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Festival Frontière (1° edizione)

Dal 25 al 29 luglio alla borgata Paraloup, in Valle Stura (CN)

Festival FrontièreDal 25 al 29 luglio, a Paraloup, la Fondazione Nuto Revelli e ACTI Teatri Indipendenti organizzano la prima edizione del FESTIVAL FRONTIÈRE, che mette al centro una parola, dalla doppia lettura italiana e francese e indica un confine: una meta da superare per raggiungere nuove aspirazioni e ideali tra due terre continue. Frontière è un festival di montagna, nella rinata borgata partigiana di Paraloup, che attraverso il teatro, la narrazione e gli incontri, dà potere alla parola per raccontare il naturale migrare delle genti attraverso le nostre montagne. Le Alpi che vogliamo sono uno spazio aperto, libero e accogliente.

Il nome Paraloup, la più alta borgata del comune di Rittana (1360 m) in Valle Stura (CN), secondo la tradizione popolare locale significa “difesa dai lupi”. Tra l’autunno del 1943 e il 1944 è stata la sede della prima banda partigiana di “Giustizia e Libertà”. Vi militarono in qualità di comandanti Duccio Galimberti, Dante Livio Bianco e, più tardi, Nuto Revelli. Con loro, oltre 200 giovani e giovanissimi che avevano deciso di contribuire con le armi in pugno a liberare l’Italia dal fascismo.

Il FESTIVAL FRONTIÈRE è un’azione del progetto MigrACTION, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma di Cooperazione Territoriale Transfrontaliera Interreg V A Italia-Francia ALCOTRA 2014-2020 e realizzato in partnership con Comune di Vinadio (capofila), Comune di Barcelonnette, Fondazione Filatoio Rosso di Caraglio. Il festival si avvale del patrocinio di Comunità Montana di Demonte, Comune di Rittana, Città di Cuneo e si svolge in collaborazione con le Associazioni Contardo Ferrini e Voci dal Mondo e con il progetto Interreg Terract.

Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito, fino ad esaurimento posti.

Per info www.festivalfrontiere.it

SERVIZIO NAVETTA Sarà possibile parcheggiare le auto al pianoro del Quiot Rosa, a pochi minuti di auto dall’abitato di Rittana (CN), e proseguire a piedi in venti minuti di facile cammino. Per chi non potesse camminare, è disponibile un servizio di navetta a 8 posti ogni 15 minuti circa.

PRANZARE AL RIFUGIO PARALOUP

Il Rifugio Paraloup offre al pubblico del Festival Frontière un menu gourmet con prodotti tipici della Valle al prezzo convenzionato di 18 Euro (bevande escluse). Essendo i posti limitati la prenotazione è obbligatoria al numero 3491268858. Per chi non riuscisse a prenotare, sono disponibili gustosi lunch box per pic-nic sui prati al costo di 10 Euro.

L’inaugurazione del festival avverrà a Cuneo mercoledì 25 luglio, alle ore 21, in Piazza Galimberti, in occasione della commemorazione del discorso di Duccio Galimberti, con la partecipazione di Yvan Sagnet (associazione Nocap) e il gruppo musicale Monsieur De Rien.

Da giovedì 26 a domenica 29 luglio FESTIVAL FRONTIÈRE si sposterà alla borgata Paraloup.

Giovedì 26 luglio, alle ore 17, verrà proposto lo spettacolo “Il piede nella porta: spiragli di resistenze”, la storia della borgata partigiana di Paraloup e della banda partigiana “Italia Libera”, rielaborata da dieci giovani studenti del laboratorio TeatroBaleno, a cura di Marta Barattia.

