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Teatro di Roma: Eugenio Barba e l’Odin Teatret in prima mondiale con Anastasis alle Olimpiadi del Teatro di Budapest

Il 20 maggio in prima mondiale assoluta

 

Il Teatro di Roma accompagna il teatro di poetica ed estetica “senza confini” di Eugenio Barba e dell’Odin Teatret alle Olimpiadi del Teatro di Budapest, con il debutto in esclusiva mondiale di Anastasis (Resurrezione), per un’unica replica il 20 maggio.

Roma viaggia verso Budapest per uno degli appuntamenti internazionali più rappresentativi della scena culturale, approdando con un’imponente opera in collaborazione con lo Stabile capitolino, che è un inno all’arte e al potere dell’esistenza, in cui Eugenio Barba ha riunito 70 artisti della Scuola Internazionale di Antropologia Teatrale (ISTA) fondata nel 1980.

Il Teatro di Roma omaggia così l’ultimo maestro teatrale d’Occidente che, da sessant’anni incanta generazioni di spettatori e artisti con la sua leggendaria compagnia, collaborando alla realizzazione di Anastasis (Resurrezione), nuova creazione che apre orizzonti e sguardi sulle diverse fasi della vita, dall’origine alla morte, fino alla rinascita nel mondo della natura, degli animali e degli umani. Un caleidoscopio di espressioni e sensibilità che unisce maestri attori e danzatori di differenti stili e tradizioni, asiatiche, occidentali, afrobrasiliane e latino-americane, tra cui Annada Prasanna Pattanaik, musicista indiano, gli attori italiani Lorenzo Gleijeses e Manolo Muoio, il compositore italiano Mirto Baliani e lo scenografo digitale tedesco Stefano Di Buduo, oltre a Julia Varley, storica e principale collaboratrice di Barba.

Sulla scena confluiranno gli universi estetici ed espressivi di diversi generi artistici: Noh giapponese, opera cinese Nankuan, Topeng balinese, danza e canti Baul indiani, nonché Kathakali, Bumba Meu Boi brasiliano, danza flamenco e codici contemporanei occidentali, di cui ogni artista conserverà fedelmente le caratteristiche del proprio stile, integrando nel contesto dello spettacolo. «Anastasis vuole essere la rappresentazione della nostra esperienza fondamentale e delle nostre infinite possibilità, espresse attraverso la consapevolezza che non moriremo oltre la morte – racconta Eugenio Barba – Arriveremo a questa morte attraverso fasi di sviluppo e stasi, passaggi vitali dalla primavera all’inverno, a cui seguirà un momento di rinascita. Una resurrezione che attinge dalle diverse tradizioni, esperienze, storie, sensazioni archetipiche e strutture mentali e di pensiero, che caratterizzano le molteplici culture presenti in scena, per creare un contagio che dà il senso della fioritura e dell’appassimento verso un nuovo ritorno, un’altra rinascita».

Dopo Budapest il teatro di Eugenio Barba e dell’Odin Teatret tornerà a Roma nel maggio 2024 al Teatro India, per l’avvio di un programma di attività – spettacoli in anteprima assoluta, masterclass, dimostrazioni e incontri – lungo un mese dedicato al mito creativo e alla pratica pedagogica di questa straordinaria esperienza artistica. Un viaggio immersivo nella storia pionieristica di un grande rivoluzionario del teatro, pedagogo e teorico, che ha attraversato la scena mondiale, dal Novecento ad oggi, raccogliendo l’eredità artistica di Jerzy Grotowski, creando il Terzo teatro e la Scuola Internazionale di Antropologia Teatrale, ma soprattutto fondando a Oslo, in Norvegia, nel 1964, quel progetto unico di Teatro di ricerca multiculturale che è l’Odin Teatret, al compimento dei suoi primi 60 anni proprio nel 2024.

Un cammino che inizia oggi, con il debutto in prima mondiale di Anastasis (Resurrezione) alle Olimpiadi del Teatro di Budapest, per proseguire appunto nel 2024 con un progetto in due parti per festeggiare i 60 anni dell’Odin Teatret: dal debutto di Una giornata fatale del danzatore Gregorio Samsa, evoluzione dello storico spettacolo con protagonista Lorenzo Gleijeses, nell’incontro drammaturgico con Eugenio Barba e Julia Varley; al calendario di masterclass, presentazioni e incontri; fino all’evento celebrativo organizzato da un comitato scientifico e alla programmazione di due spettacoli su regia di Eugenio Barba: La casa del sordo. Capriccio su Goya del 2019 e la prima nazionale di Compassione. Tre panorami di speranza in primavera.

 

 

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