Lo sguardo contemporaneo di Antonio Latella incontra con successo La locandiera, la più celebre delle commedia goldoniane scritta nel 1793, affidando il ruolo di Mirandolina a Sonia Bergamasco.
La visione di Latella, sempre con Linda Dalisi in veste di dramaturg, parte dal presupposto che non si tratti esattamente di una commedia, ma di una “grande operazione civile e culturale” come spiega il regista nelle note di sala citando Goldoni.
In effetti Lo locandiera secondo Latella non tradisce nulla di lezioso, ma riesce a coglie tutta la rivoluzione del testo goldoniano “ed eleva una donna formalmente a servizio dei suoi clienti a donna capace di sconfiggere tutto l’universo maschile, soprattutto una donna che annienta con la sua abilità tutta l’aristocrazia”.
Per la prima volta nella storia del teatro, protagonista in scena è una donna. Mirandolina, una bravissima, misurata e attenta Bergamasco che regala sempre una protagonista vestita di smalto contemporanea, ora introversa, ora seducente, è una donna che viene attraversata da moderni turbamenti. Solo formalmente al servizio degli uomini che alloggiano nella sua locanda di Firenze, riesce a capire tutti i meccanismi dei comportamenti degli altri personaggi riuscendo a manipolarli a suo piacimento.
E la commedia diventa il trionfo di una donna che riesce a sconfiggere il variegato universo maschile Intorno a Mirandolina gravita un bel cast di attori composto l’aristocratico e decaduto Marchese di Forlipopoli (Giovanni Franzoni), che le assicura protezione, il ricco e sbruffone Conte di Albafiorita (Francesco Manetti), che ha comprato il titolo con il denaro e che le offre ricchezza. E Mirandolina, intelligente e scaltra, li tiene sempre in pugno, ma concentra le sue arti solo sul Cavaliere di Ripafratta (Ludovico Fededegni), ricco aristocratico, borioso e misogino. Ospiti della locanda anche due commedianti Ortensia (Marta Cortellazzo Wiel) e Dejanira (Marta Pizzigallo) che si fingono due nobildonne nel tentativo (vano) di incastrare qualche riccone.
Ovviamente Mirandolina riuscirà nel suo intento finendo però per restare infatuata dello stesso Cavaliere, ma tutto tornerà in perfetto ordine (inclusa la divisione delle classi sociali) quando Mirandolina accetterà di convolare a nozze con il domestico Fabrizio, come voluto in punto di morte dal di lei padre. Latella riesce a imprimere un senso di forte modernità alla commedia, nella dialoghi e nelle riflessioni ad alta voce di Mirandolina, riservandosi qualche momento di libertà creativa che affatto stride con il testo goldoniano.
Modernità anche nei costumi di Gabriella Pepe con Mirandolina di sempre bianco vestita, le due attrici in nero, felpe, maglioni, cappotti o infradito, sulle scena lignee e intarsiate di Annelisa Zaccheria. Magnifico omaggio di Latella a Goldoni e a Massimo Castri.
Fabiana Raponi