Alle ore 18.00 si terrà la presentazione della ricerca “Gens de l’Ubaye, gens du Piémont” – “Noi, migranti al di là delle Alpi” – di e con Laura Fossati, in collaborazione con l’Associazione “Sabença de la Valeya” di Barcelonnette, letture a cura di Beppe Rosso. Il progetto “Gens de l’Ubaye, Gens du Piémont” è iniziato nel 2014 e lo svolgersi della ricerca ha permesso la costituzione di una rete di persone che abitano o frequentano la Vallée de l’Ubaye, accomunate dalle loro radici piemontesi o italiane, che si sono appassionate alla tematica migratoria e hanno seguito da vicino il progetto, confidando i loro ricordi familiari oltre che numerose fotografie e documenti, e partecipando anche a numerose iniziative collaterali come ad esempio gli ateliers di realizzazione di pasta seguendo le ricette piemontesi. Durante l’incontro, Beppe Rosso leggerà frammenti tratti dalle interviste realizzate da Laura Fossati.

Alle ore 19.30 si svolgerà “La Pompei dei partigiani: esplorazioni partecipate alla scoperta di Paraloup” (iniziativa su prenotazione e replicata nei giorni successivi). Si sciamerà conversando-camminando, usando radio e smartphone, con i walkabout di Urban Experience condotti da Carlo Infante. Si tratta di “esplorazioni partecipate” non solo dei luoghi ma anche degli eventi del festival e delle percezioni che gli spettatori producono, ricombinando parole e gesti degli autori, con la propria sensibilità partigiana di spettatori-coautori di senso. Si chiamano walkabout perché rilanciano quelle “vie dei canti” di cui scrisse Chatwin e perché definiscono con precisione un dato: camminando si conversa meglio, si co-spira, si respira insieme.

Alle ore 21.00 Antonella Tarpino e Beatrice Verri presenteranno la nuova edizione del libro “L’anello forte” di Nuto Revelli. La centralità della figura femminile emerge da questi racconti, spesso trascinanti, che fotografano vicende, generazioni, mondi diversi e fanno conoscere quale straordinaria varietà di significati possano assumere parole quali lavoro, maternità, matrimonio. In tutte le storie c’è un identico carattere di vitalità e di forza: le testimonianze raccolte da Revelli mostrano come la famiglia e la stessa società contadina, attraversate da emigrazioni e da guerre, debbano a queste donne la loro continuità e la loro sopravvivenza.

Seguirà “L’anello forte” con Laura Curino, regia Anna Di Francisca, musiche Paolo Perna, uno spettacolo che si propone di mettere in scena alcune delle storie raccolte da Nuto Revelli ne “L’anello forte”. L’anello, come segno di femminilità assoluta, lega la memoria di donne che con il loro lavoro e la loro tenacia hanno lavorato nelle campagne e poi affrontato la rivoluzione dell’industria, muovendosi tra il desiderio di autonomia e libertà, gli impedimenti culturali e famigliari ed il desiderio di garantire futuro a sè stesse ed ai loro figli. Storie struggenti e buffe, che fanno incontrare nord e sud del paese nella lotta contro la povertà e la fatica. Storie di soprusi ed emancipazione, raccolte in un Piemonte che irreversibilmente sta cambiando.

Venerdì 27 luglio alle ore 17.00 Fredo Valla presenta il suo nuovo film ”Bogre”, raccontando retroscena e mostrando spezzoni del film. In lingua occitana bogre significa bulgaro. Bogre fu uno dei nomi dati ai Catari. Bogre sopravvive nei paesi occitani come un insulto, significa babbeo, persona di poco conto. “Bogre” è un viaggio sulle tracce della principale eresia del medioevo dai Balcani alla Bosnia, a Costantinopoli, all’Italia, alla Francia meridionale.

Alle ore 18.00 Gimmi Basilotta ci racconterà del progetto “Un cammino tra le alpi da Cuneo a Nizza: Teatro e comunità” nell’ambito dell’Interreg Alcotra 2014-2020 “TERRACT. Les Acteur de la Terre” (SCT Center Corep, Compagnia Melarancio e Théâtre National de Nice). Una comunità in lento movimento, accompagnata da asini e muli, attraverso le Alpi marittime, sulle strade e sui sentieri delle valli Vermenagna e Roia, incontra e accoglie la gente, intreccia e condivide pensieri ed emozioni, ricerca e raccoglie tracce, testimonianze, storie, oggetti e brandelli di memoria del territorio.

