, vincitore di ben due Premi Oscar, in più per la prima volta nella sua storia il Premio viene assegnato a un regista che proviene dal Medio Oriente. Farhādi è un autore che ha saputo raccontare la società iraniana con uno sguardo universale: i suoi film, le sue storie e i suoi personaggi, testimoni delle trasformazioni che vive il suo Paese, non hanno infatti mai smesso di stupire e di far riflettere anche noi spettatori occidentali. È per questo motivo che ripercorrere oggi il suo cinema significa avventurarsi in un mondo che è al contempo estraneo e familiare, e per questo ancor più stimolante” – ha detto Marco Luceri, coordinatore del Sncci Gruppo Toscano.

Il Maestro Asghar Farhādi coniuga al meglio l’universalità dei temi umanistici con le peculiarità del suo grande paese, che egli ci restituisce sugli schermi superando cliché e rappresentazioni superficialmente esotiche. La sua Tehran è animata da enigmi, contrasti morali, lotte familiari, dubbi di coscienza che ricordano sia il neorealismo italiano che i thriller morali. I perni strutturali dell’elemento da scoprire, dell’enigma e dell’ellissi narrativa sono inseriti in indagini morali in cui non è possibile distinguere nettamente chi mente da chi dice la verità, chi è vittima innocente di macchinazioni sociali da chi ne è complice suo malgrado. La sua profonda conoscenza delle dinamiche del conflitto familiare e degli interrogativi morali ad esso legati gli hanno dunque permesso di girare anche film europei con star internazionali, a ulteriore conferma di un talento che non conosce confini, che rimane modernissimo ma dialoga senza timore con i grandi Maestri del passato: non a caso Ladri di biciclette di De Sica e Rashomon di Kurosawa sono fra i film che ha dichiarato essere suoi punti di riferimento. Nel suo grande cinema non si può rimanere indifferenti, ma non esiste una sola “Verità” per cui parteggiare, bensì piuttosto una enigmatica “assenza” da ricostruire insieme – ha spiegato Massimo Tria, direttore artistico del premio.

Breve Biografia

Asghar Farhādi nasce a Khomeyni Šahr nel 1972. La sua infanzia è segnata dalla guerra d’invasione da parte dell’Iraq, durante la quale si appassionerà al cinema grazie alla visione dei film di propaganda alleati che venivano proiettati nel capoluogo di provincia di Eṣfahān per “tenere alto il morale nazionale”. Incoraggiato dai genitori a perseguire le sue ambizioni artistiche, gira a 13 anni il suo primo cortometraggio con una cinepresa 8 millimetri fornitagli da un’associazione giovanile governativa. Si iscrive all’università di Teheran per studiare cinema, ma viene spostato nel corso di teatro, cosa che vedrà all’inizio come una limitazione, ma che invece si rivelerà cruciale nel formare la sua sensibilità attraverso l’incontro con Ibsen, Strindberg, Čechov ed altri maestri del dramma borghese. Si laurea con una tesi su Stanislavskij, nel 2003 scrive e dirige il suo primo lungometraggio per il cinema, Raqs dar ghobār (Dancing in the Dust), a cui nel 2004 fa seguire Šahr-e zibā (The Beautiful City), entrambi d’impegno sociale. È però solamente a partire dal suo terzo film da regista, Čahāršanbe Sūrī (Fireworks Wednesday, 2006), che Farhādi trova la cifra stilistica che caratterizzerà la sua carriera futura, mettendo in scena le vite di coppie sposate del proprio milieu piccolo-borghese e riprendendo in mano la lezione del teatro (il film rispetta infatti le tre unità aristoteliche). Con About Elly vince l’Orso d’argento per il miglior regista al Festival internazionale del cinema di Berlino del 2009; il film conquista anche il premio del pubblico, nonché il premio al miglior regista al Fajr International Film Festival e quello per il miglior film narrativo al Tribeca Film Festival. Nel 2011 scrive, dirige e produce Una separazione, il suo film di maggior successo in patria e all’estero, dove vince l’Oscar per il miglior film in lingua straniera nell’edizione del 2012, mentre Farhādi viene personalmente candidato per la migliore sceneggiatura originale. Il film riceve numerosi altri riconoscimenti, tra cui l’Orso d’oro al Festival di Berlino 2011 e il Golden Globe al miglior film straniero. Nel 2013 è la volta del suo primo film all’estero, quando scrive e dirige la co-produzione franco-italiana Il passato, con Tahar Rahim e Bérénice Bejo. Nel 2018 scrive e dirige in Spagna la co-produzione franco-italo-spagnola Tutti lo sanno, con Penélope Cruz e Javier Bardem. Nel 2020 torna a girare in Iran con Un eroe, passato in concorso l’anno successivo al Festival di Cannes, dove ottiene il Grand Prix ex aequo con Scompartimento n. 6 di Juho Kuosmanen.

Video: https://bit.ly/39xhu4P

Info: www.comune.fiesole.fi.it
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