È ogni anno più ricca e più varia la stagione di concerti dell’Università di Roma “Tor Vergata”, realizzata dall’Associazione Roma Sinfonietta e dall’Associazione Musica d’Oggi sotto la direzione artistica di Luigi Lanzillotta, con il contributo del MIBACT. Per il numero dei concerti e per l’interesse delle proposte è ormai una delle stagioni concertistiche più importanti della capitale e va a colmare la quasi totale assenza di iniziative di tale livello nel quadrante orientale di Roma: per questo motivo non è destinata solo ai docenti, al personale e agli studenti dell’Università di Roma “Tor Vergata” ma anche agli abitanti di un vasto interland, che dai quartieri di Roma est arriva fino ai Castelli Romani.
Nel 2015-2016 saranno ben venti i concerti – più una lezione-concerto e alcuni incontri fuori abbonamento – che si svolgeranno dal 21 ottobre al 20 aprile nell’Auditorium “Ennio Morricone” presso la Macroaerea di Lettere e Filosofia in via Columbia 1, sempre con inizio alle ore 18.00. Questa stagione concertistica si basa su un solido nucleo di musica “classica”, attorno a cui ruotano tanti altri generi musicali – la contemporanea, il jazz, il teatro musicale da camera, il folk, la musica per il cinema e altro ancora – cogliendo così tutta la varietà di espressioni musicali della nostra epoca, la più ricca di musica nella storia dell’umanità. Alla grande quantità di musica che si produce e si consuma non sempre corrisponde però una qualità adeguata, per questo la programmazione apre a tutti i generi di musica ma sta bene attenta a non transigere sulla qualità.
La speciale attenzione ai giovani si può riconoscere fin dall’inaugurazione, affidata all’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, uno dei più prestigiosi centri di alta formazione musicale in Italia, e a due giovani e molto promettenti solisti, la violinista Daria Nechaeva e il clarinettista Francesco Darmanin, sotto l’esperta e sicura guida del direttore Paolo Ponziano Ciardi. I concerti orchestrali costituiscono un pilastro della stagione. L’Orchestra Roma Sinfonietta sarà impegnata in tre programmi, uno con le musiche composte da Carlo Crivelli per il cinema di Marco Bellocchio (che interverrà personalmente) e dirette dal compositore stesso, un altro con musiche dell’epoca barocca (Haendel, Vivaldi e Corelli) dirette da Fabio Maestri con al partecipazione del flauto di Laura Pontecorvo e della tromba di Andrea Di Marco, il terzo dedicato ai Concerti per violino di Mozart con Marco Serino come solista e concertatore.
L’Orchestra Roma Sinfonietta partecipa anche, con organici strumentali di dimensioni variabili, alla produzione di alcune opere da camera, un tipo di teatro musicale fino a qualche anno fa presente nei cartelloni di altre istituzioni musicali romane ma oggi praticamente scomparso dai palcoscenici della capitale. Queste opere, minori solo per le dimensioni, sono talvolta dei capolavori, come Prima la musica poi le parole, “divertimento teatrale” di Antonio Salieri su un arguto e corrosivo testo dell’Abate Casti; lo dirigerà Gabriele Bonolis. Anche gli altri due appuntamenti con l’opera hanno fonti letterarie importanti. Di Nino Rota saranno rappresentati La scuola di guida, “idillio” di Mario Soldati, e Lo scoiattolo in gamba, “favola lirica” di Eduardo De Filippo (direttore Fabio Maestri): un dittico di opere da camera che si preannuncia particolarmente gustoso. Hanjo di Marcello Panni è invece basato sull’omonimo NŌ moderno di Yukio Mishima: è già stato rappresentato con successo in Italia e all’estero, ma questa sarà la prima esecuzione assoluta della nuova versione approntata dall’autore (direttore Carlo Boccadoro). La regia di questi tre spettacoli è affidata a Cesare Scarton.
Anche alcuni concerti hanno un’intrinseca valenza teatrale e si pongono dunque al confine tra musica “pura” e teatro. È il caso di Migranti – testo di Filomena Di Pace, musica di Luciano Bellini, elaborazioni elettroniche di Giovanni Costantini – che avrà un accompagnamento continuo di immagini a cura di Alfredo Bernacchia. Un attore di forte comunicativa come Francesco Pannofino darà il suo contributo a questo lavoro su un tema particolarmente attuale e drammatico. “L’alata genia che adoro” è definito “spettacolo musicale” dagli esecutori, il Kammerton Vocal Ensemble e il gruppo strumentale L’Archipiano, che saranno una vera scoperta per chi non li conoscesse: il loro concerto spazia del Cinquecento francese di Jannequin a Battiato, sempre sul tema il canto degli uccelli e anche questa volta su testi letterari importanti di Montale, Bukowski, Saba e Pasolini. Ben diversa è la teatralità dello spettacolo intitolato “Tango e cinema“, durante il quale non solo si potranno ascoltare le musiche dei più grandi autori di tango eseguite dall’Ensemble Musica d’Oggi, ma si potranno anche vederle danzate da una coppia di bravissima ballerini – l’argentino Pablo Moyano e l’italiana Roberta Beccarini – perché togliere al tango la danza significa privarlo di una buona parte del suo fascino.
