“Da quello che resta, affiora una storia d’amore e d’avventura sullo sfondo dell’Oriente raffinato e crudele, come veniva rappresentato nei teatri del Settecento europeo”. È con queste parole che Italo Calvino nel 1981 commenta la sua personale ricostruzione del libretto di Zaide, singspiel incompiuto di Mozart, per la prima volta al Teatro dell’Opera di Roma dal 18 ottobre (cinque recite fino al 27) in un nuovo allestimento firmato da Graham Vick e diretto dal Maestro Daniele Gatti.
Realizzato in collaborazione con Circuito Lirico Lombardo (Teatro Sociale di Como/Aslico, Teatro Ponchielli di Cremona, Teatro Fraschini di Pavia e Teatro Grande di Brescia), la neo messinscena del singspiel mozartiano è la terza produzione pensata in chiave anti-covid (dopo Rigoletto e Le quattro stagioni), ulteriore appuntamento di Autunno 2020 al Costanzi che porta la firma di Italo Grassi per le scene e costumi, di Giuseppe Di Iorio per le luci, di Ron Howell per i movimenti mimici.
Scritto nel 1779, Zaide è rimasto incompiuto al secondo atto e anche il libretto firmato da Johann Andreas Schachtner, è andato perduto: tutto quello che di Zaide esiste, sono quindici brani musicali, senza ouverture e senza finale ed è facile capire perché questo singspiel (opera in tedesco con brani cantati e parti parlate) sia stato così poco rappresentato e perché si sia sempre tentato di supplire alle mancanze con l’integrazione di diversi recitativi.
“Non è una ricostruzione, non è un pastiche, – conferma il regista Graham Vick commentando la sua Zaide – è un nuovo pezzo di teatro ristrutturato da Calvino nella sua maniera geniale di cantastorie sui meravigliosi pezzi musicali di un Mozart maturo”.
La storia racconta di due amanti, Zaide, giovane fanciulla preferita del sultano, e Gomatz, schiavo cristiano. La coppia, innamorata e con l’aiuto del ministro Allazim, progetta una fuga che però fallisce: quando vengono scoperti e portati davanti al Sultano Soliman, Zaide lo supplica perché risparmi almeno il suo amato. Ma è a questo punto che la storia si interrompe regalando a Vick la possibilità di un finale aperto.
“Il testo di Calvino – spiega il maestro Daniele Gatti – non cambia la successione delle arie né i sentimenti che esse esprimono: semplicemente li ‘incornicia’ dentro un racconto teatrale che poi si sublima e si coagula nella musica”.
Il racconto cornice ideato da Calvino che cerca di “mettere in valore quello stato d’animo di sospensione che ogni opera incompiuta comunica” che si insinua in alternanza ai pezzi cantati in tedesco, i versi originali di Schachtner, viene affidato infatti a un Narratore e che a Roma sarà Remo Girone, che avanza delle ipotesi sui brani che ha ritrovato creando dei possibili nessi.
Il ruolo di Zaide è affidato a Chen Reiss, Juan Francisco Gatell è lo schiavo cristiano Gomatz, mentre Soliman è interpretato da Paul Nilon. Markus Werba è il ministro Allazim che cerca di aiutare i due amanti, Davide Giangregorio è il capitano della guardia Osmin.
A Raffaele Feo, Luca Cervoni e i due giovani della terza edizione di “Fabbrica” Young Artist Program, Domingo Pellicola e Rodrigo Ortiz, sono affidati i ruoli dei quattro schiavi, rassegnati ormai a esser tali.
Dopo la prima rappresentazione di domenica 18 ottobre (ore 20), Zaide replica anche martedì 20 e giovedì 22 alle 20, sabato 24 alle 18, domenica 25 alle 16.30 e martedì 27 alle 20 mentre venerdì 16 ottobre alle 19 è in programma l’Anteprima Giovani riservata ai minori di 26 anni. Tornano anche le “Lezioni di Opera” di Giovanni Bietti. L’appuntamento di lunedì 12 ottobre, ore 20.00, sarà dedicato ad approfondire il Singspiel postumo e incompiuto. Il programma fa parte del nuovo palinsesto di Roma Capitale Romarama. info: operaroma.it.