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Intervista allo specchio… Kledi Kadiu e Dorian Grori

Intervista a cura di Emanuela Cassola Soldati

Kledi Kadiu e Dorian Grori. Due vite per la danza. Entrambi nati in Albania, diplomati presso l’Accademia di Balletto classico di Tirana, insieme ad un’altra beniamina Anbeta Toromani, con sacrifici trovano fortuna in Italia, evidenziando le doti artistiche nei numerosi lavori teatrali e televisivi, che li hanno tenuti a battesimo.

Ospiti di Michela Vicentini per Progetto Danza Piacenza, e Dario Laffranchi, insegnante e organizzatore di Eventi per il Movimento Arts On Stage, abbiamo rivolto alcune domande ai due Maestri sulla situazione attuale della danza in Italia, differenze e assonanze con l’Estero e i cambiamenti latenti in essere.

Mentre la storia di Kledi, arrivato con una nave di clandestini, è stata resa pubblica attraverso il libro autobiografico “Meglio di una favola”, premio Elsa Morante, per Dorian, dopo aver inseguito faticosamente i genitori arrivati in Italia si stabilisce in terra emiliana. Entrambi, chi prima, chi dopo, calcano palcoscenici internazionali e nazionali ricoprendo i ruoli di repertorio più ambiti: Don Quixotte, Bella addormentata, Giselle, lo Schiaccianoci, e ruoli contemporanei, prima in tournée con la Compagnia di Tirana, poi ospiti di importanti Corpi di Ballo.

Kadiu, arrivato in Italia, viene notato per le sue doti tecniche, dal Maestro Carlos Palacios, indirizzandolo anche alla carriera televisiva, tanto che la notorietà non si è fatta aspettare, partecipando e conducendo programmi di successo: C’è Posta per Te, Amici con 16 edizioni, Buona Domenica, Progetti di Danza. Anche il cinema lo cattura in film e docufilm importanti a sfondo sociale: La Nave Dolce, premio Pasinetti a Venezia, Passo a Due, Ma chi l’avrebbe mai detto. Testimonial Unicef per il Progetti IOcomeTU, Mai nemici per la Pelle, con sensibile impegno, in missione in Bangladesh.

Grori, fedele alla sua formazione classica, è chiamato in qualità di artista e docente ospite in Svizzera, Romania, Germania, Austria, Grecia, Cina, Turchia, Stati Uniti, Marocco, Tunisia, Libano, Russia. Nel 2002 si classifica al Concorso Internazionale Premio Roma, come migliore coppia, distinguendosi anche negli Stati Uniti al Concorso di Balletto a Jackson. Partecipa a tutte le produzioni della Compagnia di Liliana Cosi e Marinel Stefanescu, e dal 2016 è co-responsabile del Nuovo Balletto classico di Reggio Emilia. Reduce dal successo in Albania presso il Palazzo dei Congressi di Tirana con un omaggio alle “rondini” danzanti, per onorare gli artisti ballerini che si sono distinti all’estero.

Chiudendo gli occhi, qual è il ricordo più triste e quello più allegro, del vostro periodo da adolescente studente, in Accademia di Ballo a Tirana?

Dorian…: “è stato molto duro, ma il momento più allegro, se così si può dire, è stato quando sono arrivato ad un momento che ho capito che tutti gli insegnanti avevano stima di me e di quello che avevo imparato. Il mio carattere mi porta a non essere mai contento di me stesso, sono sempre stato molto chiuso e riservato e non mi compiacevo dei risultati ottenuti, perché volevo sempre fare meglio. Ho avuto momenti tristi, piuttosto difficili, quando sono uscito dalla Scuola. Dopo l’ultima tournée in Cina con Anbeta Toromani, ho fatto la mia scelta. Pur di entrare in Italia, sono arrivato con un contratto di lavoro che non c’entrava niente con la danza. I miei genitori erano già arrivati, e non potendo fare il ricongiungimento familiare, perché ero già oltre la maggiore età, ho dovuto scendere a compromessi lavorativi”.

