Fondazione Prada presenta martedì 4 settembre 2018 il programma di proiezioni “Artisti sotto la tenda del circo: perplessi 2018-1968 (con nuovi film)” concepito da Alexander Kluge. Introdotto alle ore 10 dal regista e scrittore tedesco, l’evento si svolgerà fino alle 16.30 al primo piano di Ca’ Corner della Regina, nel quadro della mostra “Machines à penser”, curata da Dieter Roelstraete e in corso fino al 25 novembre 2018. L’ingresso alle proiezioni è gratuito e comprende anche la visita alla mostra, che sarà aperta in via eccezionale martedì 4 settembre dalle 10 alle 18.
La prima parte del programma (123 minuti), dal titolo “50 years of Artists under the big Top: Perplexed”, esplora l’eredità e l’importanza di Artisti sotto la tenda del circo: perplessi (Die Artisten in der Zirkuskuppel: ratlos), film diretto da Kluge e premiato con il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1968. L’opera è definita dal regista come “un’analisi del movimento di protesta del 1968. Il circo come medium è una metafora del conflitto tra l’interpretazione filosofica della Teoria Critica (‘i Fratelli Marx di Francoforte’) e la rivolta studentesca”. Nel film, il personaggio principale, Leni Peikert, eredita il circo di famiglia e cerca di introdurre elementi innovativi nello spettacolo circense, trasformandolo in un “circo di riforma”, ovvero in un momento di intrattenimento di rilevanza sociale. Sfortunatamente, il circo non riesce ad attrarre spettatori e finisce in bancarotta. Leni comincia allora a dedicare i propri sforzi alla televisione come mezzo di comunicazione di massa. Alla fine del film la protagonista dichiara: “Compiendo grandi passi, ci rendiamo ridicoli, ma compiendo tanti piccoli passi posso diventare la Segretaria di Stato del Ministro degli Esteri”. Artisti sotto la tenda del circo: perplessi è accompagnato da altri cinque cortometraggi realizzati da Kluge nel 2018, così da creare una costellazione di prospettive polifoniche, in relazione alle tematiche trattate nel suo film del 1968.
La seconda parte (123 minuti) del programma comprende due nuove formati cinematografici sperimentati recentemente da Alexander Kluge: “minute-films” e “minute-operas”. Un minute-film fa riferimento alla sede veneziana di Fondazione Prada, Ca’ Corner della Regina, e alla nobile Caterina Cornaro che diventò regina di Cipro nel 1468. La minute-opera All Russia’s souls point their roots heavenwards crea una connessione tra due composizioni musicali di Modest Petrovič Musorgskij e il personaggio storico della guardia personale di Ivan il Terribile. Altri due film affrontano i temi del pathos e dell’apprendimento, anche in relazione alla mostra “Machines à penser” che esplora la correlazione tra le condizioni di esilio, fuga e ritiro e i luoghi fisici o mentali che favoriscono la riflessione, il pensiero e la produzione intellettuale, focalizzandosi su tre fondamentali figure della filosofia del XX secolo: Theodor W. Adorno (1903 -1969), Martin Heidegger (1889 – 1976) e Ludwig Wittgenstein (1889 -1951). La seconda parte del programma si conclude con Winter of love (60 minuti), che documenta il contrasto tra intellettuali e pensatori, come Theodor W. Adorno and Jürgen Habermas, e il movimento studentesco a Francoforte nel 1968.
Il programma di proiezioni concepito da Alexander Kluge sarà anticipato da due eventi che si terranno a Venezia nei prossimi giorni. Il regista presenterà il suo nuovo film Happy Lamento, con Khavn De La Cruz, il 30 agosto e il 2 settembre 2018 durante le Giornate degli autori in occasione della Mostra del Cinema. L’evento “The Snows of Venice – Theory like swimming in the storm”, dedicato all’opera letteraria e cinematografica di Kluge e organizzato dal Goethe-Institut Mailand in collaborazione con S.a.L.E. Docks, si terrà a Venezia il 3 settembre 2018 alle 11. In questa occasione, verrà presentato il libro The Snows of Venice, scritto da Ben Lerner e Alexander Kluge. La pubblicazione nasce dalla collaborazione tra il regista, Ben Lerner, Thomas Demand e Anna Viebrock ed è uno dei risultati della mostra “The Boat is Leaking. The Captain Lied.”, ospitata dalla sede di Venezia della Fondazione Prada nel 2017. L’opera comprende 21 fotografie di Gerard Richter incentrate su Venezia, 4 opere di R.H. Quaytman sull’”angelo della storia” di Walter Benjamin e 5 scatti di Thomas Demand sul “livello più alto di verosimiglianza”.
