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Cirque Éloize in ID: oltre il linguaggio universale del circo

fotoIl circo classico con gli animali ammaestrati, i costumi succinti e i lustrini è una concezione agli antipodi della forma espressiva del Cirque Éloize che irradia energia da ogni movimento dei suoi acrobati, i quali attraverso il linguaggio interculturale e poetico degli artisti di strada esprimono la loro identità, cioè l’ID del titolo.

Il Cirque Éloize, fondato nel 1993 da Jeannot Painchaud del Québec, acrobata specializzato in ciclismo artistico, è leader fra le compagnie circensi contemporanee per la perfezione stilistica delle sue rappresentazioni. Col suo elevato standard di professionalità è protagonista del rinnovamento delle arti circensi ed ha sottoscritto dal 2010 un accordo di partnership col mitico Cirque du Soleil.

La sua denominazione deriva dal termine “elwaz” utilizzato nelle Îles de la Madeleine in Québec per indicare “lampi di luce incandescenti all’orizzonte” di cui Painchaud, direttore artistico e creativo di tutti gli spettacoli, ha mutuato il significato nei lampi di calda energia corroborante che rivitalizzano lo spirito degli acrobati, provenienti da multiformi discipline quali teatro, danza, musica e sapientemente integrati nelle discipline acrobatiche.

ID spettacolarizza l’alta acrobazia multidisciplinare elevando il linguaggio street a forma artistica, in cui la troupe dalle composite nazionalità e culture si esibisce con strabilianti ed eclettici numeri di breakdance e urbanbike.

Sedici artisti, che si misurano in dodici discipline circensi, intessono una vicenda metropolitana nella città immaginaria sorta dalla sintesi di varie forme estetiche quali i film di fantascienza, il mondo dei fumetti, la geometria dei graffiti. Discipline circensi e cultura urbana, in un proteiforme connubio, simulando le guerre fra gang di giovani afroamericani e latinoportoricani che infestavano la New York del Bronx.

Ne deriva uno spettacolo pieno di energia, magnetismo, colore, acrobazie, movimento, ambientato in una scenografia con fondali da città futurista su cui si proiettano grattacieli sospesi, dalle colorazioni cangianti, in un gioco di luci che amplifica e moltiplica gli effetti caleidoscopici delle proiezioni video, che sprigionano luce ed energia in cui tutto si potenzia e si dissolve

Su queste quinte, da cui fuoriescono e si ritraggono esili basi di appoggio e sottili pertugi, saltano e si arrampicano, leggeri, i performers, così come volteggiano senza peso gli astronauti nella navicella spaziale.

Sfide tra band, relazioni che nascono e finiscono, figure dei fumetti e dei graffiti, musica elettronica, romantica, rock, hip hop amalgamano le diverse identità di contorsionisti, funamboli, equilibristi, trapezisti, giocolieri, pattinatori in una commistione di linguaggi, filosofie, coreografie, provenienze, culture, abilità.

Scritto e diretto da Jeannot Painchaud, scenografie di Robert Massicotte, design acrobatico di Krysztof Soroczynski, consulenza artistica di Mourad Merzouki, composizioni di Jean-Phi Goncalves e Alex Mcmahon, costumi di Linda Brunelle, lighting design di Nicolas Descoteaux, make-up design di Suzanne Trépanier, co-progetto video di Alexis Laurence.

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