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Alice Canta Battiato

Nella splendida cornice del parco archeologico di Roccelletta di Borgia (Cz) per la rassegna: “Armonie d’arte festival”

L’intensa spiritualità di Alice che canta Battiato
Nella splendida cornice del parco archeologico di Roccelletta di Borgia (Cz) per la rassegna:
“Armonie d’arte festival”
Vito Fabio

“Alice canta Battiato” non è stato un semplice ricordare, non è stata una semplice
rievocazione del Maestro siciliano e della sua arte musicale, rivoluzionario come pochissimi,
ma è stato un modo per stabilire un contatto diretto con lui in una ricerca spirituale
spasmodica che anche in questo concerto non viene meno. E l’unica che poteva sancirlo da
interprete eccezionale qual è, altri non poteva essere che proprio Alice. In una caldissima
serata d’agosto al parco archeologico di Scolacium nel corso della consolidata rassegna di
“Armonie d’arte festival” a Roccelletta di Borgia (Cz), questo concerto potrà vantarsi di
entrare negli annali. Davanti al cospetto di una platea sterminata di spettatori, Alice si
presenta con tutto il suo candore. L’artista forlivese guadagna il palco con il maestro Carlo
Guiatoli al pianoforte, amico di lunga data che ha lavorato a fianco di Battiato dal ‘93 sino a
pochi anni addietro. Prima il pianista e poi lei, accompagnata da un fragoroso applauso, Alice ricorda al suo pubblico che è lì per omaggiare Franco Battiato, per cantare in suo onore.
Parte un altro sentito e caloroso applauso. Il concerto inizia con “Luna indiana”, “E’ stato
molto bello” ed “Eri con me”, canzoni intrise di “forti caratteri spirituali” in cui s’intravedono
le arrangiature di Giusto Pio e soprattutto le impronte del filosofo Manlio Sgalambro. Alice,
già all’inizio, è intensa nella sua interpretazione. Il suo canto con la sua voce – bella, come 40 anni fa – si liricizza perfettamente in un luogo carico di storia, in un graduale crescendo. Poi è la volta di “Lode all’inviolato” e dell’ultimo brano realizzato da Battiato nel 2014: “Veleni”. Alice il suo contatto col pubblico lo innesca subito ed è stato un ripensare al Maestro al quale s’affida in una performance che fa pronunciare ad una sua fan del pubblico – che abbiamo accanto – essere “sobria e divina”. Sobrietà ed eleganza in Alice, aggiungiamo noi, non si contraddicono affatto, sono due facce della stessa medaglia e rappresentano qualcosa d’inscindibile. Seguono: “L’animale”, la prima delle tre canzoni che Alice interpreterà, tratte dallo storico album dell’82: “La voce del padrone” quale: “Segnali di vita”. Ed ancora senza soluzione di continuità: “Ci vuole un’altra vita”, “Io chi sono?” e “Gli uccelli”. E poi a seguire, non poteva di certo mancare: “Povera patria”, “Summer on a solitary beach” che con “Gli uccelli” e “Segnali di vita” chiudono il trittico dei motivi de “La voce del padrone”.
Alice non si sottrae: continua a dialogare, di tanto in tanto col suo pubblico, e fornisce
qualche dettaglio del decennale rapporto lavorativo che la legava al Maestro di Jonia. E da
qui una serie di brani tratti dal sodalizio che s’instaura nell’80 tra lei e il Maestro. S’inizia con “Il vento caldo dell’estate”, e di seguito: “Messaggio”, poi il pezzo vincitore nell’84
all’Eurofestival: “I treni di Tozeur”. Poi: “Chanson egocentrique”, l’intramontabile: “La
stagione dell’amore”, e “Ti vengo a cercare”, per chiudere, naturalmente, con la poetica: “La cura”.
Applausi a più non posso per una degna chiusura. Lei si congeda, ma il pubblico la rivuole
subito sul palco e lei vi si ripresenta dopo una trentina di secondi, sempre più sorridente.
Racconta di come “Prospettiva Nevski” il brano che canterà di lì a poco, non avesse convinto più di tanto Battiato ma come poi, poco dopo, egli stesso si fosse “convertito” all’idea di cantarlo anche lui. Poi è la volta della celebre: “Per Elisa” con la quale vinse Sanremo nell’81, e chiude definitivamente con la canzone con la quale di solito Battiato iniziava e terminava i suoi concerti: “L’era del cinghiale bianco”in un tripudio di mani alzate mentre tutte andavano a tempo di musica. Un concerto con 22 brani che descrivono uno scrigno di storia, di ricordi per un cantautore scomparso il 18 maggio di un anno fa, e che sentiamo vivo tra noi, e che grazie ad Alice ed al maestro Guiatoli, nel riuscitissimo duetto, abbiamo percepito ancora più vicino.

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