giovedì, Marzo 28, 2024

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Gianrico Tedeschi in Farà giorno alla Sala Umberto di Roma

fotoStanding ovation alla prima alla Sala Umberto di Farà giorno, uno dei migliori spettacoli visti negli ultimi tempi, frutto dell’incontro tra un grande attore come Gianrico Tedeschi e un testo ben scritto che sa dosare leggerezza e profondità. La piéce riesce a rappresentare con grande fluidità personaggi complessi, diametralmente opposti, e a svelarne i segreti gradualmente, tenendo viva la curiosità negli spettatori, segreti che rendono i protagonisti non così lontani e diversi tra loro come credevano inizialmente. Ma cosa hanno in comune Renato (Gianrico Tedeschi), ex comunista partigiano e medaglia d’oro al valore della Resistenza, Manuel (Alberto Onofrietti), giovane coatto romano con spiccate simpatie nazifasciste, e Aurora (Marianella Laszlo), figlia di Renato ed ex brigatista? Apparentemente nulla, salvo una grande solitudine interiore e una serie di rimpianti ed errori. Il periodo di convalescenza che Renato deve passare a letto dopo essere stato investito da Manuel diventa un’occasione di riflessione sulla vita trascorsa e su quella breve che gli rimane da vivere. I suoi alti ideali forgiati sotto la Resistenza lo guidano nel rapporto con Manuel che, per non farsi denunciare, si offre di assisterlo per tutto il tempo della degenza e della riabilitazione. Il ragazzo è alla deriva, senza punti di riferimento culturali ed affettivi; l’impotenza di cambiare la propria vita e di intravvedere un futuro lo rende aggressivo e arrogante. L’ignoranza, il pregiudizio razziale e la violenza verbale di Manuel si scontrano con i modi gentili e gli imperativi morali di Renato, che per tutta la vita ha coltivato la speranza di costruire un mondo migliore, basato sui diritti imprescindibili dell’uomo, sul dialogo e sulla libertà, considerata “ossigeno della vita”. Tra i due, però, attraverso scambi di battute vivaci e brillanti, nasce un confronto costruttivo che si arricchisce ancora di più con il ritorno a casa dopo trent’anni della figlia di Renato. Tutti i personaggi hanno da rimproverarsi qualcosa e qualcosa da imparare e perdonare. «Il testo vive di questi incontri spesso comici fra l’impegnato e il non so. Vive sulle rimozioni del passato, sui sensi di colpa e su un orgoglio troppo superficialmente esibito», spiega il regista Pietro Maccarinelli. Gli autori, Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi hanno saputo costruire uno spettacolo che suscita lacrime e risate, ricco di contenuti ma lontano dalla retorica, che alterna le frasi profonde del vecchio Renato e il gergo romanesco di Manuel. Personaggi e spettatori vengono accompagnati in un processo catartico di riacquisizione di valori e sentimenti. Ne nasce una commedia ben architettata assolutamente da non perdere.

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