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Oleg Caetani dirige laVerdi

Il 18 e 20 maggio all'Auditorium di Milano

Foto di Paolo Dalprato

Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

Direttore Oleg Caetani

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Dopo la performance dello scorso ottobre, con la prima esecuzione italiana della Cantata per il XX anniversario della Rivoluzione d’Ottobre di Prokof’ev, a 100 anni dagli accadimenti che portarono alla nascita dell’Unione Sovietica, Oleg Caetani torna alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi per la sua seconda e ultima direzione in stagione, con un programma che racchiude due secoli di storia musicale, tra Ottocento e Novecento, attraverso tre grandi di ogni tempo.

Venerdì 18 (ore 20.00) e domenica 20 maggio (ore 16.00), all’Auditorium di Milano, in largo Mahler, la locandina si snoda tra Rossini (Ouverture da Guglielmo Tell), Wagner (Siegfrieds Rheinfahrt, da Götterdämmerung, Il crepuscolo degli dei), per chiudere con Sostakovic (Sinfonia n. 15). Dopo aver attraversato le più travagliate avventure musicali del Novecento, Sostakovic si congeda dalla forma sinfonica con quest’ultima composizione, brillante omaggio al XIX secolo. Dall’incontenibile energia rossiniana alla maestosità wagneriana, la Sinfonia n. 15 unisce così due opposti protagonisti dell’Ottocento in un gioco di reminescenze e citazioni, per un estremo, definitivo saluto al mondo della musica.

(Biglietti: euro 36,00/16,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar/dom, ore 10.00/19.00, tel. 02.83389401/2; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it).

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Richard Wagner

Götterdämmerung, Il crepuscolo degli dei

Se si considera il 1848 come l’anno nel quale il testo di un’opera eroica – questa la primitiva definizione – dal titolo Morte di Sigfrido e il 1874 l’anno in cui viene scritta l’ultima nota di quello che nel frattempo era diventato il ciclo Der Ring des Nibelungen, articolato in una Vigilia e tre Giornate, si deduce che il compositore tedesco lavorò all’Anello del Nibelungo per ben 26 anni. Certo, tra il 1856 e il 1865 c’è una pausa di dieci anni nel corso della quale nascono due capolavori quali Tristan und Isolde e Die Meistersinger von Nürnberg; ma quelle date di inizio e fine del progetto possono essere anche tranquillamente spostate: la prima al 1841, quando scocca nella mente del compositore la posa della prima pietra della grandiosa costruzione, e la seconda al 1876 quando, tra il 13 e il 17 agosto, va in scena la prima dell’Anello al teatro di Bayreuth appositamente costruito (quest’ultima circostanza farà dire a un acerrimo antiwagneriano come il critico Eduard Hanslick: “Una volta sic omponevano le opere per i teatri. Ora sic ostruiscono i teatri per le opere”).

Lo spazio a disposizione non consente di rendere conto dell’intero processo creativo del ciclo, articolato nella sua realizzazione finale in quattro momenti: Das Rheingold (L’oro del Reno. Vigilia, in quattro scene), Die Walküre (La Valchiria. Prima giornata, in tre atti), Sigfried (Sigfrido. Seconda giornata, in tre atti), Götterdämmerung (Il crepuscolo degli dei. Terza giornata, in un prologo e tre atti).

Ettore Napoli

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Dmitrij Sostakovic

Sinfonia n. 15 in La maggiore op. 141

Compito difficile se non impossibile è quello di individuare, in base all’ascolto dell’ultima Sinfonia scritta da Sostakovic nel 1971, degli indizi che permettano di comprendere meglio il significato globale di un lascito musicale di complessa lettura, dei programmi che chiariscano definitivamente la posizione del musicista nei confronti della cultura e della storia (soprattutto la storia controversa della Russia dalla prima rivoluzione del 1905 agli anni ’60), degli schemi formali che inquadrino il significato della forma sinfonica all’interno del linguaggio compositivo dell’autore.

Né a penetrare il “mistero” che aleggia sulla Quindicesima (…) ci aiuta considerare il clima culturale ufficiale dell’URSS nei primi anni ’70, al quale si fa di solito riferimento per ricordare il contesto del Premio Nobel a Solgenytzin e la proibizione del visto necessario allo scrittore per andare a ritirare il premio stesso. Clima culturale e politico che però non è sostanzialmente più in grado di nuocere a colui che viene considerato il massimo compositore sovietico vivente.

