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Teatro Eliseo, “Luca Barbareschi” è Cyrano de Bergerac

Il testo di Rostand è lo spettacolo di apertura della stagione del centenario dal 30 ottobre a Roma

Cyrano de BergeracCyrano de Bergerac di Rostand è lo spettacolo che apre la stagione del Centenario ed è stato realizzato con uno sforzo produttivo eccezionale esordisce Luca Barbareschi annunciando l’inaugurazione del cartellone 2018/2019 del Teatro Eliseo di Roma, il prossimo 30 ottobre (alle ore 20, repliche fino al 25 novembre) che si prepara ad accogliere il pubblico forte del restauro sulla facciata esterna riportata al suo splendore originale.

Il monologo del secondo atto “No, grazie!” È di un’attualità assoluta – ricorda Barbareschi sottolineando la modernità spiazzante del testo – Cyrano è un’opera teatrale rivoluzionaria dove il protagonista incarna gli ideali della modernità, rivendicando la dignità dell’uomo e la liberà delle idee

E se Barbareschi si riserva il “privilegio di interpretare il ruolo del cavaliere protagonista” del testo del 1897 di Rostand ambientato nella Francia del Seicento, la regia viene affidata a Nicoletta Robello Bracciforti, dramaturg in residence del teatro romano.

Non è una caso che l’apertura della stagione sia stata affidata a un’opera che è un inno al teatro, alla poesia e alla cultura che possono essere rivoluzionarie: nella parabola di Cyrano, cavaliere valoroso e temerario, ma brutto e innamorato della cugina Rossana a sua volta invaghita dello sciocco, ma bellissimo Cristiano, sta non solo una storia d’amore, ma anche nella forza dell’arte e nella capacità della poesia e della bellezza di sedurre il cuore degli uomini.

Il meccanismo del gioco teatrale alla base stessa del Cyrano che è una pièce difficile e stravagante: ci sono 48 ruoli scritti da Rostand per un testo che ha tutta l’aria di essere una festa, ma che che in realtà si rivela un testo carico di dolore – spiega la regista offrendo la sua interpretazione.

Cyrano ruota non solo intorno alla storia d’amore, ma anche al ruolo dell’artista all’interno della società: racconta il ruolo dell’artista libero che si “oppone con arroganza, forza e anche maleducazione al potere attuale – continua la Robello Bracciforti – anche in Rostand lo stesso tema viene rinnovato dato che Cyrano di oppone al potere perché è brutto”.

E se l’artista dimostra di “avere un motivo narcisista per essere contro il potere” ricorda la regista, il Cyrano di Rostand, ambientato nella Francia del Seicento, ma scritto poco prima della Prima Guerra Mondiale in un momento in cui l’arte era in crisi e sembrava avesse perso senso e importanza “è un testo molto centrato sul periodo storico che stiamo vivendo, ma io non faccio che rilevare quello che Rostand ha scritto sottolineando il conflitto fra poesia e potere. L’autore scrive una pièce sugli stessi temi utilizzando una grande storia d’amore”.

Ad animare il sontuoso spettacolo, le scenografie di Matteo Soltanto tutte giocate sui tre livelli del teatro (con tanto di botole), sul palco triangolare e sviluppate in verticale con una quadreria che intende mostrare quello che in teatro viene solitamente nascosto utilizzando gli stesso materiali del teatro.

Mi sono chiesto qualche potesse essere la chiave di lettura di Cyrano non solo nella sua deformità esteriore, ma anche nel suo approccio interiore – spiega Barbareschi – Cyrano e un sognatore un’anima ricca di passione e mi sono accorto di condividere con lui la volontà di raccontare qualcosa che mi apparteneva, quel senso di solitudine in tante battaglie che ho condotto”.

Numeroso il cast sul palco: Luca Barbareschi è Cyrano, Linda Gennari è Rossana, Duilio Paciello è Cristiano, tra gli altri, Thomas Trabacchi è De Guiche, Duccio Camerini è Regueneau oltre ai giovani attori della Scuola d’arte Cinematografica Gian Maria Volontè che ha sposato questo progetto.

Questo è un momento in cui l’Europa viene vissuta come momento residuale: l’Europa non può essere delle banche perché quello che unisce sono i valori di condivisione e culturale e non i processi macro economici – continua Barbareschi nel suo appello – c’è il rischio di antisemitismo inteso come odio verso la complessità del pensiero fortemente elaborativo. Vorrei una cultura proattiva e non museale – conclude Barbareschi che ricorda come gli abbonamenti siano stati triplicati rispetto allo scorso anno – mi interessa tenere aperto uno spazio, ricco di proposte e disponibile”.

Biglietti da 15 a 35 euro, biglietteria 06.83510216, info www.teatroeliseo.com.

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