Trionfo per il più elegante dei balletti di Čajkovskij, Maia Makhateli e Young Gyu Choi guest nei ruoli principali, repliche fino al 22 settembre.
Per La bella addormentata, il più elegante dei balletti di Čajkovskij, il ritorno in scena al Teatro dell’Opera di Roma nella sofisticata versione di Jean-Guillaume Bart, è un nuovo trionfo.
In scena fino al 22 settembre il prezioso allestimento del Teatro capitolino che aveva debuttato nel 2017 per essere poi riproposto nel 2018: alla terza ripresa, La bella addormenta di Bart si conferma uno straordinario successo di pubblico, complice la meraviglia di un allestimento storico di grande fascino che mantiene inalterata l’eleganza e lo spirito francese del Settecento, con le impareggiabili scene e i magnifici costumi (all’epoca parzialmente rinnovati) di Aldo Buti, fra tutù leggerissimi e decorati, abiti aristocratici, opulenti e pesanti velluti.
Insomma una vera e propria fiaba tradizionale che immerge lo spettatore in un’atmosfera onirica, favolosa, che lascia sognare grandi e piccini e che dietro, lo splendore, racconta il ciclo naturale della vita.
La coreografia di Bart, che vanta una particolare predilezione e un legame d’affetto con la Bella dato che nel corso della della carriera ha interpretato tutti i ruoli della gerarchia del balletto, mantiene inalterata la bellezza imperitura della tradizione, come meglio si addice a La bella, ma introduce silenziosamente non poche revisioni dando maggiore spessore alla drammaturgia, meravigliosamente sostenuta dalla favolosa partitura (senza tagli) di Čajkovskij per ben tre ore di balletto lavorando sulla pantomima, elemento essenziale per regalare una narrazione fluida e facilmente fruibile per il pubblico, lavorando sull’interpretazione di ogni personaggio.
Ecco allora che in un pre prologo, Carabosse viene esiliata dal Re, ma resta una donna vendicativa, ma molto seducente e femminile che danza sulle punte, superbamente interpretata con classe dall’étoile Alessandra Amato, regala alla Fata dei Lillà, una luminosa Marianna Suriano, prima ballerina (al debutto anche nel ruolo di Aurora nelle recite) il ruolo di fil rouge della vicenda, creando anche la contrapposizione fra il Bene e il Male, come meglio si addice a una fiaba. Lode poi all’intero Corpo di Ballo impeccabile nelle danze d’insieme e non più semplice sfondo decorativo, ma vera e propria parte attiva della drammaturgia, e a tutti i suoi solisti, sempre applauditissimi e che dimostrano di avere tecnica e cuore, fra cui spicca Alessio Rezza, incredibile Uccello Blu del terzo atto.
A impreziosire il balletto la coppia di guest, Principal del Dutch National Ballet, nei ruoli principali: sempre deliziosa e tecnicamente perfetta, Maia Makhateli, nel difficilissimo ruolo di Aurora, molto brava nel tratteggiare la crescita di Aurora, nel passaggio da adolescenza all’età adulta. Accanto a lei Young Gyu Choi, al debutto all’opera, che ben tratteggia il ruolo del principe Désiré, cui regala con equilibrio solida tecnica e maggiore spessore psicologico che Bart regala al personaggio.
Dopo il trascinamento successo della prima per La bella addormentata che conclude la trilogia di Čajkovskij (dopo Schiaccianoci e Lago dei cigni voluto da Eleonora Abbagnato per la stagione) si alternano nei ruoli principali Rebecca Bianchi (15, 20), la prima ballerina Marianna Suriano (18, 21) e la solista Flavia Stocchi (22 settembre) come Aurora, ballerini Michele Satriano (15, 20) e Claudio Cocino (18, 21), l’étoile Alessio Rezza (22 settembre) come Désiré.
Fabiana Raponi