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Trascendi e Sali di Alessandro Bergonzoni

Articolo di Lavinia Laura Morisco

Istruzioni per sognatori in fuga 

Demiurgo di un mondo al contrario, mago dell’inversione dei punti di vista, assiduo frequentatore dello snocciolamento studiato del senso delle parole, Alessandro Bergonzoni è tornato sul palco del Teatro Elfo Puccini di Milano – come un messaggero del futuro, come un viaggiatore con le ali (dice: non è importante essere leali, ma AVERE LE ALI!) – con il suo ultimo spettacolo Trascendi e Sali.

Sono in piedi su una mole e la prima mole non si scorda mai

Come un deus ex machina, scende l’attore da un’impalcatura-macchina o come un extraterrestre giunto da un altro pianeta dentro una navicella spaziale da cui può salire o scendere sul palco-terra o a cui può sostenersi, sottolineando che, la parola “sostieni”, contiene “sos”. Sos sta per “save our souls” – salva  (!) le nostre anime! – mentre il sostantivo “porta” diventa il verbo “portare”. Da qui l’imperativo: “porta me lontano da qui!” 

L’energia imperativa si sprigiona dai toni esclamativi utilizzati dall’attore, un modo efficace per spingere e dare coraggio, “un bel coraggio”. L’avverbio “ormai” viene ribaltato dalla sua accezione di arrendevolezza per diventare ORMA-I, da voce del verbo “ormare” al passato, col significato di lasciare orma. Bergonzoni esclama di voler essere un uovo vero anzichè un uomo vero, perchè l’uomo non è in pericolo, “l’uomo è il pericolo!” e prosegue: “Non possiamo restare in questa dimensione!”. La morte  è quindi per esempio affrontata come “l’altro mondo” (scendi o sali verso questo altro mondo?) – in senso positivo “perchè non posso andare in un altro mondo in questo mondo?” – ci chiede.

Tanti sono i temi affrontati: la famiglia e i matrimoni, la morte e i funerali, la religione, la legge, le ingiustizie, le responsabilità, la storia, la sanità. Il ritmo dello spettacolo segue quello di una comicità tragicomica intelligente che strizza l’occhio all’idea di un manuale di istruzioni per creare un nuovo mondo. Il concetto di trama lascia spazio a quello di spot di racconti senza una consequenzialità narrativa, ma che risponde a un disegno comune, un filo conduttore proprio legato al concetto del salire e scendere.

Le scale se non le saliamo non danno di niente

Bergonzoni vuole cambiare il sapore della realtà o forse, ha solo preparato una pozione risolutiva per vivere al meglio, sognando, sempre assumento un ruolo attivo, ricordandosi di avere una funzione, di essere uno strumento e non solo un punto di arrivo.

Nella lista dei desideri del mondo immaginato da Bergonzoni la gente non deve lavorare, ma deve capolavorare, ci sono visioni e si incontrano corpi celesti. 

Trascendi e Sali riattraversa i lavori di Bergonzoni riconfermando gli elementi del suo teatro, questa volta con una dose di attenzione in più verso i migranti, le guerre e l’unione universale.

La bellezza di Bergonzoni è che, dopo un suo spettacolo, mentre lasci alle spalle quel luogo magico che è il teatro, ti soffermi naturalmente sulla scomposizione delle parole, entrando così in un loop senza uscita che fa sorridere e pensare.

Applausi. 

 

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