Con il sostegno di MIBATC, Regione Toscana
Progetto di Gianfranco Pedullà
Testi di Massimo Sgorbani, Gianfranco Pedullà, Emanuela Critelli
Con Giusi Merli, Gianfranco Quero, Marco Natalucci, Rosanna Gentili, Roberto Caccavo, Gaia Nanni, Gianna Deidda, Rosaria Lo Russo, Isabella Giustina, Eleonora Venturi, Fausto Berti, Matteo Zoppi, Vincenzo Infantino, Francesco Giorgi, Antonio Rezza, Ottavia Piccolo (in prima toscana), Giusi Merli, Gli Omini, Marcello Fonte, attore dello spettacolo di teatro carcere Famiglia (candidato all’Oscar per il film Dogman’s di Matteo Garrone ed è già vincitore a Cannes 2018 come miglior attore) tra i protagonisti della la stagione 2018/2019 del Teatro delle Arti di Lastra a Signa (Firenze), da 10 anni punto d’incontro tra prosa, danza, musica, cinema e occasioni formative. Due lustri di attività che il teatro diretto da Gianfranco Pedullà celebra con un programma incentrato sul “nuovo umanesimo”, tema declinato nelle sue molteplici accezioni nelle 25 proposte in scena fino ad aprile 2019. Aprono due “maratone teatrali”: domenica 28 ottobre e domenica 4 novembre 2018, dalle 15 alle 21, tutti d’un fiato, gli spettacoli “Arcitaliani”, “Mille brividi d’amore” e “La scomparsa delle lucciole” della “Trilogia dopo Salò”, progetto di Gianfranco Pedullà, Massimo Sgorbani ed Emanuela Critelli. Tre anni di lavoro, tre produzioni che percorrono la storia d’Italia dalla caduta del fascismo all’avvento di Berlusconi. Un quadro reale, sarcastico, ironico, amaro della nostra nazione: piazzale Loreto, il boom economico, il terrorismo, l’avvento della televisione. Un progetto dedicato a Pier Paolo Pasolini, realizzato da Teatro Popolare d’Arte e Compagnia Simona Bucci, con il sostegno di MIBATC e Regione Toscana. In scena Giusi Merli, Gianfranco Quero, Marco Natalucci, Rosanna Gentili, Roberto Caccavo, Gaia Nanni, Gianna Deidda, Rosaria Lo Russo, Isabella Giustina, Eleonora Venturi, Fausto Berti, Matteo Zoppi, Vincenzo Infantino, Francesco Giorgi.
Fra uno spettacolo e l’altro pausa caffè, pasticcini, the, aperitivo, buffet.
“L’idea di formare una comunità intorno al Teatro delle Arti è il pensiero di fondo di questo primo decennio di fatiche e di soddisfazioni – spiega Gianfranco Pedullà – nella stagione che festeggia il decennale proponiamo di rimettere al centro delle nostre proposte i valori dell’umanesimo, tema centrale in un’epoca così straordinaria ma anche così aspra come quella attuale. Siamo convinti che il teatro sia oggi una delle ultime piazze pubbliche dove uscire dalla propria condizione individuale e incontrare gli altri: è bello ridere insieme, emozionarsi, discutere, confrontarsi, conoscere e rispettare le diverse opinioni e le storie individuali e collettive. Valori dell’umanesimo che, dopo la trilogia “Dopo Salò” sull’Italia vista con gli occhi di Pasolini, ritroviamo nelle maschere crudeli dal grande Antonio Rezza, appena premiato col Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia, nel toccante spettacolo con Ottavia Piccolo sull’odissea di una donna siriana. E ancora, Mario Perrotta che presenta “In nome del padre”, con la collaborazione del noto psicanalista Massimo Recalcati, “Pinocchi”, versione per adulti della fiaba di Collodi con la bravissima Giusi Merli; una festa di fine anno con “Gran Glassé” nato dalla collaborazione degli Omini con gli Extraliscio. Autori importanti come Majakowskij, Jan Friedrich, Massimo Sgorbani, Jeorges Feydeau, Stefano Massini, Davide Lescot, Herman Melville… Progetti speciali, come “Destini incrociati”, la rassegna nazionale di teatro carcere, con lo spettacolo “Famiglia” che coinvolge ex detenuti del carcere di Rebibbia. “Piccioni”, progetto di teatro sociale che coinvolge attori/pazienti dei Servizi di Salute Mentale. Un senso di umanesimo percorre tutte le nostre proposte per le scuole, le domeniche per le famiglie, le proposte cinematografiche di qualità, le tante attività formative che rendono il Teatro delle Arti un luogo di vita intensamente collettiva”.
Siamo alla caduta di Mussolini: una famiglia fumettistica (padre, madre, figlio e servetta) è al centro di uno spettacolo che è quasi un musical, quasi un dramma borghese, quasi una commedia, quasi una tragedia e quasi tutte queste cose messe insieme. Non si tratta di approssimazione quanto di indeterminatezza, la stessa dell’Italia di quegli anni.Mille brividi d’amore: Anni 60Tonino e Graziella, due sposi novelli, sono i protagonisti del terremoto sociale e culturale di due “borghesi” che non approdano a una coscienza politica e rimangono vittime delle illusioni di un mondo che promette tutto (anche la luna), ma consente solo a pochi di realizzare i loro sogni. Sullo sfondo la cronaca di quegli anni, rappresentata con le azioni, le canzoni, gli stralci di slogan e poesie.La scomparsa delle lucciole: 1970 – 1990In questa ultima parte della Trilogia verranno attraversati scenicamente alcuni episodi salienti di questi due decenni. Il primo è incentrato sulla figura di Pier Paolo Pasolini, i suoi pensieri, le analisi, le profezie si intrecciano con alcuni episodi degli anni di piombo. Nel secondo decennio invece i protagonisti sono l’Italiano medio – che viene messo a nudo senza alcun pudore – la cultura del consumo e l’individualismo sfrenato, di cui Berlusconi è stato un tragicomico interprete.
