Napoli. Il Presidente della Regione Campania, on. Vincenzo De Luca, il Presidente della Fondazione Campania dei Festival, Luigi Grispello, il Direttore Artistico del Napoli Teatro Festival Italia, Ruggero Cappuccio, hanno presentato alla stampa, lunedì 13 marzo, al Teatrino di Corte di Palazzo Reale, in Piazza del Plebiscito il programma del Napoli Teatro Festival Italia. Al tavolo anche Anna Imponente, direttore del Polo Museale della Campania.
L’edizione del decennale, la prima diretta da Ruggero Cappuccio, organizzata come sempre dalla Fondazione Campania dei Festival, organismo in house della Regione Campania presieduto da Luigi Grispello, inizierà il prossimo 5 giugno e proseguirà fino al 10 luglio proponendo circa 80 titoli suddivisi in dieci sezioni. Dagli spettacoli Internazionali a quelli Italiani, attraversando Danza, Musica, Cinema, Letteratura, Formazione, Mostre, ed ancora la sezione SportOpera che racconta della passione dei grandi scrittori per il tema dell’agòne, fino alla sezione Osservatorio che darà spazio e visibilità a compagnie giovani e non più giovani (ma di indubbia qualità) che trovano difficoltà nell’avvio del processo produttivo.
“Napoli – sottolinea Ruggero Cappuccio – è la terra di Vico, di Croce, di Caccioppoli, di Roberto De Simone, e di tanti ancora. Non esiste altro luogo al mondo in cui autori di altissimo livello sono stati anche indimenticabili attori, come Viviani, Eduardo, Petito. È il Teatro che contiene i Teatri. La decima edizione del Festival sarà un viaggio intorno alle culture teatrali di Napoli, dell’Italia e del mondo, una ricerca della necessità di consapevolezza che presiede all’arte della scena. Per approfondire quanto il valore del sapere antico trovi la sua più affascinante gemmazione nella instancabile capacità di rinnovamento e di rinascita”.
Una lunghissima edizione che accoglierà i debutti della sezione dedicata al teatro internazionale costruita intorno alle figure di Jan Fabre, Angelica Liddell, Dimitris Papaioannou e le altre sezioni in cui agiranno autori, registi, attori, musicisti, come Roberto Andò, Isabella Ferrari, Luca Barbareschi, Stefano Massini, Alessandro Preziosi, Fabrizio Gifuni, Luca Zingaretti, Alfonso Santagata, Antonio Capuano, Enzo Moscato, Cristina Comencini, Lina Prosa, Sandro Lombardi, Mimmo Borrelli, Roberto Herlitzka, Andrea Renzi, Enzo Avitabile, Franco Battiato, Peppe Servillo, i Solis String Quartet, l’Orchestra di Piazza Vittorio, Ambrogio Sparagna, l’Ensemble Berlin, Licia Maglietta, Luciano Saltarelli, Andrea De Rosa , Giuseppe Sollazzo, Pino Carbone, Ascanio Celestini, Ennio Fantastichini, Iaia Forte, Antonella Stefanucci, Laura Curino, Simone Derai, Rosalba Di Girolamo, Gea Martire, Teresa Saponangelo, Fulvio Cauteruccio, Sara Bertelà, Massimo Luconi, Rocco Papaleo, Mario Gelardi, Renato Salvetti, Angela Pagano, Andrej Longo, Marcello Cotugno, Gennaro Cimmino, Marcello Colasurdo, Elena Bucci, solo per fare qualche esempio.
Particolarmente significativo lo spazio destinato alla decima sezione in programma, dedicata alla Formazione, che sintetizza uno dei nodi centrali dell’edizione 2017 del Napoli Teatro Festival Italia ovvero il rapporto tra i Maestri e i giovani talenti, l’incontro tra i linguaggi e le generazioni unite nella necessaria e vitale trasmissione dei saperi. Eimuntas Nekrosius, Peter Brook, Tomislav Janezic, saranno a Napoli per condividere la loro arte con giovani artisti della regione e, allo stesso modo, Antonio Biasiucci, Brunello Leone, Maurizio Capone, Laura Curino, Le Belle Bandiere, Spiro Scimone avvieranno qui i loro laboratori con giovani allievi italiani e stranieri, così da favorire “il vitale corto circuito tra saperi provenienti da mondi diversi”.
La sezione cinema si svolgerà in collaborazione con il Festivaletteratura di Mantova allineando film mai distribuiti in Italia dedicati alle figure dei grandi scrittori del mondo. La sezione Mostre proporrà l’esposizione di costumi per il cinema, il teatro e la lirica realizzata da grandi artisti italiani quali Piero Tosi, Maurizio Millenotti, Gabriella Pescucci e Carlo Poggioli.
