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Tra le linee

Una danza primordiale che sfida il concetto di limite, andata in scena al Teatro Elfo Puccini di Milano nell'ambito del MilanOltre Festival

Tra le linee
Foto di Luca Del Pia

Sul palco del Teatro Elfo Puccini al MilanOltre Festival il 6 ottobre è stata la volta di “Tra le linee”, da un progetto di Simona Bertozzi e Claudio Pasceri e musiche di NEXT, New Ensemble Xenia Turin. Protagonista indiscusso è il programma musicale con musiche eseguite dal vivo di L.v. Beethoven, Wolfgang Rihm e le accattivanti partiture per violoncello e elettronica di Riccardo Perugini su cui sono state create le coreografie pungenti e ferine da un’affascinante Simona Bertozzi.

Energia, corpi vibranti e pathos corale sono i tratti salienti di una solida architettura coreografica basata su una profonda ricerca sulla resa della plasticità dei corpi danzanti. Schiene parlanti e pose spigolose come di corpi di statue prendono vita dentro involucri-limite da sfruttare come possibilità di moto in uno spazio che diventa dimensione del divenire. Risultato di un percorso di ricerca sperimentale sul concetto di limite nella danza contemporanea, Tra le linee non ha nulla di lineare. Piuttosto è uno spettacolo basato sui disequilibri, sulle cadute, sui movimenti spezzati e i corpi reiterati in pose mozzate. Una danza quasi primordiale che cerca un nuovo rapporto con la terra, fatta di colpi, battiti, ritmi coinvolgenti e una continua tensione verso il basso. Corpi come ombre si stagliano su luci soffuse. In scena cinque corpi sono sagome danzanti sulle sonorità elettroniche liquide e misteriose di Perugini che ben si uniscono a un violoncello seducente.

tra le linee
Foto di Luca Del Pia

Grinta ferina e felina, incisività gestuale, caratterizzano una Simona Bertozzi dallo stile inconfondibile. Animali notturni che si lanciano in corse, impatti destabilizzanti col suolo, voglia di liberarsi, di aggirare il limite, cavalcano lo spazio in lungo e in largo, lo attraversano, lo plasmano in traiettorie di moti a volte reiterati, a volte imprevedibili. La danza da individuale diventa collettiva e tribale, fatta di interazioni tra respiri e movimenti fluidi in cui i danzatori sembrano essersi emancipati dallo scheletro e dal corpo-involucro. Il palco diventa un tableau vivant di schegge di bianco su luci più calde.

La grande fuga di Beethoven fatta di linearità, rigore e toni aulici eseguita dal quartetto d’archi di NEXT, New Ensemble Xenia Turin si contrappone alla musica di Perugini dal titolo Ad Io, la quale racchiude un percorso di composizioni dell’artista che giungono dall’età dell’infanzia per protendersi fino ai giorni d’oggi. Le linee in questo spettacolo sono dimensioni sonore che si contrappongono come sfumature cromatiche in contrasto, sono soundscapes risucchianti che racchiudono oscurità, lirismo e mistero in Beethoven, calma e note oniriche in Wolfgang Rihm con “Zwischen den Zeilen” (tradotto vuol dire tra le linee appunto) e freschezza e stratificazione in Perugini.

Tra le linee è un viaggio dell’individuo in cerca di una collocazione spazio-temporale nel tempo e nel confronto con l’altro. I molteplici riferimenti iconografici riprodotti nelle movenze e nelle posture, e lo sguardo su alcuni scenari di protesta del passato degli ultimi anni, rendono questo spettacolo uno studio sociale e artistico approfondito attraverso il linguaggio della danza.

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