La settimana all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia si apre mercoledì 28 febbraio con il primo appuntamento cameristico del Ciclo Brahms con Alessandro Carbonare ed Enrico Pace e prosegue con un concerto tutto dedicato alla Francia, igiovedì 29 febbraio alle ore 19.30 (con repliche il 1° marzo alle 20.30 e sabato 2 marzo alle 18, Auditorium Parco della Musica, Sala Santa Cecilia) che vedrà sul podio Riccardo Minasi e il Primo violino dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, Andrea Obiso.
Primo appuntamento cameristico del Ciclo Brahms che l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dedica al compositore di Amburgo. Mercoledì 28 febbraio alle ore 20.30 (Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli, concerto trasmesso in diretta da Rai Radio 3), Alessandro Carbonare ed Enrico Pace eseguiranno musiche di Brahms e Schumann, colui che nel 1853 aveva lanciato la carriera di Brahms, all’epoca appena ventenne, nel suo articolo Vie nuove: “Vi è un giovane di Amburgo”, scrisse Schumann, “dotato di un tale genio che eclissa tutti gli altri giovani compositori”. Alessandro Carbonare, Primo Clarinetto dell’Orchestra di Santa Cecilia, dell’Orchestra del Festival di Lucerna e dell’Orchestra Mozart oltre che ospite di celebri compagini quali la New York Philharmonic, i Berliner Philharmoniker e l’Orchestre National de France, è tra i maggiori virtuosi del suo strumento. Nel concerto odierno verrà affiancato da Enrico Pace, che collabora con musicisti del calibro di Daniele Gatti, Gianandrea Noseda, Frank Peter Zimmermann e Leonidas Kavakos.
Le due Sonate per clarinetto e pianoforte op. 120 risalgono al 1895 e sono le ultime composizioni cameristiche di Brahms. Gemelle nello stile e nello spirito, sono contraddistinte da un carattere meditativo, malinconico, percorse da un elegismo affettuoso e, come scrisse Rostand “intessute di interiorità […], non concedono nulla al virtuosismo: opere scritte per sé stesso, così come si scrive un diario”. Furono composte per Richard Mühlfeld (1856-1907), primo clarinetto dell’Orchestra di corte di Meiningen che nel 1891 aveva stregato Brahms trascinandolo “come una cometa”. La serata si aprirà invece con le Tre Romanze op. 94 di Robert Schumann, brevi brani composti nel 1849, originariamente per oboe e pianoforte, e pensati come un dono natalizio del compositore per la moglie Clara. La seconda parte del concerto si aprirà con i tre Phantasiestücke op. 73 di Schumann, sempre del 1849, destinati alla pratica della “Hausmusik”: brevi brani pieni di charme e di fantasia narrativa.
Il prossimo appuntamento con la musica di Johannes Brahms è in programma il 6 marzo (ore 20.30, Sala Sinopoli), con il Sestetto Stradivari che eseguirà i due Sestetti del compositore amburghese e il 13 marzo (ore 20.30, Sala Sinopoli) con Nicolas Altstaedt, Barnabás Kelemen e Alexander Lonquich che eseguono i Trii di Brahms. Biglietti da € 18 a € 38.
Saranno due artisti italiani i protagonisti del concerto di giovedì 29 febbraio alle ore 19.30 (con repliche il 1° marzo alle 20.30 e sabato 2 marzo alle 18, Auditorium Parco della Musica, Sala Santa Cecilia), interamente dedicato all’“Ars gallica”: sul podio, infatti, salirà Riccardo Minasi, Direttore musicale del Teatro Carlo Felice di Genova, che torna sul podio ceciliano a quattro anni dal suo debutto, e il Primo violino dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, Andrea Obiso, classe 1994, considerato un enfant prodige del violino, e ora al debutto da solista nella stagione sinfonica. Tra i molti riconoscimenti ottenuti, ricordiamo il secondo posto ottenuto al prestigioso ARD International Violin Competition e il Prix Ravel del 2017 oltre alle importanti collaborazioni con la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks e con il Deutsches Symphonie-Orchester Berlin.
La serata si apre con tre Ouvertures di Rameau dell’opera Zaïs (1748), dell’opera-balletto Les fetes de Polymnie (1745) e di Naïs (1749). Seguirà il Terzo Concerto per violino di Camille Saint-Saëns, definito da Marcel Proust un “umanista musicale che fa scoppiare in ogni istante l’invenzione e il genio”, composto nel 1880 per il grande virtuoso Pablo de Sarasate. Quindi sarà la volta di Tombeau de Couperin, tra le pagine più raffinate di Ravel. Composto per pianoforte nel 1917, fu orchestrato nel 1919 ed è, citando lo stesso Ravel, un “omaggio rivolto non tanto al solo Couperin quanto all’intera musica francese del XVIII secolo”. Chiude la serata la Suite tratta dalla Carmen di Georges Bizet che contiene alcune delle musiche più celebri dell’opera come il Prélude, l’Aragonaise, la Séguedille e in chiusura la Danse bohème. Biglietti da € 19 a € 52, www.santacecilia.it