di e con Filippo Timi
e con Marina Rocco, Elena Lietti, Andrea Soffiantini, Michele Capuano
luci Camilla Piccioni
assistente alla regia Benedetta Frigerio
direttore di scena Alberto Accalai
scene costruite presso il Laboratorio del Teatro Franco Parenti
costumi realizzati presso la Sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni
macchinista Mattia Fontana
elettricista Lorenzo Bernini
fonico Emanuele Martina
sarta Caterina Airoldi
amministratrice di compagnia Beatrice Cazzaro
direttore tecnico Lorenzo Giuggioli
produzione Teatro Franco Parenti e Fondazione Teatro della Toscana
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Questo, di Filippo Timi, sembra un saggio di ricerca teatrale estremamente introspettivo; seppure ben sposato ad una salda tradizione letteraria che spazia da Pasolini sino a Fellini, attraversando eroicamente, in forma dialettale, le gesta dell’amor cortese, si tratta di un lavoro veramente personale che vuole sviscerare il profondo e onirico substrato di paure inconsce ancorate eternamente all’animo umano, fino a trovare una via, un sentiero mistico di redenzione.
Il cavaliere umbro seicentesco sul palco sembra ripercorrere l’espiazione dolorosa di tutti i suoi turbamenti angosciosi, sino ad una resurrezione cristologica, o, se preferite, ad uno spogliarsi francescano di tutti gli orpelli che pesano sulla naturale autenticità della persona.
Una figura picaresca, in un paese delle meraviglie oscuro e angelico, non lontano da quello del romanzo fantastico di Alice nel paese delle meraviglie che raccontava Carroll.
Ne emerge però, in questo caso, una visione sinistra dell’umanità, destinata ad una solitudine ancestrale, che popola di apparizioni effimere il percorso di ciascuno verso la propria individualità.
Ines Arsì