Alle 19.00 è di nuovo la volta del walk about di Carlo Infante (vedere prima) per poi lasciare la scena a Saverio La Ruina.

Alle ore 21.00, Saverio La Ruina, conosciuto e apprezzato attore italiano, porterà in scena con “Italianesi” una tragedia inaudita, rimossa dai libri di storia, consumata fino a qualche giorno fa a pochi chilometri dalle nostre case. Alla fine della seconda guerra mondiale, migliaia di soldati e civili italiani rimangono intrappolati in Albania in un clima di terrore. Tornati nel Belpaese saranno egualmente perseguitati come albanesi d’Italia.

Sabato 28 luglio alle ore 11.30 e alle ore 17:30 si terrà si terrà la degustazione/spettacolo “L’albero delle acciughe” con Mariella Fabbris e le sue acciughe preparate in almeno dodici modi diversi – tratto dal racconto di Nico Orengo (su prenotazione). È un’acciuga, la “putina”, pescata e trasformata con un profumo unico e prezioso che sa di mare e degli odori dell’orto, la protagonista di un appassionante racconto teatrale, L’albero delle acciughe, liberamente tratto dal libro di Nico Orengo Il salto delle acciughe e interpretato dall’attrice piemontese Mariella Fabbris.

Una degustazione, uno spettacolo, un viaggio dal sapore mediterraneo.

Alle ore 16.00 si terrà un dialogo “La montagna accogliente: le alpi come spazio libero per l’inclusione sociale” con Andrea Membretti, antropologo della montagna, intervento di Germinale Agricoltura di Comunità di Demonte (Giulia Jannelli e Roberto Schellino). Che cosa possono fare gli immigrati per la montagna italiana e che cosa può quest’ultima fare per loro? A questa domanda rispondono sociologi, antropologi, giornalisti, progettisti, amministratori locali e operatori sociali che, facendo ricerca o gestendo interventi, si occupano del fenomeno migratorio nelle Alpi e negli Appennini. Per forza o per scelta sono i migranti stranieri che si insediano nelle montagne italiane, in alcuni casi liberamente e in altri sotto costrizione (come accade ai profughi), affrontando un difficile processo di adattamento reciproco con le comunità locali a loro volta coinvolte nelle dinamiche dell’accoglienza.

Alle ore 21 Beppe Rosso sarà in scena con “Dei liquori fatti in casa” di Remo Rostagno, Gabriele Vacis e Beppe Rosso (produzione Acti Teatri Indipendenti). I vini e i liquori derivano da una tradizione antica e identificano sempre una terra e una civiltà. La civiltà di cui si parla nello spettacolo è quella di una terra piemontese: le Langhe. Terra di vini e di liquori, terra di fumo e di profumo ma anche terra di letteraria memoria e di grandi narratori: Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Gina Lagorio; dopo esserci tuffati nella letteratura della Langa siamo riemersi “distillando” le vicende di una storia che ci riporta in un paese della provincia italiana nei primi anni sessanta. Una storia che si sviluppa sulla piazza del paese, luogo di incrocio dei personaggi, dove la concretezza degli accadimenti si trasforma e genera un’ironia visionaria e un’irresistibile comicità surreale.

Domenica 29 luglio alle ore 12 Jean-Francois Lyon Caen racconterà del rifugio Sautron, costruito dal Cai francese a inizio Novecento appena oltre la Val Maira per dare riparo agli italiani “transhumantes” verso la Francia per il lavoro stagionale e ripararli dalle asperità del cammino.

