Storia politica del Messico, autorappresentazione e narrazione del presente: sono queste le linee di indagine su cui si sviluppa il lavoro della compagnia messicana Lagartijas Tiradas al Sol, per la prima volta al Romaeuropa Festival il 4 e il 6 ottobre al Mattatoio di Testaccio, con un doppio appuntamento volto ad indagare i percorsi che animano questa formazione, guidata da Luisa Pardo e Lázaro Gabino Rodríguez e impegnata dal 2003 nello sviluppo di progetti che intendono mettere in contatto lo spettacolo e la vita, «cancellare e tracciare frontiere, svelare e ribaltare ciò che la vita quotidiana fonde, trascura e presenta come un dato di fatto».
Il primo appuntamento con la compagnia, il 4 ottobre alle ore 21 al Mattatoio, è una pièce nata su invito della regista argentina Lola Arìas per My Documents Online, ciclo di conferenze performative in cui artiste e artisti di diverse discipline presentano un’indagine personale, una propria esperienza radicale, una storia che li ossessiona. Làzaro è la storia di un attore che decide di diventare un’altra persona. Abituato, grazie al suo lavoro, a interpretare personaggi, a essere qualcun altro, un giorno decide di cambiare il suo nome, cambiare il suo volto e diventare un altro, definitivamente. Partendo dalle fotografie e i film dell’attore, Luisa Pardo e Làzaro Gabino Rodriquez si domandano: «Cosa mi fa essere me e non qualcun altro? Come si diventa un altro? È davvero possibile smettere di essere quello che sono?».
Fa invece parte del progetto La democracia en México 1965 – 2015, pensato come un’indagine sull’ideale democratico e diviso in 32 sezioni, una per ogni stato della Repubblica Messicana, il secondo appuntamento con la compagnia.
Tiburòn – in scena il 6 ottobre alle ore 19, sempre al Mattatoio – ci porta sull’omonima isola (la più grande del Messico con i suoi oltre 1.208 Km quadrati situati nel Mare di Cortez) per ricostruire l’esperienza dell’evangelista José María de Barahona che qui arrivò da Siviglia nel XVI secolo. Immedesimandosi nei suoi panni, Gabino Rodriguez intraprende nell’agosto del 2019 un viaggio sull’isola, entra in contatto con i suoi abitanti e avvia un processo di convivenza che si mescola alla vita del missionario fino a coincidervi e risultare indistinguibile: come possiamo dialogare con le altre culture? E cosa succede quando le pensiamo inaccettabili? Come si costruisce la Storia? E come la sua narrazione definisce le nostre identità?
Bio
Lagartijas Tiradas al Sol comprende un insieme di artisti. «Lavoriamo sulla scena, realizziamo libri, radio, video e processi educativi. Dal 2003 abbiamo iniziato a sviluppare progetti che hanno alla base l’idea di collegare lavoro e vita, per cancellarne o tracciarne i confini. Il nostro lavoro cerca di creare narrazioni su eventi reali. Non ha nulla a che fare con l’intrattenimento, è uno spazio per pensare, articolare, dislocare e svelare ciò che la vita quotidiana fonde, trascura o ci presenta come scontato. Le cose sono come sono, ma possono anche essere differenti. I nostri progetti sono stati sviluppati su tre linee di ricerca: l’auto/biografia, la storia politica del Messico e il presente ma sempre mantenendo una tensione tra la finzione e la realtà. Abbiamo presentato il nostro lavoro in quasi tutti gli stati della Repubblica messicana. Abbiamo realizzato stagioni e presentazioni in forum indipendenti, festival, teatri statali e università. All’estero abbiamo lavorato, tra gli altri, al Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles, alla Schaubuhne di Berlino, al FIBA di Buenos Aires, al Wiener Festwochen di Vienna al Festival d’autumn di Parigi, al Teatro Spektakel di Zurigo, all’ALS di Montreal, all’HAU di Berlino, al Kammerspiele di Monaco di Baviera e tanti altri.