I Modena City Ramblers tornano nei teatri per il tour dedicato al nuovo album Riaccolti, a vent’anni da Raccolti, il loro primo disco live acustico. «Perché siamo tutto quello che abbiamo raccolto, siamo tutto quello che abbiamo riaccolto». Il gruppo che ha fatto la storia del folk italiano si butta in questa nuova avventura restando sempre fedele a sé stesso. Nuovi brani, nuove storie da raccontare, ma la stessa grinta e lo stesso spirito di sempre. Non se ne sono mai andati, non si sono mai rinnegati. Riaccolti dal loro pubblico in un ambiente speciale, li seguiamo ancora una volta in un viaggio tra l’Emilia, l’Irlanda e il Sahara.
Punto di partenza: lo Studio Esagono di Rubiera, crocevia importante della musica italiana, casa di registrazione di tanti lavori dei Modena, a cui dedicano in questo nuovo album la prima traccia, Il posto dell’airone. E da qui, al ritmo più o meno rock, combat folk, irish, ci incamminiamo verso rotte nuove e sentieri già battuti. Siamo alla stazione di Bologna quel 2 agosto 1980. Siamo davanti alle Fonderie riunite di Modena il 9 gennaio 1950, quando 6 operai vengono uccisi durante una manifestazione di protesta. Risaliamo l’Italia con Pasta Nera, per ricordare l’emigrazione dei bambini dal sud al centro-nord Italia. Camminiamo lungo le rive del Danubio blu e del Po e sulle sabbie dorate del Sahara. Dall’Africa seguiamo ancora una volta, sulle dolci note di Ebano, la Perla Nera fino a Palermo e poi a Bologna. Nella «terra confiscata alla brutalità» incontriamo i ragazzi di Libera e contiamo cento passi insieme a Peppino Impastato. E poi risaliamo l’Europa In un giorno di pioggia fino alla verde isola irlandese. Un viaggio nelle sonorità vicine e lontane, nelle storie e per le strade, tra i dialetti e gli odori. Stranieri pazzi, viandanti, partigiani e dolci rivoluzionarie dialogano in un Teatro Puccini che si muove a tempo, batte le mani, rimanendo a stento a sedere fino al liberatorio, immancabile finale con Bella ciao.
La cifra che fa dei Modena City Ramblers un unicum nel panorama italiano è la loro straordinaria capacità di mettere insieme testi di impegno sociale con una musicalità allo stesso tempo colta e popolare. La dimensione teatro, più strutturata dei palchi dove siamo abituati a vederli, permette a questo delicato equilibrio di risaltare a pieno, alle note e alle parole di prendersi il loro spazio e alle storie di arrivare chiare a chi ha voglia di ascoltarle. Raccontate dalla voce di Davide Morandi, le nuove tracce di Riaccolti e i grandi successi del gruppo vibrano nell’aria grazie alla maestria di Franco D’Aniello (flauto, tin whistle), Massimo Ghiacci (chitarra acustica, mandolino), Francesco Moneti (violino acustico, mandolino, bouzuki, chitarra acustica, salterio ad arco), Leonardo Sgavetti (fisarmonica, pianoforte), Gianluca Spirito (chitarra acustica, bouzuki, mandolino, cuatro, chitarra battente, laud, banjo, bodhran), Roberto Zeno (rullante, tamburo, cajon, tamburello, djembe, darabouka e percussioni).
Riaccolti è la fine di un’attesa, il frutto di un cammino lungo anni, «un abbraccio che sa di ritorno».