Procediamo dunque attraverso supposizioni. Le condizioni di salute di S., innanzitutto, non erano delle migliori: i disturbi cardiaci che l’affliggono dalla metà degli anni ’60 si aggravano di continuo costringendolo a lunghi periodo di degenza in ospedale. (…). L’ultima fase compositiva del musicista è dunque a fortiori indirizzata verso cupe riflessioni sulla vita e sul destino dell’arte.

Sappiamo poi che il contenitore della Sinfonia rappresentò spesso per S. il veicolo ufficiale per elaborare il significato dei grandi avvenimenti storici. (…).

Dal punto di vista strettamente artistico l’ultima Sinfonia sembra condotta tutta e solamente sul filo dell’invenzione puramente musicale e strumentale con un certo sfoggio di abilità nel creare accostamenti sonori inediti che lasciano l’ascoltatore – per quanto ammirato – piuttosto perplesso sul messaggio che il musicista intende affidare alla partitura (…). L’organico orchestrale non è amplissimo ma con una variegata scelta di percussioni che danno luogo a combinazioni sonore particolarmente ingegnose, se non a veri e propri passaggi di virtuosismo come nel finale del terzo movimento. Altro lato caratteristico della Quindicesima è la presenza di numerosi inserti solistici, che vanno a volte a ricreare – soprattutto nel primo movimento – effetti cameristici che richiamano addirittura le preziose simmetrie di Hindemith. (…).

In Russia (…) la prima esecuzione da parte del figlio di S., Maxim, ebbe notevole risonanza e rappresentò tra l’altro un’importante occasione di suggello ufficiale del ruolo del giovane direttore (…).

Se conclusione vi deve essere, non possiamo che concordare con chi vede nella Quindicesima non tanto un ultimo distacco di S. dal genere sinfonico ma, più in generale, una partitura attraverso la quale l’autore riconsidera il proprio atteggiamento nei confronti della storia che si fa qui metafora della vita stessa, un’esperienza in bilico tra riso e tragedia, immersa sempre e comunque nei contorni di un mistero inviolabile.

Luca Chierici

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Biografie

Oleg Caetani, direttore. La carriera di Caetani si è divisa in egual maniera tra repertorio operistico e sinfonico, due aspetti a cui il direttore d’orchestra italiano si è rivolto con la medesima attenzione.

Guida ispiratrice è stata Nadia Boulanger: a lei si deve la scoperta del talento di Caetani nonché dei suoi primi approcci al mondo della musica, approcci profondamente segnati dal pensiero filosofico di Montaigne.

Dopo essersi perfezionato in direzione d’orchestra sotto la guida di Franco Ferrara e composizione con Irma Ravinale presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, all’età di 17 anni debutta in teatro con una produzione de Il combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi e altri madrigali da lui stesso diretti.

Dopo aver studiato le partiture di tutte le sinfonie di Šostakovič col direttore russo Kirill Kondrashin presso il Conservatorio di Mosca, Caetani si laurea con Ilya Mussin a San Pietroburgo dirigendo la Sinfonia n. 5. Vincitore del “Premio RAI” a Torino e del “Premio Karajan” di Berlino, comincia ufficialmente la sua carriera presso l’Opera “Unter den Linden” di Berlino in qualità di maestro accompagnatore e assistente di Otmar Suitner. Questa esperienza gli permette di conoscere il grande teatro d’opera tedesco assieme alle opere di Wagner e Strauss segnando così una svolta decisiva per il suo repertorio futuro.

La più che trentennale esperienza di Caetani nel repertorio operistico di Verdi, Mussorgsky e Wagner (includendo diverse produzioni di tutta la Tetralogia) ha influenzato profondamente il suo approccio verso il repertorio operistico e sinfonico del XX secolo.

La prima opera che Caetani ha diretto all’età di 24 anni è stata Eugen Onegin nel 1981, durante gli anni di studio presso il Conservatorio di San Pietroburgo. Da quel momento Tchaikovsky è diventato un compositore fondamentale nel suo repertorio: negli anni successivi ha diretto nuove produzioni de La Pulzella d’Orleans a Strasburgo (prima rappresentazione in Francia nel 1998), La dama di picche (produzione di J. Schaaf) a Stoccarda, e Lo Schiaccianoci a Zurigo in collaborazione con l’architetto svizzero Mario Botta.

Recentemente ha inciso tutte le sinfonie di Tchaikovsky, compreso il Manfred (2008).

La direzione di Oedipe di Enescu, prima esecuzione ufficiale della sua carriera nel 1983, ha segnato per Caetani l’inizio di un lungo periodo di approfondimento della meravigliosa e originale musica del grande compositore rumeno. Negli anni, Caetani si è anche votato alla direzione e incisione di altri compositori meno conosciuti del ventesimo secolo, tra cui Mossolov, Skalkottas, Dallapiccola, Xenakis, Pizzetti, Gerhard.

