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Stabat Mater

Il 5 marzo, ore 18, in diretta su RaiPlay

Foto di Brescia e Amisano

Venerdì 5 marzo alle 18 Rai Cultura trasmette in diretta su RaiPlay e sul sito web del Teatro il ritorno del Maestro Myung-Whun Chung dopo il folgorante concerto beethoveniano dello scorso ottobre con la Filarmonica (in cui si era esibito anche come pianista nel Triplo concerto insieme a Khachatrian e Dindo) proponendo un imponente programma sacro che con lo Stabat Mater di Rossini segna il ritorno in una grande produzione del Coro diretto da Bruno Casoni. Duramente colpito nello scorso inverno dal focolaio di Covid-19 che aveva portato alla cancellazione della nuova produzione di Lucia di Lammermoor prevista per l’inaugurazione di stagione, il Coro è stato nuovamente presente a gennaio nella ripresa di Così fan tutte ma a ranghi ridotti. Ora tornerà a pieno organico occupando i palchi del Teatro mentre l’orchestra e i solisti Rosa Feola, Veronica Simeoni, René Barbera e Alex Esposito troveranno posto, distanziati, in platea.

La diretta del 5 marzo fa parte di una serata dedicata da RaiPlay alla musica sacra: alle 20.30 sarà trasmesso Ein deutsches Requiem di Johannes Brahms con Coro e Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretti da Antonio Pappano con i solisti Chen Reiss e Thomas Tatzl.

Il concerto diretto dal M° Chung sarà inoltre trasmesso da Rai Cultura in differita radiofonica su Radio3 il 29 marzo alle 20.30 e in differita televisiva su Rai5 il 31 marzo alle 21.15.

Il programma si apre con la Sinfonia Hob. 44 “Trauersymphonie” completata da Haydn nel 1772. Con i suoi quattro movimenti in mi e la conclusione in minore è la più celebre del cosiddetto periodo “Sturm und Drang” del compositore e presenta un affascinante equilibrio tra forma classica e turbamenti preromantici.

Lo Stabat Mater di Rossini nasce nel 1831, per la fruizione esclusivamente privata dell’arcidiacono di Madrid; Rossini non l’aveva neanche scritta tutta di suo pugno. Con la morte dell’arcidiacono nel 1837 il lavoro passò a una casa editrice parigina e la vicenda finì in tribunale. Quando Rossini rientrò in possesso del manoscritto, completò i numeri mancanti per firmare una delle pagine sacre più straordinarie dell’Ottocento italiano.

Lo Stabat Mater fu eseguito in prima assoluta al Théâtre Italien di Parigi e subito dopo nella Basilica di San Petronio a Bologna. Titolo ricorrente nei concerti di Chung, era un cavallo di battaglia del suo mentore, Carlo Maria Giulini.

Myung-Whun Chung, il cui debutto al Piermarini risale al 1989 sul podio della Filarmonica e al 1992 in buca per una sensazionale Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Šostakovič, alla Scala ha diretto anche Salome, Madama Butterfly e Idomeneo, Der Freischütz di Carl Maria von Weber e tre titoli verdiani: Simon Boccanegra, Don Carlo e La traviata. In campo sinfonico ha spaziato dalle sinfonie di Beethoven, Čajkovskij e Mahler all’amatissimo Messiaen, ospite regolare e amatissimo al Piermarini (nella stagione Sinfonica e in quella della Filarmonica) e in numerosissime tournée in Europa e in Asia.

Già interprete alla Scala della Gazza ladra e del Don Pasquale diretti da Riccardo Chailly, de L’elisir d’amore diretto da Michele Gamba e de Il turco in Italia diretto da Diego Fasolis, ultimo spettacolo andato in scena nel febbraio 2020 prima dell’emergenza sanitaria, Rosa Feola è tra i più brillanti giovani soprano del nostro tempo. Oltre che con i maestri sopra citati, ha cantato con direttori quali Zubin Mehta, Donato Renzetti, Bruno Campanella, Pinchas Steinberg, Carlo Rizzi, Daniele Rustioni e in diverse occasioni con Riccardo Muti in alcuni momenti fondamentali della sua carriera, da I due Figaro di Mercadante a Salisburgo ai debutti negli Stati Uniti e in Giappone.

Veronica Simeoni, che ha già cantato Stabat Mater alla Scala nell’edizione diretta da Riccardo Chailly nel 2008, ha studiato con Raina Kabaivanska prima di imporsi tra le voci di mezzosoprano più richieste a livello internazionale. Interprete di riferimento nel repertorio belcantistico e nell’opera francese (Damnation a Roma con Gatti/Michieletto), si è recentemente orientata su titoli e personaggi del periodo successivo, da Santuzza a Eboli (ultimamente a Venezia con Chung/Carsen) e Azucena (Macerata, Venezia).

Il temibile re bemolle acuto del “Cujus animam” sarà intonato da René Barbera, già apprezzato alla Scala come Ernesto nel Don Pasquale con Chailly/Livermore, come Alfredo con Chung, e Nemorino con Gamba nel 2019. Dopo la vittoria al concorso Operalia del 2019 Barbera si è imposto tra le voci maschili di riferimento in campo belcantistico, ma non solo: da ricordare oltre alle numerose prove come Duca di Mantova la Messa da Requiem di Verdi con Currentzis.

Alex Esposito ha collaborato con direttori come Claudio Abbado, Antonio Pappano, Myung-Whung Chung (con cui ha aperto la scorsa Stagione del Teatro La Fenice come Filippo II in Don Carlo), Kent Nagano e Daniele Gatti (con cui ha aperto la Stagione 2017/18 dell’Opera di Roma con La damnation de Faust). Alla Scala ha cantato Leporello nel Don Giovanni, parte che ha sostenuto nei maggiori teatri europei e Papageno in Die Zauberflöte, e ha ottenuto plauso unanime come Fernando ne La gazza ladra diretta da Chailly e Selim ne Il turco in Italia diretto da Fasolis. Alex Esposito ha vinto il Premio Abbiati come miglior cantante nel 2006.

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