Uno degli obiettivi principali del Festival 2017 è rappresentato dalla riunificazione delle arti in una visione interdisciplinare della comunicazione tra esseri umani. In questo senso è da leggere la collaborazione con l’artista Mimmo Paladino, che progetterà il catalogo e i materiali promozionali, mirando a che essi stessi siano oggetti d’arte, oltre che elementi informativi.
Tra i progetti speciali del NTFI 2017 si segnalano le provocazioni di “Attori in vetrina”, la coproduzione di “Afghanistan: il grande gioco” diretto da Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani per il Teatro dell’Elfo, il “Bellini Globe” che trasforma in teatro elisabettiano gli spazi del Teatro Bellini di Napoli per accogliere, tra tragedie e commedie, sei titoli di Shakespeare diretti da Andrea De Rosa, Giuseppe Miale Di Mauro, Gabriele Russo, Francesco Saponaro, Serena Sinigaglia, Emanuele Valenti, ed ancora, un “Anfiteatro Urbano di Periferia” a San Giovanni a Teduccio per mettere in scena la commedia “Gli onesti della banda” liberamente tratta da testi di Mario Scarpetta ed Age e Scarpelli , ed infine un convegno, “Quartieri di Vita”, sul ruolo del teatro nelle aree del disagio.
Emblematica la scelta di Palazzo Reale quale sede principale del Napoli Teatro Festival Italia che si pone l’obiettivo di avviare un processo di valorizzazione tra teatro e beni architettonici. Altro presidio non meno rilevante, sarà costituito presso la periferia di Napoli, a San Giovanni a Teduccio, dove opera il collettivo del Nest.
Il teatro Politeama, il teatro Bellini, il teatro di San Carlo, Villa Pignatelli e Palazzo Cellamare, sono alcuni degli altri spazi prescelti per enucleare l’intero programma della decima edizione del Festival che informerà le altre principali città della Campania con specifiche produzioni tematiche: Salerno sarà associata al tema dell’acqua, Benevento a quello del fuoco, Caserta a quello dell’aria, Avellino a quello della terra.
Il Napoli Teatro Festival Italia si pone come organismo di crescita culturale e sociale. In tal senso favorirà la partecipazione del pubblico attraverso un’oculata politica di prezzi che propone un biglietto ad 8 euro, un ridotto a 5 per gli under 30 e la gratuità per alcune categorie sociali.
Info: www.napoliteatrofestival.it
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Napoli Teatro Festival Italia 2017
una nota di Ruggero Cappuccio
Napoli è la terra di Giambattista Vico e di Raffaele Viviani, è la terra di Benedetto Croce e di Eduardo De Filippo, è la terra di Renato Caccioppoli e Roberto De Simone. Ricerca della razionalità filosofica e matematica insieme alla ricerca dell’intelligenza irrazionale si sono date appuntamento generando fioriture fraterne, sapendo che a nessuna delle due dimensioni era consentito vivere senza l’altra. Né esiste luogo al mondo in cui autori di altissimo livello sono stati anche indimenticabili attori. È il caso di Viviani, appunto, di Eduardo, di Petito.
Il Napoli Teatro Festival Italia, dunque, si svolge in un teatro che contiene i teatri. La decima edizione del NTFI sarà articolata in dieci sezioni: internazionale, italiana, osservatorio, sport-opera, letteratura, teatro-danza, musica, formazione, cinema, mostre. Uno degli obiettivi principali del Festival 2017 è rappresentato dalla riunificazione delle arti in una visione interdisciplinare della comunicazione tra esseri umani. In tal senso, a partire da quella che solitamente viene percepita quale pura cornice sussidiaria per accompagnare gli eventi, facente capo ai materiali di veicolazione pubblicitaria, l’edizione di quest’anno opera una trasmutazione comunicativa di cataloghi e manifesti. Per questa ragione la direzione artistica ha intrapreso una collaborazione con il maestro Mimmo Paladino, artista di levatura internazionale ed esponente di punta della transavanguardia, particolarmente incline all’elaborazione del visivo nel mondo dell’arte scenica. Il catalogo e i materiali pubblicitari del NTFI 2017 saranno progettati da Paladino, mirando ad essere essi stessi oggetti d’arte, oltre che elementi informativi.
