Il film non realizzato più famoso della storia del cinema, lo definisce Vincenzo Mollica, così riassumendo l’aura mitica che circonda Il viaggio di G. Mastorna di Federico Fellini: vero oggetto di culto per cinefili, questa sceneggiatura mai tramutatasi in pellicola oggi diventa, con libretto e musica composti da Matteo D’Amico e la regia di Valter Malosti, uno speciale appuntamento della Stagione d’Opera 2021/22 del Teatro Alighieri. Nell’ambito della collaborazione con il Teatro Galli di Rimini, dove il debutto della coproduzione è stato salutato da un pubblico entusiasta, la Stagione ravennate fa infatti tappa, eccezionalmente, al Teatro Bonci di Cesena giovedì 4 novembre, alle 21. In questo studio in forma semiscenica Malosti veste anche i panni di un Fellini narratore; in buca l’Orchestra Arcangelo Corelli diretta da Jacopo Rivani. Il baritono Luca Grassi è Giuseppe Mastorna, violoncellista dirottato da una tempesta di neve attraverso bizzarre, oniriche avventure che assumono i connotati di un viaggio nell’Aldilà, in una ridda di personaggi indimenticabili. Summa poetica da cui il regista avrebbe continuato ad attingere per altre pellicole, Il viaggio di G. Mastorna fu scritto fra il 1965 e il 1966 – dopo i travolgenti e premiatissimi successi de I vitelloni, La dolce vita, Otto e mezzo… – con contributi in diverse forme e diversi tempi di Dino Buzzati, Bernardino Zapponi e Brunello Rondi. Punto di partenza della nuova produzione, nata da un’idea di Cinzia Salvioli e Valerio Tura, è la trascrizione di Ermanno Cavazzoni (Quodlibet, 2008).
Per lo spettacolo è disponibile servizio navetta da Ravenna a Cesena e ritorno (info e prenotazioni 0544 249244)
L’appuntamento “in trasferta” è l’occasione per rinnovare l’invito a teatro per il pubblico più giovane, dopo l’entusiasta risposta a Paradiso XXXIII di Elio Germano e Teho Teardo: anche in questo caso ogni under 30 potrà richiedere due biglietti, fino a esaurimento posti disponibili, presso le biglietterie dell’Alighieri e del Bonci o via email includendo copia di documento d’identità (tickets@teatroalighieri.org).
Perché fare di una sceneggiatura per il cinema uno spettacolo di teatro musicale? Se è vero che Fellini non accettò mai la regia di un’opera, il suo legame profondo con la musica è evidente tanto nel sodalizio con Nino Rota quanto nel ruolo che la musica riveste nell’immaginario felliniano. E nel caso de Il viaggio di G. Mastorna il protagonista è proprio un musicista. Il tragitto fantastico che questi intraprende acquisisce attraverso la musica maggiore credibilità, spessore e dinamismo interno. Regista e compositore hanno deciso di mantenere intatti, nonostante le inevitabili omissioni e i necessari rimescolamenti, il linguaggio e le immagini del testo originario, inserendo però sulla scena la figura di Fellini, quale nume tutelare di quest’omaggio o Virgilio incaricato di guidare gli spettatori attraverso le vicende.
“Per Fellini Mastorna è come un relitto di una nave affondata che dagli abissi continua a mandare la sua radioattività – riflette Valter Malosti – e questa affermazione poetica e visionaria mi ha dato l’indicazione per muovermi in questo affascinante oggetto che è la sceneggiatura di Mastorna. Così i protagonisti emergono dal buio fitto, come reperti di un sogno. Come se il pubblico si immergesse nel grande mare che nasconde il famoso relitto-Mastorna e insieme tutte le visioni che Fellini ha sognato per questo film impossibile. Nella drammaturgia che ho costruito insieme al compositore, il medium è proprio lui, Federico, con le meravigliose parole della sceneggiatura che sono anche un racconto in prima persona, in cui il tempo della vita e della morte diventa l’equivalente di un set cinematografico.”
“Le situazioni sempre mutevoli della storia – spiega il compositore Matteo D’Amico – hanno ispirato una musica dinamica, proteiforme, instabile, che avvolge tutto nel suo fluire incessante. I personaggi sono colti e fissati nel loro breve presentarsi, per poi rapidamente dileguarsi. Altrettanto mercuriale è il carattere della scrittura strumentale, che si avvale di un’orchestra da camera di diciotto elementi, sfruttandone appieno sia le capacità d’insieme che le infinite sfaccettature cameristiche e solistiche. La protagonista femminile è la figura della Hostess una sorta di Beatrice di dantesca memoria, che sostiene Mastorna, comparendo sotto spoglie diverse. Tutti gli altri personaggi sono interpretati da un soprano, un mezzosoprano, un tenore e un basso che fungono all’occorrenza da piccolo coro madrigalistico, quartetto di voci per cui ho musicato alcune terzine dell’Inferno dantesco, come specchi poetici dell’azione in scena.”
L’Aldilà che Giuseppe Mastorna, musicista fiorentino all’apice della carriera, si ritrova ad attraversare potrebbe essere un sogno angoscioso…o il risultato del precipitare dell’aereo su cui il protagonista sta viaggiando. È un Aldilà estremamente personale, oltre che profondamente caotico, una farsa che porta in scena le vite non vissute da Mastorna, esistenze alternative consacrate a un’ideologia o alla famiglia, alla gloria o alla soddisfazione carnale. Tutto permeato dall’inconfondibile gusto felliniano per gli accostamenti chiaroscurali fra momenti poetici e grotteschi, figure tragiche e macchiettistiche, lacrime e sorrisi. La Hostess è il soprano Yulia Tkachenko, mentre si alternano nei vari ruoli Vittoria Magnarello, Eleonora Lué, Aslan Halil Ufuk, Ken Watanabe. Sulla scena anche Marco Manchisi, Matteo Baiardi e la danzatrice Barbara Martinini. Davide Amadei firma invece scene e costumi, Cesare Accetta il disegno luci e Sergio Metalli le immagini in video.
La Stagione Opera ritorna all’Alighieri per L’Orfeo di Monteverdi diretto da Pier Luigi Pizzi con Accademia Bizantina guidata da Ottavio Dantone (6 e 7 novembre).
Informazioni e biglietti: 0544 249244 www.teatroalighieri.org
Biglietti Il viaggio di G. Mastorna da 15 (10 ridotto) a 25 Euro (20 ridotto)
Carnet opera: riduzione 15% minimo 3 spettacoli
Riduzioni: abbonati stagione 2019/20 e over 65