venerdì, Aprile 19, 2024

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“Nella Foresta”

Il 22 giugno alle ore 21 debutta in Prima Nazionale lo spettacolo Nella Foresta,

scritto e diretto da Giles Smith all’interno della vetrina del Festival dei Mondi

al Teatro Patologico in Roma.

Questo progetto -l’opera e i suoi temi- sono inspirati alla vita e alle idee del

neurologo A.R. Luria e dello psichiatra ed educatore Bruno Bettelheim. Nel

mondo della malattia mentale entrambi i dottori capirono la necessità di

vedere oltre il disagio e dentro la persona.

Bettelheim capì che le favole possono essere di aiuto. Le favole insegnano che

c’è un modo di lottare contro le difficoltà della vita e di affrontarle

direttamente. Spaventosi racconti popolari, come quelli dei fratelli Grimm,

possono aiutare a superare le ansie esistenziali grazie al simbolismo.

Abbiamo un numero spaventoso di censure nella nostra vita; Gap; l’abisso che

non osiamo contemplare e che invece ci affrettiamo a nascondere con sostanze

o comportamenti ripetitivi, per distrarci da ciò che stiamo perdendo. Adesso le

macchine fanno tutto per noi: darci piacere, prodotti, informazioni,

intrattenimento, compagnia, lavori che un tempo -con difficoltà forse- ci

ricordavano di essere vivi. Ora non li facciamo più; non ci sentiamo più umani.

C’è un numero sempre crescente di persone, soprattutto donne, che si tagliano,

che feriscono la loro carne abitualmente con rasoi o coltelli, cercando di

rendere concreti i loro vuoti; la noia, la pena, le connessioni mancate, tanto da

creare vuoti in loro stesse e cicatrici permanenti. Ferirsi sembra la sola via per

ricordarsi di esistere.

Le domande: chi sono?, che faccio qui? sono qualcosa che ci affliggono tutti.

Siamo tutti, consciamente o inconsciamente, presi dall’idea della morte, dalla

paura dell’abbandono, dalla separazione, dalle delusioni, dai dilemmi edipici,

dalle sfide fraterne -il quotidiano cercare di dare senso alla vita. Spesso

abbiamo ansie inespresse e fantasia caotiche, rabbiose e persino violente. Ma

come e dove superiamo la linea che separa normale da anormale?

Come possiamo raccontare la differenza tra immaginazione sana e pericolosa

fantasia?

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