Dopo la musica sinfonica e il teatro musicale, il terzo settore musicale cui è data particolare attenzione è il folk. Ma questi generi musicali non vanno considerati compartimenti. Per esempio, il tango appena citato è spettacolo ma anche musica folk. È musica di tradizione popolare ma anche molto spettacolare quella dell’Orchestra di Piazza Vittorio, che sarà la dimostrazione musicale che il Mediterraneo è stato per secoli una via di comunicazione tra i popoli e non una barriera, con l’augurio che presto possa tornare ad essere nuovamente così. Musiche tradizionali del Mediterraneo anche nel concerto di Saletti-Eramo-Coen-Vacca, italiani che si sono appassionati di strumenti esotici come l’oud e il bouzouki, fino a diventarne provetti esecutori: il titolo del loro concerto è “Cantando il Mediterraneo tra il sacro e il profano”. Ancora il Mediterraneo, quello dell’antica cultura greca, è la fonte ispiratrice di “Non capisco la direzione dei venti”, il concerto dell’Archilocus 5et che esegue canzoni su testi di poeti greci classici con la musica di Domenico Guaccero, compositore attivo nei settori della musica colta contemporanea e della popular music.
Il superamento dei generi musicali è particolarmente evidente nel quarto filone di questi concerti, il jazz, che si mescola in mille modi, continuamente rinnovandosi, con la musica pop e con la classica. In “Pop journey” la chitarra di Marco Siniscalco e Blow Up Percussion invitano a un viaggio da Bach a Sting, passando per Nat King Cole e i Beatles. In “Double Breath” Gianluca Littera, impareggiabile virtuoso dell’harmonica, e il suo Quartetto fanno ascoltare musiche di Littera stesso e standard jazz. “Ciak in brass” sono musiche da film trascritte per il più classico dei gruppi jazz ed eseguite dall’Italian Brass Band. Il duo pianistico Antonello Maio – Michelangelo Carbonara accosta i jazzistici Gershwin e Kapustin alla Sagra della primavera di Stravinsky, probabilmente il brano più rappresentativo e soprattutto più trascinante della musica classica del ventesimo secolo. È invece la musica klezmer ad essere alternata ai classici del ‘900 da Alessandro Carbonare – il clarinetto preferito da Claudio Abbado – e dal pianista Monaldo Braconi.
Questi grandi solisti ci riconducono alla classica, completando il giro a 360 gradi nei vari aspetti in cui si presenta oggi la musica. Giuseppe Andaloro è uno dei più notevoli pianisti italiani – e non solo italiani – della nuova generazione e propone musiche che spaziano attraverso quattro secoli, dal Seicento al Novecento, da Frescobaldi, tanto geniale quanto poco eseguito, a Stravinsky. Il giovane Warhol Quartet accosta la prima esecuzione italiana di “Quartetto classico” di Guido Ricci al Quintetto “la Trota” di Schubert e a un brano di Giovanni Sollima, che sa farsi amare dai pubblici più diversi, perché ignora i confini tra la musica classica, la musica popolare e il rock, proprio come questa stagione di concerti.
Alcuni concerti saranno arricchiti dalle stimolanti presentazioni di ospiti importanti, come Nicola Lagioia, vincitore del Premio Strega 2015 col romanzo “La ferocia”, e i professori dell’Università di Roma “Tor Vergata” Giorgio Adamo, Serena Facci, Eugenio Lanzillotta e Giorgio Sanguinetti.
Sono inoltre previsti alcuni appuntamenti fuori abbonamento: una lezione-concerto di Giorgio Sanguinetti sulla Sonata “Chiaro di luna” di Beethoven, un incontro con Gigi D’Alessio sulla canzone napoletana e un dialogo tra la compositrice Silvia Colasanti e il regista Pier’Alli, più altri da definire.
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Abbonamento a 20 concerti:
Studenti E. 40,00
Docenti, personale amministrativo e tecnico Università E. 100,00
Esterni E. 120,00
Biglietti per i singoli concerti: E. 10,00 Ridotti E. 8,00 Studenti E. 4,00
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Info per il pubblico: 06 3236104, 06 32111712, 339 8693226
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