Il teatro di Napoli è il tessuto urbano, la stoffa onirica, la potenza genetica dell’arte scenica che seduce le nuove generazioni chiedendo un alto senso di responsabilità critica da praticare intorno ad una preziosa eredità. Ed è proprio sul rapporto tra maestri e giovani talenti che si concentra la decima edizione del Festival. Nekrosius, Peter Brook, Tomislav Janežič, vengono a Napoli per lavorare con giovani artisti di Napoli. Antonio Biasiucci, Brunello Leone, Maurizio Capone, Laura Curino, Le Belle Bandiere, Spiro Scimone lavoreranno con giovani allievi italiani e stranieri. Le due forme aspirano al corto circuito produttivo tra saperi provenienti da mondi diversi. È infatti vero che se Raffaele La Capria non avesse letto Fitzgerald non avrebbe scritto Ferito a morte. Ed è altrettanto vero che senza il Cimarosa ammirato da Stendhal non avremmo avuto Mozart.
La sezione dedicata al teatro internazionale è costruita intorno alle figure di Jan Fabre, Angelica Liddell, Papaioannou. Autori, registi, attori contemporanei che incrociano la modernità della sezione italiana in cui ritroviamo Roberto Andò, Isabella Ferrari, Luca Barbareschi, Stefano Massini, Alessandro Preziosi, Fabrizio Gifuni, Luca Zingaretti, Alfonso Santagata, Antonio Capuano, Enzo Moscato, Cristina Comencini, Lina Prosa. Non meno preziosa è la sezione dedicata alla letteratura, in cui Michele Sovente, Valerio Magrelli, Mariangela Gualtieri, Patrizia Cavalli, incontrano le voci di Sandro Lombardi, Mimmo Borrelli. E se il teatro è l’imprevedibile regno delle sfide, la sezione Sport-Opera racconta la passione dei grandi scrittori per il tema dell’agone, allineando Roberto Herlitzka e Mimmo Paladino con Vargas Llosa, Andrea Renzi e Lino Fiorito con Wallace. Nella città della phonè, l’attenzione si concentra sulle forme infinite che può assumere la parola nel suo incontro con la musica. Excepto di Enzo Avitabile, Luce del Sud di Franco Battiato e i concerti di Peppe Servillo con i Solis String Quartet, l’Orchestra di Piazza Vittorio, l’Ensemble Berlin e la formazione strumentale di Ambrogio Sparagna, mettono in scena il potere tagliente del segno che diventa suono. La sezione Osservatorio sarà invece dedicata alle giovani generazioni teatrali e alle compagnie private che trovano difficoltà nell’avvio del processo produttivo. La sezione cinema si svolgerà in collaborazione con il Festivaletteratura di Mantova allineando film mai distribuiti in Italia dedicati alle figure dei grandi scrittori del mondo. Per quanto concerne la sezione Mostre, particolarmente significativa sarà l’esposizione di costumi per il cinema, il teatro e la lirica realizzata da grandi artisti italiani quali Piero Tosi, Maurizio Millenotti, Gabriella Pescucci e Carlo Poggioli. L’allestimento racconta un viaggio affascinante che avrà inizio con i costumi storici de Il Gattopardo per la regia di Luchino Visconti per arrivare a The Young Pope firmato da Paolo Sorrentino. Particolarmente significativa sarà la costituzione della Casa del Festival presso la reggia borbonica di piazza del Plebiscito. Tale scelta, oltre a rappresentare un presidio di assoluta centralità logistica nella città, si pone l’obiettivo di avviare un processo di valorizzazione tra teatro e beni architettonici. Altro presidio non meno rilevante sarà costituito presso la periferia di Napoli denominata San Giovanni a Teduccio, dove opera il gruppo di artisti facente capo al teatro Nest, vocato ad una preziosa pedagogia dedicata soprattutto alla fascia sociale dei giovani a rischio. Il teatro Politeama, il teatro Bellini, il teatro San Carlo, Villa Pignatelli e Palazzo Cellamare, sono alcuni degli spazi prescelti per enucleare l’intero programma del Festival. Rilevante attenzione verrà riservata ad alcuni dei luoghi più rappresentativi della regione Campania: Salerno sarà associata al tema dell’acqua, Benevento a quello del fuoco, Caserta a quello dell’aria, Avellino a quello della terra. Tale declinazione attiva un principio di identificazione dei luoghi prescelti rispetto alla loro identità storica. Il mare inteso come viaggio, mito e comunicazione; il fuoco inteso come energia spirituale; l’aria intesa come spazio che accoglie le linee architettoniche e la terra come tradizione rituale opposta al mondo della globalizzazione, rappresentano gli incipit di una ricerca teatrale che potrà spaziare tra i rapporti inerenti tradizione e modernità.
La decima edizione del Festival è un viaggio intorno alle culture teatrali di Napoli, dell’Italia e del mondo, una ricerca della necessità di consapevolezza che presiede all’arte della scena. Per approfondire quanto il valore del sapere antico trovi la sua più affascinante gemmazione nella instancabile capacità di rinnovamento e di rinascita.
Ruggero Cappuccio