Sotto lo splendido soffitto celeste del Teatro Rossetti lo scorso 16 ottobre ha preso il via la nuova ricca stagione teatrale dello Stabile del Friuli Venezia Giulia. In scena “I Miserabili” di Victor Hugo nell’adattamento di Luca Doninelli, per la regia di Franco Però, in scena a Trieste fino al 21 ottobre. Lo spettacolo si avvale di un eccellente cast d’interpreti: nelle vesti del tormentato protagonista Jean Valjean Franco Branciaroli affiancato dalla Compagnia del Teatro Stabile e da altri validi attori (che spesso ricoprono più ruoli) sono nel cast Alessandro Albertin, Silvia Altrui, Filippo Borghi, Romina Colbasso, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Jacopo Morra, Maria Grazia Plos, Valentina Violo. Provato dallo scorso marzo presso i suggestivi spazi del Porto Vecchio di Trieste, esattamente nell’antica Centrale Idrodinamica, lo spettacolo appare imponente anche grazie alle scenografie di Domenico Franchi che con pareti mobili, sapientemente illuminate creano quel particolare pathos atto al dramma di Hugo. I costumi sono di Andrea Viotti, le luci di Cesare Agoni, le musiche di Antonio Di Pofi. Prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia assieme al CTB-CentroTeatrale Bresciano e al Teatro de Gli Incamminati, lo spettacolo, che ha debuttato come anteprima nazionale il 25 aprile a Napoli, al Teatro Mercadante e a maggio a Brescia, dopo Trieste proseguirà con una lunga tournée che toccherà le maggiori piazze italiane. Portare in scena “I Miserabili” è stata certamente un’impresa impegnativa se non addirittura temeraria che ha però prodotto ottimi risultati evidenziati della grande emozione del pubblico che ha omaggiato gli attori con un prolungato e scrosciante applauso la sera della prima. Uno dei più importanti romanzi della storia ha conquistato la platea con la bravura di Franco Branciaroli, con la forza emotiva di Valentina Violo (Eponine), con l’ardente amore di Filippo Borghi (Marius), con la straziante sofferenza di Ester Galazzi (Fantine), con la feroce cattiveria di Riccardo Maranzana (Thénardier). Un particolare omaggio va a Francesco Migliaccio che regala al controverso personaggio dell’ispettore Javert una forza emotiva unica, un rigore cadenzato – per brevi tratti – da tenerezza e intransigenza. L’antagonista di Jean Valjean, l’uomo di inflessibilità morale, di riconosciuta onestà sociale appare, grazie alla sapiente interpretazione dell’attore, addirittura più umano del protagonista nelle sue debolezze e fragilità. L’intuizione verso un’opera così stutturata va ricercata nella complessità della società attuale «Un’importante induzione verso questa scelta – spiega il regista Franco Però – viene dal momento che stiamo vivendo nelle società occidentali, dove si assiste all’inesorabile ampliarsi della forbice fra i “molto ricchi” e i “molto poveri”, fra abbienti e diseredati. Dopo anni in cui, attraverso la drammaturgia, abbiamo indagato il microcosmo della famiglia, apriamo ora lo sguardo al macrocosmo della società”.