Kledi…: “a quell’epoca, per noi Allievi, e per me, l’allegria era la sofferenza, che oggi può spaventare o essere fraintesa, per il duro lavoro a cui eravamo sottoposti, ma grazie a quello ci sono stati i risultati. Soffrire per avere delle soddisfazioni nel futuro, guadagnando il risultato passo dopo passo. Le generazioni di oggi non capiscono che per arrivare ad un risultato, spesso si deve lavorare duro e con l’Arte della Danza è obbligatorio fare questo cammino. Una gioia che passa attraverso il sacrificio e lo studio.

Quali sono le parole, gli insegnamenti che oggi date agli Allievi, nelle master class, stage, work shop?

Dorian…: “ho avuto una scuola molto rigida, ed oggi non potrei dare gli stessi insegnamenti in quel modo. Ho imparato nel tempo che bisogna essere prima come un bravo psicologo che ascolta e poi un’insegnante. Prima di correggere, bisogna fare innamorare gli allievi alla Danza, non è così automatico come nella mia generazione. Oggi i ragazzi, si spaventano se devono faticare per ottenere qualche cosa. Ho studiato uno strumento musicale e mi ha aiutato molto per la musicalità nel movimento. Consiglio a chi studia danza anche di studiare bene musica. Per fare innamorare il pubblico alla danza con più consapevolezza, il ballerino, oltre la tecnica deve fare vedere anche l’espressività”.

Kledi…: “le parole che dico agli Allievi, al di là della formazione che hanno e dalle scuole dalle quali provengono, sono espresse nelle sequenze di danza che propongo loro, per fare emergere la loro personalità. Nelle Master Class che teniamo un po’ in tutta Italia dal nord al sud, incontriamo tante realtà differenti, a volte con una buona preparazione tecnica, a volte meno, per cui, spesso mi trovo a cambiare la lezione che avevo preparato, per adattarla al meglio alle possibilità e capacità dei ragazzi in sala, per evitare delle frustrazioni”.

Kledi e Dorian, da artisti interpreti ballerini, Maestri e Direttore Artistico, cosa sta’ succedendo in Italia?

Dorian…: “ci sono differenze tra l’Italia e l’Estero. In questo Paese, ci sono molte situazioni dove si studia la danza, dove tutto è preso come un gioco, facile da fare, anche condizionati da quello che guardano in TV. Anche i Genitori hanno delle aspettative e vorrebbero che i figli facessero le ballerine o i calciatori. Ma non è così. Per la mia esperienza, mio figlio Leonardo, all’età di 4 anni, dopo aver visto un mio spettacolo al teatro Valli, si commosse, e tutti noi, in famiglia, mia moglie Greta, mia figlia Ludovica, abbiamo pensato che avrebbe intrapreso questa strada. Ma non è andata così, per ora…mi rispose, che dal momento che io, suo padre, svolgo questo mestiere, un domani non vorrebbe che fosse conosciuto come figlio di…”.

Kledi…: “la differenza tra Italia e Estero, credo sia un fatto culturale. L’Italia è la culla dell’Arte e la Patria della Danza, dove è nata e da dove è partita , per poi essere codificata in Francia e andare in tutto il mondo. Quindi è molto strano vedere l’atteggiamento dei giovani, quasi disinteressato a quello che vogliono fare, quando partecipano alle classi di danza, con un atteggiamento robotico, seguire gli amici, senza sentirsi stimolati. Si vergognano di fare domande e chiedere per apprendere un passo o una nozione, mentre alla nostra generazione, è stato insegnato che, colui che arriva, è chi ha iniziativa, il lancio, il guizzo. Un ballerino non dovrebbe avere questi blocchi, perché si ripercuotono sulle rigidità del suo movimento nella danza”.

Quali sono le differenze sostanziali?

Dorian…: “I miei colleghi, quando sono partito per venire in Italia, mi dicevano che cosa stavo facendo e soprattutto scegliere di fermarmi a Reggio Emilia, dove ho incontrato mia moglie Greta, che oggi insegna, e costruito una famiglia. Purtroppo ho imparato nel tempo la dura realtà italiana, con la crisi politica e economica, pian piano gli Enti lirici con un Corpo di Ballo stanno chiudendo per mancanza di fondi”.

