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Teatro Comunale Luca Ronconi – Gubbio (PG)
Via del Popolo, 17
Gubbio (PG)
Tel.: 075 575421
Mail: tsu@teatrostabile.umbria.it[/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_row_inner][vc_column_inner width=”1/2″][vc_column_text]
Sito ufficiale: www.teatrostabile.umbria.it
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Cartellone: www.teatrostabile.umbria.it
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Biglietteria: www.bigliettoveloce.it
[/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_row_inner][vc_column_inner][vc_column_text]Il Teatro Comunale di Gubbio, già della Fama o Condominiale, si inizia a costruire a partire dal 1713 con dimensioni più modeste rispetto alle attuali. Un’accademia appositamente costituita da nobili eugubini promuove e finanzia l’iniziativa. Internamente l’edificio è progettato e decorato attorno al 1737 dall’architetto Maurizio Lottici e dal pittore Giovanni Mattioli, ambedue di Parma, con la soprintendenza dell’abate Bartolomeo Benveduti. Il Teatro viene inaugurato nel carnevale del 1738, sin dall’inizio è utilizzato per recite, concerti, burlette. La situazione strutturale si fa critica nel 1822: da questo anno inizia un quarantennio di intensa progettazione e profonda trasformazione dell’edificio.
Il 28 febbraio 1840, con il contributo del Comune di Gubbio, iniziano i lavori del nuovo teatro, con un progetto dell’ingegnere Ercole Salmi che adotta i seguenti provvedimenti: inversione tra platea e palcoscenico, costruzione di un atrio e di locali annessi, mantenimento degli ordini di palchi esistenti e erezione di una nuova facciata. In corso d’opera viene acquistata l’attigua casa per ampliare il palcoscenico. L’esecuzione delle opere strutturali si conclude con gli interventi nel loggione, suggeriti dall’architetto modenese Luigi Poletti e progettati da Vincenzo Ghinelli di Senigallia (1859).
Tra il 1859 e il 1862, invece, vengono eseguite le opere di decorazione, finitura e arredo, alle quali partecipano i principali artisti eugubini del tempo (nonché alcuni forestieri), sotto la direzione di Raffaele Antonioli, Ulisse Baldelli e Nazzareno Lunani. Raffaele Morena e Senofonte Mischianti realizzano, su disegno di Vincenzo Ghinelli, le decorazioni in stucco dei parapetti dei palchi. Le dorature degli stucchi e gli ornati in legno sono dovuti a Francesco Mazzacrelli. I mascheroni intagliati sono invece opera di Giuseppe Ceccarelli (detto Pipillo). La decorazione del soffitto della sala si deve al pittore Raffaele Antonioli. Entro dodici spicchi delimitati da colonnine, sono raffigurati i geni delle Muse ed alcuni amorini. Nel bordo esterno compaiono invece dodici medaglioni, con cornici stellate, recanti i ritratti dei principali compositori, commediografi e drammaturghi italiani del XIX e XIX secolo. Musi leonini e volti con copricapi piumati – che dovrebbero simboleggiare le nazioni della Terra, a testimonianza dell’universalità dell’arte teatrale – compaiono sul bordo esterno in corrispondenza delle colonnine. Allo stesso Antonioli si deve la decorazione con trofei musicali dell’architrave della bocca d’opera. La lumiera in metallo dorato con pendoli in cristallo di Boemia è opera della ditta Boni e Fiorini di Ancona, mentre la sovrastante griglia in ottone, è cesellata da Giuseppe Magni, su disegno di Raffaele Antonioli. Il sipario raffigurante il palazzo dei consoli è opera tradizionalmente riferita da alcuni all’eugubino Gaetano Alessandrini, da altri all’Antonelli.
Il teatro si inaugura nel 1862. Nel 1880 viene sostituita l’illuminazione a olio d’oliva perché “costa troppo e ci si vede poco” con quella a olio minerale. Al biennio 1919-1920 si datano i lavori di restauro, decorazione e tinteggiatura della sala e degli ambienti annessi, da parte del pittore decoratore Clodomiro Menichetti. Il Teatro nel 1961 è dichiarato inagibile per le precarie condizioni statiche. I lavori di ripristino, iniziati nel 1975 sotto la direzione dell’ingegnere Giuseppe Tosti, si concludono nel febbraio del 1985, con l’inaugurazione dell’edificio restaurato il 24 marzo successivo.
Il 4 novembre del 2015 il teatro è stato intitolato al Maestro Luca Ronconi.
Cartellone: http://www.teatrostabile.umbria.it/pagine/gubbio-004
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