Ribelle, mostro, diverso, freak: lo abbiamo chiamato in molti modi, ma il termine ‘outsider’ li racchiude tutti. Antieroica per eccellenza, è quella figura che vive al di fuori di ogni schema, è il soggetto eretico e indisciplinato che ci ricorda come la società tenda a escludere tutto ciò che non è a norma.
Proprio all’outsider è dedicato il quarto numero di “Calibano“, la rivista di attualità culturale del Teatro dell’Opera di Roma realizzata in collaborazione con effequ che, ogni quattro mesi, trae ispirazione dalle opere in cartellone per riflettere sul mondo di oggi. L’uscita del volume, collegato al Peter Grimes, anticipa la messa in scena del capolavoro di Benjamin Britten che Deborah Warner firma per il Teatro Costanzi dall’11 al 19 ottobre 2024. In vendita allo shop del Teatro, sul sito di effequ e nelle librerie dal 31 luglio, “Calibano. Peter Grimes/L’outsider” che è stato presentato al Caracalla Festival pochi giorni fa in un incontro a ingresso libero, nello spazio del Teatro del Portico. In conversazione con la scrittrice Giulia Caminito, premio Campiello 2021, intervengono gli autori Marinella Senatore, Carmen Gallo, Christian Raimo e il direttore della rivista Paolo Cairoli.
«Noi mostri scegliamo i nostri simili anziché gli esseri umani, perché i mostri come noi non hanno regole, né ci chiedono di seguirle» scrive Patricia MacCormack, docente di Filosofia Continentale all’Anglia Ruskin University di Cambridge, nel saggio con cui si apre il volume, intitolato Dentro chi sta fuori. Un’apologia dell’outsider. Una riflessione-manifesto su chi sono gli outsider oggi, che affronta il tema dell’attivismo sociale e delle forme di protesta anti-capitalista.
La giornalista Viola Stefanello, invece, in Problemi da Primo Mondo riflette sulla marginalità dentro e fuori dall’Internet e sul digital divide, mentre il poeta Gian Maria Annovi dedica il suo saggio Il teorema dell’outsider a Pier Paolo Pasolini e alla scena artistica newyorkese dell’East Village, in particolare alla poesia di David Wojnarowicz. Sugli eccentrici fandom operistici scrive Nicolò Palazzetti in Pazzi per l’Opera!, fenomenologia di una passione musicale portata all’estremo, mentre una panoramica del ruolo del perdente nel cinema di argomento sportivo è offerta da Paolo Mereghetti in Improbabili vincitori.
La letteratura è poi il centro di Genet dopo Genet, l’invito di Christian Raimo a rileggere uno scrittore inclassificabile nella vita così come nell’opera. A Britten sono infine dedicati due testi: Irredimibile Peter, contributo di Carmen Gallo sul senso del male e della violenza nella poco conosciuta fonte poetica di Peter Grimes, The borough di George Crabbe, e Fuori dal coro bellico, di Alessandro Macchia, sull’esilio del compositore inglese in America.
In questo numero, “Calibano” ospita inoltre due significative testimonianze: quella dell’artista multidisciplinare Marinella Senatore, fondatrice della School of Narrative Dance, e quella di Janek Gorczyca, caso letterario degli ultimi mesi con la sua autobiografia di senza fissa dimora: il pezzo Mia vita di ribelle è un inedito che si aggiunge e completa il romanzo edito da Sellerio. Lo scrittore Vanni Santoni, in lizza per il Campiello 2024 con il saggio Dilaga ovunque sulla street art, dedica infine la rubrica Da esclusi a ospiti a come il graffitismo sia passato dall’essere espressione di marginalità sociale ad attrazione protagonista di musei e gallerie d’arte contemporanea. Come sempre, su “Calibano” trova spazio anche un racconto inedito, questa volta a firma di Simone Marcelli Pitzalis, già vincitore del premio Pagliarani Poesia.
«La società odierna tende a escludere tutto ciò che non è norma, ciò che non diventa merce, che non è vendibile.» – dice il direttore di “Calibano” Paolo Cairoli – «Abbiamo allontanato dalle nostre comunità le manifestazioni emotive o psicologiche che non riteniamo normali e codificato un’idea di normalità che sta stretta a tutti. Ciò che di noi non è spendibile all’esterno, anzi cedibile, magari a un algoritmo, siamo pronti a censurarlo. Dimenticando che la libertà autentica non può essere che una forma di azione, scevra da tutte queste infinite ed eternamente proliferanti sovrastrutture. Ce lo ricordano, talvolta, alcuni soggetti indisciplinati, incapaci di assuefarsi e ridursi, impossibili da correggere. Sono gli outsider, esseri umani quasi ‘primitivi’ nella loro indifferenza sociale. Come Peter Grimes, il protagonista dell’opera di Benjamin Britten, che nella contrapposizione anche fisica con la massa cieca perderà, indicando però una possibilità esistenziale altra».
Il quarto numero di “Calibano” è illustrato dall’artista Elena Manferdini con un software di intelligenza artificiale. La copertina è invece un collage di Giulio Paolini (Credito: Foto Ⓒ Luca Vianello, Torino / Courtesy Fondazione Giulio e Anna Paolini, Torino / Ⓒ Giulio Paolini).