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PROGRAMMA
Parte 1 (10 -13) – 50 years of Artists Under the Big Top: Perplexed
- The circus enters the town (4 min)
- Police-triptych (5 min)
- The artists at the top of the big top – perplexed (100 min)
- Where have all the flowers gone? (12 min)
- On the death of my sister (2 min)
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Parte 2 (14-16.30) – New Minute-films and Minute-operas
- “Weep with summer houses and ruins” / “Venice’s golden hair” (3 min)
- Love/ Intrigue /Poison. Verdi’s Luisa Miller (3 min)
- All Russia’s souls point their roots heavenwards (3 min)
- “Opera with hammer and junk” (3 min)
- Super Heroes und the sopranos of Bellini (6 min)
- Homage to Anselm Kiefer / “In the rock of signs” (4 min)
- Mondrian-machine no. 1 (2 min)
- The Russian female teacher of 1920 (1 min)
- “Tend to the snow on the fields” (3 min)
- I am a “bookworm” with Helge Schneider (35 min)
- Winter of Love. Student movement in September 1968 in Frankfurt (60min)
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Alexander Kluge – note biografiche
Nato nel villaggio di Halberstadt nel 1932, Alexander Kluge è uno degli intellettuali più importanti nella Germania di oggi. Il suo imponente lavoro può essere considerato la continuazione in forma scritta e visiva della teoria critica della Scuola di Francoforte. Da giovane è definito come il figlio prediletto di Theodor Adorno (Oskar Negt). I motivi, gli argomenti e le strategie formali del radicale cinéma impur di Kluge sollevano numerosi interrogativi sulla rappresentazione e sul genere, sulla storia e sulla memoria, sulla teoria e il rapporto che intrattiene con la pratica, sulla continua vitalità del modernismo. Nel 1958 Adorno lo presenta a Fritz Lang, per il quale Kluge, l’anno seguente, è uno degli assistenti nella realizzazione de La tigre di Eschnapur (Der Tiger von Eschnapur). Nel 1962 è tra i ventisei firmatari del Manifesto di Oberhausen, il documento che sancisce la nascita del Nuovo cinema tedesco. Nel 1966 dirige la sua opera prima, La ragazza senza storia (Abschied von Gestern), aggiudicandosi il Leone d’Argento alla Mostra di Venezia, primo regista tedesco a ricevere un premio dalla fine della guerra. Due anni dopo, ancora al Lido, vince il Leone d’Oro con Artisti sotto la tenda del circo: perplessi. Nel 2008 presenta uno dei più complessi film della recente storia del cinema: Nachrichten aus der ideologischen Antike: Marx/Eisenstein/Das Kapital, nove ore e mezza nelle quali Kluge reinventa il progetto incompiuto di Eisenstein di filmare Il Capitale di Karl Marx. Kluge è anche uno dei maggiori scrittori della fine del XX secolo. I suoi lavori sono significativi per la sperimentazione formale e per una critica radicale. Come scrive Fassbinder nel 1982, la sua prosa ”certifica, alla fine, quello che è uno dei suoi principali obiettivi, mettere in discussione ogni tipo di istituzione, soprattutto quelle dello stato”. I suoi saggi critici più importanti sono Sfera pubblica ed esperienza: per un’analisi dell’organizzazione della sfera pubblica borghese e della sfera pubblica proletaria (Öffentlichkeit und Erfahrung), scritto con Oskar Negt e pubblicato nel 1972, e Geschichte und Eigensinn, sempre in coppia con Negt, uscito nel 1981. Mentre tra le sue mostre, si possono citare: dctp – Alexander Kluge. The Interview as Artistic Form (ZKM, Karlsruhe, 2008); The Boat is Leaking. The Captain Lied. (Fondazione Prada, Venezia, 2017), Pluriversum (Museum Folkwang, Essen, 2017), Gardens of Cooperation (Württembergischer Kunstverein, Stoccarda e La Virreina, Barcellona, 2017) e The poetic power of Theory (Belvedere Haus 21, Vienna, 2018). I suoi libri più recenti Geschichten vom Kino (Storie del cinema) e Kongs große Stunde – Chronik des Zusammenhangs (L’ora di Kong: Cronaca della correlazione) sono stati pubblicati in Italia nel 2017. A settembre 2018 è in uscita il nuovo libro scritto con Ben Lerner Snows on Venice.