PROSSIMI SPETTACOLI
Dopo le domeniche anteprima dedicate alla “Trilogia dopo Salò”, la nuova stagione del Teatro delle Arti si inaugura giovedì 8 novembre con le maschere crudeli dal grande Antonio Rezza e del suo “Io” così drammaticamente (e comicamente) contemporaneo. Venerdì 16 novembre Giusi Merli è tra i protagonisti di “Pinocchi”: si gioca in maniera molto libera e irriverente con i personaggi e le situazioni della fiaba di Collodi. Con “L’amore é il cuore di tutte le cose. V. Majakovskji”, Chille de la balanza rende omaggio al Poeta dalla Blusa gialla nel centenario di quella rivoluzione d’ottobre che ne accompagnò la breve e tormentata esistenza, venerdì 23 novembre. Cinque giovani berlinesi che non riescono ad amare e ad amarsi, alle prese con esperienze estreme: “Scene di libertà” è lo spettacolo di Jan Friedrich che la Compagnia Pilar Ternera presenta venerdì 30 novembre. Venerdì 7 dicembre primo appuntamento della rassegna Resi_dance a cura della Compagnia Simona Bucci: inaugurano Hal Yamanouchi con “Interrogai me stesso” e “Fr. 124” e Paola Vezzosi con “Non è cosa da tutti”, ispirato ad Alda Merini. Da giovedì 13 a sabato 15 dicembre torna “Destini Incrociati”, rassegna nazionale di teatro carcere. Tra le proposte “Famiglia” di Valentina Esposito che venerdì 14 dicembre porta sul palco ex detenuti del carcere di Rebibbia. Il 2018 si chiude venerdì 21 dicembre con “una serata di parole sudate e punk da balera”: Gran Glassé è il concerto/spettacolo nato dall’incontro tra il teatro di ricerca degli Omini e la superorchestra eXtraLiscio. Il 2019 si apre invece nel segno della danza, sabato 12 gennaio, insieme alla Compagnia DNA e allo spettacolo “Triple Bill”, e prosegue venerdì 18 gennaio con la commedia musicale “La pulce nell’orecchio” di George Feydeau, nell’adattamento di Sandro Querci. Con “Zingari lager”, Maurizio Stammati ci conduce venerdì 25 gennaio alla scoperta del Porrajmos, l’Olocausto dei popoli zingari, una delle pagine meno conosciute della nostra storia recente. Un teatro, un videogioco interattivo, un omicidio da risolvere. “IT’S APP TO YOU – o del solipsismo” è lo spettacolo vincitore premio IN-BOX 2018 che la Compagnia Bahamut porta in scena venerdì primo febbraio. Mario Perrotta con la collaborazione dello psicanalista e scrittore Massimo Recalcati firma “In nome del padre”, in programma venerdì 8 febbraio: nel corpo di un solo attore tre padri, diversissimi , tutti di fronte a un muro: la sponda del divano che li separa dai rispettivi figli. Scritto da Stefano Massini, “Occident Express – Haifa è nata per star ferma” porta Ottavia Piccolo e l’Orchestra Multietnica di Arezzo diretta da Enrico Fink sul palco del Teatro delle Arti, venerdì 15 febbraio: diario di una fuga da Mosul, sule tracce di una donna anziana e della sua piccola nipotina. E ancora, venerdì 22 febbraio “Piccioni – progetti di sterminio”, spettacolo prodotto da Teatro come differenza in collaborazione con il Servizio di Salute Mentale Adulti di Firenze e Campi Bisenzio. Venerdì primo marzo “Nine Bells” di Valerio Longo ci riporta alla danza: performance dall’opera omonima del compositore Tom Johnson nata dall’incontro tra la coreografa e il percussionista Simone Beneventi. Elvira Frosini e Daniele Timpano venerdì 15 marzo con “Gli sposi. A Romanian tragedy”, storia di Nicolae Ceausescu ed Elena Petrescu, la coppia di potere che ha messo la Romania in ginocchio per oltre vent’anni. Due attori pronti a tutto pur di ottenere la parte. Gaia Nanni e Alessandro Riccio di nuovo insieme con “Audizioni” giovedì 21 e venerdì 22 marzo sempre al Teatro delle Arti. Datato 1853, “Bartleby – una storia di Wall Street” è il racconto di Herman Melville da cui Luca Radaelli e Gabriele Vollaro hanno tratto il loro nuovo spettacolo, in programma venerdì 29 marzo. Chiude venerdì 5 aprile “Antigone” del coreografo Roberto Lori, coproduzione della Compagnia Simona Bucci e Compagnia degli Istanti in collaborazione con Teatro popolare d’Arte.