co-produzione Italo-Belga: Jack and Joe Theatre, Laboratorio Amaltea, Collectif Libertalia (Bruxelles) Compagnie du Campus (La Louvière)
con: Marco Borgheresi e Adriano Miliani
regia: Patrick Duquesne e Giovanni Orlandi
“Multinazionale multi settore presente in 42 paesi, seleziona collaboratori a tempo pieno”.
Elio Bianchi, operaio disoccupato, risponde all’annuncio scoprendo che, in cambio di un ottimo salario, dovrà ricoprire il ruolo di capo reparto alla catena di montaggio per la costruzione di mine antiuomo.
Da parte sua, cercando di spazzar via le preoccupazioni etiche del disoccupato, il responsabile del personale Mario Rossi tenta in realtà di convincere anche se stesso che la cosa più importante sia salvare l’economia del paese.
Fino a dove arriverà la dittatura esercitata dall’economia mondializzata sull’essere umano? Ci convincerà che bisogna accettare la guerra perché rigenera l’economia? Ci farà accettare l’avvelenamento dell’aria, del terreno, degli alimenti perché necessarie a rendere più competitive le merci prodotte? Elio Bianchi e Mario Rossi, operaio e datore di lavoro, vivono un incubo. Il primo perché è sul punto di accettare un posto che farà di lui il complice della fabbricazione di armi di morte; il secondo perché stanco di convincere i disoccupati del fatto che sia possibile conciliare il ruolo di buon padre di famiglia con il lavoro da lui proposto. Partendo dalla realtà ignobile delle mine antiuomo e delle torture esistenziali che affliggono un individuo di fronte al paradosso di far morire esseri umani per nutrire i propri bambini, lo spettacolo cerca di aprire la coscienza su quel cerchio infernale in cui la società attuale si è chiusa.
Questa logica del denaro che deve produrre più denaro, conduce necessariamente all’eccesso. Ed è proprio questo il cuore delle nostre riflessioni.
In breve, con ironica tragicità, lo spettacolo insiste sul fatto che oggi, in un’epoca di crisi economica acuta, produrre si coniuga sempre più con distruggere, pur riflettendo sul significato che l’economia dà alla vita.
Dichiara uno dei registi Patrick Duquesne:Quando nel 1999 lo spettacolo ha debuttato, nel mondo risaltava la faccia ossessiva della globalizzazione, era il tempo in cui la crescita doveva imperativamente essere infinita. Da 10 anni era caduto il muro di Berlino, era finita la guerra fredda, ed il lavoro sembrava ancora possibile, per alcuni addirittura intercambiabile.
Oggi, 15 anni dopo, sono crollate altre cose, di certo il capitalismo che vive la crisi peggiore di sempre, la fiducia nei politici, nelle banche come nel commercio che spaccia carne di cavallo dandola per manzo, e che smercia mozzarelle azzurre, per non parlare dei territori super inquinati, delle guerre e del mostruoso lascito delle mine antiuomo. 15 anni dopo ci troviamo dentro una nebbiosa e cupa atmosfera sociale. 15 anni fa ‘Siamo momentaneamente assenti’ anticipava quella faccia non ancora visibile ma che serpeggiava, per arrivare ad oggi….
Lo spettacolo è stato presentato in lingua francese in: Belgio, Francia, Lussemburgo e Canada, così come rappresentato nelle scuole medie e superiori con dibattito finale.
Biglietti: intero € 10 , ridotto € 8
durata: atto unico 60′
Prossima data 7 marzo, Teatro delle Sfide, Bientina (PI)
Teatro Niccolini
Via Roma, San Casciano Val di Pesa (FI)