Le incisioni delle sinfonie di Tansman, edite da Chandos, hanno vinto tre Diapason d’Oro nel 2006 e nel 2008; le incisioni delle sinfonie di Gounod per la CPO (inclusa la terza sinfonia scoperta proprio da Caetani) hanno vinto anche loro il Diapason d’Oro nel 2015.

Un altro compositore centrale nella sua carriera è stato Shostakovich, a cui Caetani si è rivolto fin dai primi anni di studio. Caetani stesso si è dedicato alla traduzione del libretto de Il Naso di Gogol dal russo al tedesco per la sua produzione a Francoforte nel 1991; nel 2007 ha diretto la prima esecuzione italiana dell’operetta Moscow Cheriomushki. Ha eseguito, in Italia e nel mondo, molte delle sue opere, dei suoi concerti assieme ai suoi balletti e le suite, incidendo per la ARTS anche il primo ciclo completo delle sinfonie di Shostakovich in Italia con l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi. Quest’incisione integrale ha ottenuto numerosi riconoscimenti: 10/10 da parte di Classical Today negli USA, quattro “f” da parte di Télérama in Francia e Record Geijutsu in Giappone.

Nel 2005 è stato direttore dell’ENO; dal 2002-2005 della Melbourne Symphony Orchestra, compagine per cui ha anche assunto l’incarico di direttore artistico tra il 2005 e il 2009. Negli anni precedenti, Caetani è stato direttore principale della Staatskapelle Weimar, primo Kapellmeister della Frankfurt Opera e GMD a Wiesbaden e Chemnitz.

Dal 2009 intrattiene stretti rapporti con l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi con cui ha viaggiato in Sud America (2003), Spagna (2009) e per tre concerti a Salisburgo (ciclo sinfonico di Schumann) nel febbraio 2016. Nell’aprile 2008 è tornato a dirigere laVerdi in un concerto presentato dal Presidente della Repubblica per Papa Benedetto XVI in Vaticano registrato live per Eurovision TV.

Nel 2001 ha fatto il suo debutto al Teatro alla Scala, Milano con Turandot, tornando nel 2005 per dirigere Otello. Nel 2001 ha aperto la stagione del Maggio Musicale Fiorentino con Don Pasquale.

Gli impegni recenti includono: Khovanchina, Sir John In Love di Vaughan Williams, Madama Butterfly, Bohème and Tosca, tutte presso la English National Opera, l’Olandese Volante all’Opera di Roma,

L’enfant et les sortilèges al Théâtre des Champs-Élysées a Paris, La Voix Humaine di Poulenc in coppia con Il Castello di Barbablù di Bartók, Don Carlos a Köln, Madama Butterfly a Berlino e Oslo, Tosca, opera che ha segnato il suo debutto alla Royal Opera House Covent Garden, Lady Macbeth del distretto di Mcensk all’Oslo Opera, Tosca al Sao Paolo Opera House, Tosca e Turandot al Mariinsky Opera House, Il Prigioniero di Dallapiccola con la Mariinsky Orchestra durante lo Stars White Nights Festival, Lady Macbeth del distretto di Mcensk a Helsinki, Les Pecheurs des Perles a Trieste e Otello a Weimar.

Dirige con regolarità orchestre quali la Staatskapelle Dresden, la Munich Philharmonic, Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, il Gewandhausorchester, i Wiener Symphoniker (con la quale ha inciso Poliuto di Donizetti per Emi-Cbs), i Bamberger Symphoniker, l’Orchestre National de Radio France, la Mozarteum Orchester, la Konzerthaus Orchester Berlin, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, l’Accademia di Santa Cecilia, il Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestra del Teatro Verdi di Trieste, l’Orchestre Philharmonique de Montecarlo, la Svetlanov Symphony Orchestra, la Spanish National Symphony Orchestra, la Hong Kong Philharmonic, la Metropolitan Symphony Orchestra, la Sydney Symphony, la Yomiuri Orchestra, la Tchaikovsky Symphony Orchestra, la Taipei Symphony Orchestra, la Berner Symphonieorchester, l’Orchestre Philharmonique de Strasbourg, la Qatar Symphony Orchestra e la Montreal Symphony Orchestra per il Festival Tchaikovsky.

I prossimi impegni di Caetani prevedono Così fan tutte a Trieste e diversi concerti sinfonici con la London Philharmonic Orchestra, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, la Sydney Symphony, la Metropolitan Tokyo Symphony Orchestra e l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi.

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