Lo spettacolo “Avere il senso dello Stato in uno Stato che fa senso” è organizzato dall’Associazione Meti e patrocinato dal Comune di Milano e dal Municipio 4. I brani del nuovo cd Cieli e Piume di Walter Di Gemma tracciano il percorso dello spettacolo che si muove in un equilibrio perfetto tra ironia, satira, riflessione e amore. In quel gioco di ruolo che lo pone al centro delle sue sensazioni scavando a fondo nelle sue esperienze per ricavarne un’analisi lucida e consapevole, Di Gemma si interroga sul mondo di oggi così estraneo alla realtà, condizionato da emozioni estreme e spesso artificiali; superficiali gli atteggiamenti, i desideri. I suoi cieli sono come speranze, alle quali con la semplicità di un bambino guarda teneramente. Piume leggere, semplici e così complesse, come complessa e allo stesso tempo semplice è la Vita. Le parole di Walter Di Gemma non hanno bisogno di artefici e tecnicismi, arrivano dirette ed esprimono ciò che ognuno di noi vive e sente quotidianamente. Non mancano monologhi e brani di successo del suo repertorio milanese.
L’Associazione Meti nasce con l’intento di offrire sostegno a chi ha subito abusi durante l’infanzia, fornendo gli strumenti per superare difficoltà e insicurezze. E’ importante affidare le loro voci anche a personaggi che si distinguono per sensibilità e attenzione; il coinvolgimento di Walter Di Gemma con il suo spettacolo è dunque del tutto naturale. All’Associazione Meti si rivolgono persone la cui vita è stata pesantemente condizionata nelle loro scelte, nei loro affetti. Uno degli obiettivi che l’Associazione si propone è che questi episodi non rimangano inascoltati; le stesse persone che li subiscono fanno spesso fatica ad accettarli come traumi ed è fondamentale che non si sentano sole. Spettacoli come quello di domenica sono l’occasione di diffondere un messaggio di sensibilizzazione e solidarietà ad un pubblico sempre più ampio.
CIELI E PIUME pubblicato Edizioni Canto Libero e La Lodigiana Edizioni Musicali, è stato realizzato con la collaborazione di: Danilo Ponti (arrangiamenti), Marco Reggiardo (chitarre), Antonio Giarletta (basso), Alberto Fusco (batteria)
——
Alcune note sui singoli brani:
Cieli e Piume: rappresenta il coraggio, la determinazione dell’andare avanti qualsiasi cosa accada.
Cosa sono diventato: sottolinea la nostra “scelta” condizionata dal mercato. Ciò che non ci serve realmente, diventa il nostro bene primario, il più ambito.
Il prototipo: un’ironica fotografia dell’italiano medio che per convincersi di essere superiore agli altri, si mostra in tutta la sua ipocrisia.
Vittime: tutti siamo potenziali vittime di noi stessi per debolezza, per frustrazione, per incapacità di provare qualcosa di vero. Quando non siamo vittime, ci capita di usare il vittimismo per essere sempre compiaciuti dagli altri e per giustificare l’incapacità di raggiungere uno scopo.
Non serve la mia opinione: oggi è sempre più difficile avere dei punti fermi e ci troviamo ad esprimere idee e pareri confezionati che alla fine non convincono nemmeno noi stessi.
Il testicolo: ironica rilettura della funzione specifica del testicolo, in chiave poetico-cabarettistica.
Per un borsone: il borsone è un simbolo di “privacy”, quella che abbiamo perduto in questi ultimi anni grazie alla tecnologia. Più una persona è buona e riservata, più diventa bersaglio della curiosità e dell’ignoranza altrui.
Una scusa: quante volte dobbiamo ricorrere a una scusa per non ferire gli altri. La scusa è diventata una bugia necessaria e non sempre per colpa nostra. Una scusa per non dover discutere, deludere… per non offendere.
E’ lui: l’identificazione del male, di qualcosa di negativo che è sempre pronto, nel corso della nostra vita, a rovinarci la festa e a riempirci di dubbi, spesso quando stiamo per raggiungere un po’ di felicità.
La gabbia: un inno personale alla depressione, questo male così diffuso nella nostra società. Ci si può liberare dalla gabbia solo attraversandola, perché è solo così che la si vince davvero!
Un sogno per capire: il sogno racconta l’eterna lotta di un uomo alla conquista di ciò che desidera; un viaggio nell’immaginazione per raggiungere una dimensione reale, anche a costo di sfidare il cielo e gli dei.
Reagisci e incàzzati: è necessario reagire con forza alle cose finte e ricercare il più possibile una dimensione più umana.
Non ho più parole (solo parolacce): un brano sulla politica di oggi, sempre più interessata e funzionale ai fini di ciò che vuole (sempre) ottenere. Il non credere alla politica è l’unico modo per reinventarla nel suo significato più nobile.
E’ morta: cabaret puro, in cui satira e ironia la fanno da padrone. E’ morta la coerenza, poverina… e ora come faremo senza di lei? La rimpiangeremo?