Ultima replica stasera, ore 20, al Teatro dell’Opera di Roma de La fille mal gardée nella storica versione di Frederik Ashton nella festosa versione del Bayerische Staatsoper di Monaco.
Plauso alla Direttrice del Corpo di Ballo Eleonora Abbagnato che riporta in scena a distanza di oltre 20 anni, uno dei più antichi balletti di repertorio, uno dei primi di ambientazione popolare e campestre, riproposto nella celebre versione del Royal Ballet.
Un piccolo gioiello coreografico e drammaturgico che diverte con un pizzico di elegante humour inglese, ma con un tocco di irriverenza, che cattura l’occhio e l’orecchio nella storica, nell’indimenticabile gioiosa coreografia di Frederick Ashton del 1960 e che rivive al Costanzi in un allestimento festoso in perfetto equilibrio fra humor e romanticismo.
Realizzata su musica di Ferdinand Hérold adattata da John Lanchbery dopo la versione del 1828 e diretta con brio dal debuttante (al Costanzi) Philip Ellis, già miglior direttore al “Taglioni European Ballet Award, che tiene bel salda l’Orchestra del Teatro dell’Opera.
La partitura è estremamente varia, una sorta di spassoso pastiche che accompagna le avventure amorose di Lisa e Colas, due giovani e spensierati contadini, ostacolati dalla vedova Simone che vuole a tutti che la figlia sposi un buon partito, nel vesti del figlio del fattore, ingenuo e candido, Alain. Ma nonostante impedimenti e ostacoli, l’amore tra i giovani trionferà.
L’ambientazione campestre, ispirata anche nelle scenografie e nei colori alle meraviglie del Suffolk, tanto amato a Ashton, con gli squisiti e colorati costumi di Osbert Lancaster (che cura anche le scene che suscitano placita serenità d’animo nello spettatore e che sono stati ricreati sulla scia di quelli della prima londinese) rive anche nelle meravigliose scene con gallo e galline che dividono ogni quadro, richiama in parte L’Elisir d’amore, ma al tempo stesso se ne smarca, puntando più sulla comicità dei tempi e della trama, anche grazie all’inserimento della vedova Simone, Giuseppe Depalo, convincente in uno spassoso ruolo en travesti, o dell’ingenuo Alain, una sorta di Candide moderno un po’ fuori dal mondo, interpretato con un tocco di svagatezza da Walter Maimone.
La coreografia di Ashton ripresa da Jean-Christophe Lesage alterna incantevoli passi a due a grandi scene d’insieme, come le celebre scene campestri con i nastri e con gli zoccoli, sempre magnificamente interpretate dalla coppia di protagonisti, le étoiles del teatro romano Rebecca Bianchi e Alessio Rezza. Costantemente in piena sintonia, le due stelle del Costanzi brillano per la precisione e l’accuratezza tecnica, ma anche dalla convincente vivacità che imprimono ai rispettivi personaggi.
Aggraziata e sempre elegantissima, Rebecca Bianchi si destreggia nelle piroette e nei virtuosismi tecnici di una spiritosa e leggiadra Lisa, un po’ spudorata e molto solare, Alessio Rezza regala uno straordinario Colas, volitivo e simpatico, che sfoggia spregiudicata maestria tecnica. Si consolida la crescita sempre costante ormai da qualche anno a questa parte del Corpo di Ballo capitolino anche in un titolo non di repertorio. Entusiasmo del pubblico che applaude calorosamente trainato dalla leggiadria di uno spettacolo da cui lasciarsi incantare.
Fabiana Raponi