Alle ore 16.00, “Aigues mortes, il massacro degli italiani”, presentazione del libro “Morte agli italiani! Il massacro di Aigues-Mortes 1893” e incontro con l’autore Enzo Barnabà. Aigues-Mortes, 17 agosto 1893. La folla inferocita, aizzata ad arte, attacca gli italiani recatisi a svolgere l’infame lavoro estivo nelle locali saline. Dieci operai italiani vengono linciati, centinaia di altri si salvano per miracolo. Episodi di razzismo che ci colpivano quando i migranti eravamo noi. Aigues-Mortes è una città medievale, oggi importante meta turistica del Sud della Francia.

Alle ore 18.00 l’incontro “Frontiere Rivali, Frontiere Solidali” in cui Marco Revelli, Marta Peradotto di Carovane Migranti e altri ospiti dialogheranno sull’attuale tema dell’attraversamento delle frontiere da parte dei migranti.

Alle ore 21.00 lo spettacolo “Furastìr – recital su Raffaello Baldini, Romagnolo” con Ivano Marescotti, interprete per eccellenza della poesia di Raffaello Baldini, che leggerà i versi del grande poeta romagnolo, unanimemente considerato uno dei più grandi poeti italiani. Attraverso la lettura delle poesie di Baldini, sapendo bene, come diceva l’amico Raffaello, “che alcune cose succedono solo in dialetto”, Marescotti riesce a coinvolgere e a catalizzare l’attenzione del pubblico e a trasformare la poesia in un grande affresco popolare da dove emergono con forza i personaggi baldiniani.

In chiusura alle ore 22.30 “La Mesquia in concerto” con Luca Pellegrino – voce, fisarmonica, flauti e cornamusa, Remo Degiovanni (autore, ghironda, armonica a bocca e voce), Manuel Ghibaudo (organetto), Alessia Musso (arpa celtica), Giorgio Marchisio (contrabbasso), Silvio Ceirano (percussioni). Il concerto de La Mesquia presenta al pubblico i racconti e le storie delle valli alpine del cuneese attraverso la lingua Occitana. Oltre ai momenti dedicati al ballo nel rispetto delle danze tradizionali e quelli più propriamente dà ascolto, il repertorio cantautorale originale della formazione viene corredato da momenti di narrazione, condotta in prima persona dallo stesso autore Remo Degiovanni che ne riporta le peculiarità con la forza comunicativa tipica di chi ha vissuto direttamente quanto narrato.

Nelle giornate del festival si potranno visitare:

mostre alla borgata Paraloup

Eravamo noi”. Mostra sull’emigrazione dei piemontesi in Francia realizzata dall’Associazione Voci del Mondo di Dronero con il contributo del CSV di Cuneo ed il patrocinio del Comune di Dronero

La Valle ritrovata. La Valle Grana da Clemens Kalischer al reportage contemporaneo” mostra fotografica a cura di Erica Liffredo e Luca Prestia realizzata in collaborazione con l’associazione Contardo Ferrini e il Museo della Montagna

Lupi opera di Santo Tomaino dalla mostra “Natura! Un piccolo repertorio” di Rittana

rassegna d’arte contemporanea alla Canonica di Rittana

Nei giorni di venerdì, sabato e domenica (15.30-19) è visitabile presso la canonica di Rittana (capoluogo di Paraloup) la rassegna d’arte contemporanea composta da 4 mostre:

Natura! Un piccolo repertorio” a cura di Roberto Baravalle; “Ego Bianchi e il disegno: una ragione di vita” a cura di Enrico Perotto; “Sergio Unia, sculture”; “Nuove opere per il paese” con opere di Rodolfo Allasia, Coco Cano e Guido Vigna.

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INFO E CONTATTI

BORGATA PARALOUP – Rittana (CN) – per info e prenotazioni > tel. 0115217099 – mob. 3313910441 – info@festivalfrontiere.it – www.festivalfrontiere.it – pagina FB Migraction

Eventi su prenotazione > “L’albero delle acciughe” e “La Pompei dei Partigiani”

Il programma potrebbe subire variazioni, per aggiornamenti consultare la pagina FB Migraction

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