Kledi…: “il cambiamento arriva molto più velocemente quando la televisione comunica messaggi, che stimolano ad aprire molte Scuole di Danza. Se da una parte, è un fatto positivo, d’altro canto, ha rotto completamente i parametri della meritocrazia, senza sostenere la figura professionale dell’insegnante, praticamente inesistente, che non è regolamentata dallo Stato, come in altri Paesi europei ed esteri.

Cosa pensate della proposta di Legge, presentata da a.i.d.a.f./AGIS dalla Presidente Amalia Salzano, sostenuta da un team di esperti della danza, di cui è madrina e sostenitrice anche Liliana Così, per regolamentare la figura dell’insegnante di danza anche nelle scuole private, con un esame di Stato?

Dorian…: “penso sia molto importante, e ormai se ne parla da tanto tempo, senza fare niente. Riconoscere la professione del Maestro di danza con una Legge è importante, perché ad esempio nel mio Paese serve il diploma per potere insegnare. Qui in Italia, sono al corrente che al momento l’unico titolo di studio riconosciuto, per insegnare nelle scuole pubbliche la danza, è dato dall’Accademia di Ballo di Roma, riconosciuto come titolo universitario. Ma ci sono anche altre due Scuole di Ballo al nord e al sud molto importanti, del teatro alla Scala di Milano e il San Carlo di Napoli oltre a poche altre scuole di Alta Formazione contemporanea a cui dare equivalenza di titolo di studio che non andrebbero escluse dal riconoscimento”.

Kledi…: “tutti speriamo che venga regolamentata, ma la legge dovrebbe comprendere una Commissione con esperienza decennale di palcoscenico, e non solo chi è accademico e candidato politicamente. I numeri parlano chiaro. Con le grandi città, Roma, Milano, Napoli e le città e province italiane, il popolo della danza è un esercito di un milione e mezzo di persone. Ma regna ancora, anche l’improvvisazione e circolano C.V. gonfiati che non aiutano Allievi e Genitori a dare informazione corretta per dove e con chi studiare. Una altra crudele realtà è che stanno chiudendo Compagnie di Enti Lirici, perché non hanno fondi per sostenersi. La maggioranza delle Compagnie di Danza offrono stage la cui retribuzione è un rimborso spese, molto ridotto, e alla scadenza di tale stage non si viene assunti, perché non possono permettersi di pagare i ballerini stabilmente”.

Kledi e Dorian, per concludere, quali sono i progetti imminenti e futuri?

Dorian…: “quando sono arrivato a Reggio Emilia sono entrato nella prestigiosa Compagnia fondata da Liliana Cosi e Marinel Stefanescu, ma negli ultimi anni, i due Artisti e Maestri, un po’ per stanchezza e per difficoltà di gestione stavano decidendo di chiudere, quando insieme alla figlia di Stefanescu, un collega, Rezart Stafa, Elena Casolari ed io, abbiamo deciso di prendere la guida della Scuola Nuovo Balletto, perché non potevamo pensare di lasciare un centinaio di Allievi iscritti stabiliti in convito e affiancati dalle rispettive famiglie, che dopo avere fatto enormi sacrifici per i figli, si sono trasferiti a Reggio Emilia, cambiando anche lavoro per sostenere otto anni di studio e dare loro un sogno da realizzare. La Compagnia al momento lavora con spettacoli a chiamata e a Progetto, e abbiamo conseguito da poco il riconoscimento dalla Regione Emilia Romagna”.

Kledi…: “al momento non sono impegnato a preparare spettacoli, ma mi dedico all’insegnamento un po’ in tutta Italia, alla piccola Léa, mia figlia, alla mia compagna Charlotte Lazzari e alla famiglia. Sono ancora chiamato da Giudice esterno in trasmissione ad AMICI. Come ho già detto in un’altra intervista, mi piacerebbe formare una Compagnia, che per altro mi hanno proposto, ma sono titubante, viste le condizioni attuali, in cui mancano i fondi minimi elargiti dallo Stato, perché mi vergognerei di non poter garantire uno stipendio ai ballerini adeguato alla loro meritata professione”.

Faleminderit!…grazie, Kledi e Dorian per questo incontro allo specchio.

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