Gran finale di stagione con il racconto agrodolce di Claudio Bisio e Giorgio Gallione
ispirato alle pagine letterarie di Francesco Piccolo
martedì 14 – mercoledì 15 marzo, ore 21
Claudio Bisio
LA MIA VITA RACCONTATA MALE
da Francesco Piccolo
regia Giorgio Gallione
con Claudio Bisio e i musicisti Marco Bianchi e Pietro Guarracino
musiche Paolo Silvestri
scene e costumi Guido Fiorato
luci Aldo Mantovani
produzione Teatro Nazionale di Genova
Il racconto di un uomo di mezza età che con la sua autoironia scava
dentro il proprio vissuto di ricordi, in una sequenza di episodi, aneddoti e situazioni al limite
del tragicomico. Potrebbe essere la storia di chiunque e invece è l’autografia romanzata che
Claudio Bisio porterà sul palcoscenico del Politeama Pratese per La mia vita raccontata
male, in scena martedì 14 e mercoledì 15 marzo (alle 21), per chiudere in bellezza la
stagione di prosa Il tempo ritrovato. Uno spettacolo molto atteso (ultimi biglietti disponibili
nelle due date), quello prodotto dal Teatro Nazionale di Genova, che porterà a Prato un artista che non ha certo bisogno di presentazioni, capace di cimentarsi in generi diversi dal teatro alla tv passando per il cinema.
Bisio attinge dal patrimonio letterario di Francesco Piccolo, premio Strega 2014 e da pochi
giorni di nuovo in libreria con La bella confusione, per intraprendere un viaggio agrodolce fra vita pubblica e privata, reale e romanzata, in coppia con il regista Giorgio Gallione in un
sodalizio artistico che da qualche tempo li vede insieme passando da Monsieur Malaussène di Daniel Pennac a Father and son di Michele Serra.
Storie e parole scandite in musica (sul palco Bisio sarà accompagnato dai musicisti Marco
Bianchi e Pietro Guarracino) cucite addosso alla parabola del protagonista che fa i conti con se stesso attraverso le parole dello scrittore Piccolo (tratte dai romanzi Momenti di trascurabile felicità e Il desiderio di essere come tutti), per riannodare i fili di una biografia che potrebbe essere la sua ma anche quella di un’intera generazione. Un po’ romanzo di formazione, un po’ biografia divertita e pensosa, un po’ catalogo degli inciampi e dell'allegria del vivere, La mia vita raccontata male si dipana in un’eccentrica sequenza di racconti e situazioni che inesorabilmente costruiscono una vita in cui tutti si riflettono e s’immedesimano.
Dalla prima fidanzata alle gemelle Kessler, dai mondiali di calcio all'impegno politico,
dall'educazione sentimentale alla famiglia o alla paternità, dall'Italia spensierata di ieri a quella sbalestrata di oggi, fino alle scelte professionali e artistiche che inciampano in Bertolt Brecht o si intrecciano con Mara Venier, lo spettacolo è concepito come un divertente ping pong tra vita pubblica e privata, reale e romanzata, raccontando "male", in musica e parole, tutto ciò che per scelta o per caso concorre a fare di noi quello che siamo.
Un viaggio agrodolce nella vita del protagonista, che forse non è esattamente quella vissuta, ma quella che si ricorda. Lo spettacolo rappresenta così un’indiretta riflessione sull’arte del narrare, su come il tempo modifica e trasfigura gli eventi, giocando spesso a idealizzare il passato, cancellando i brutti ricordi e magnificando quelli belli. Come fa Claudio Bisio, che in scena sta seduto su una pila di libri ammucchiati qua e là, quasi a suggellare le innumerevoli storie di innumerevoli vite vissute in mezzo a piccoli oggetti che fanno parte della quotidianità. Il mattatore di Zelig conferma il suo talento da narratore muovendosi sul palcoscenico per costruire una partitura emozionante, spesso profonda ma pure giocosamente superficiale, ideale, civile ed etica.
Ci sono due tipi di storie che si possono raccontare – scrive l’autore Francesco Piccolo a
proposito dello spettacolo – quelle che fanno sentire migliori e quelle che fanno sentire peggiori, ma quello che ho capito è che alla fine ognuno di noi è fatto di un equilibrio finissimo di tutte le cose, belle o brutte; e ho imparato che, come i bastoncini dello shangai – se tirassi via la cosa che meno mi piace della vita, se ne verrebbe via per sempre anche quella che mi piace di più.
Il costo del biglietto è di 35-30 euro per la platea (settore A e B), 25 per la galleria; riduzioni previste per gli spettatori under 25 (15 euro), 10 per cento di sconto per i soci Unicoop Firenze. Prevendite on line su Ticketone, nei punti vendita Boxoffice o direttamente alla biglietteria del teatro, aperta da martedì a sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19. Informazioni: www.politeamapratese.it.