In occasione della mostra Monte Verità. Back to nature, realizzata in collaborazione con la Fondazione Monte Verità (Ascona – Canton Ticino), il Museo Novecento presenta una serie di appuntamenti dedicati all’approfondimento della celebre collina dell’utopia, ai suoi fondatori e agli ospiti illustri che videro nei suoi spazi sospesi nel tempo un buen retiro lontano dal dramma delle guerre e anche dallo scontro ideologico fra capitalismo e comunismo che stava attraversando l’Europa.
Saranno protagonisti dei prossimi incontri Simona Martinoli, Direttrice della Fondazione Marguerite Arp a Locarno, Una Szeemann, artista e figlia del grande curatore Harald Szeemann e Mario Martone, celebre regista autore della pellicola Capri-Revolution vincitrice di due David di Donatello.
Il primo appuntamento è fissato per mercoledì 16 febbraio alle ore 18:00 in Sala Cinema, Museo Novecento. Simona Martinoli, Direttrice della Fondazione Marguerite Arp a Locarno e docente all’Università della Svizzera italiana, dedicherà il suo intervento alla figura di Sophie Taeuber-Arp, la celebre artista moglie di Jean/Hans Arp che fu danzatrice con Rudolf von Laban al Monte Verità. Pioniera dell’astrazione, Sophie Taeuber-Arp (1889-1943) ha realizzato opere profondamente innovative in molte discipline. All’artista svizzera è dedicata la grande restrospettiva attualmente in corso al MoMA di New York e che ha fatto tappa al Kunstmuseum Basel e alla Tate Modern a Londra, segnando la riscoperta a livello internazionale di questa figura centrale delle avanguardie del XX secolo.
La recente pubblicazione di due edizioni di lettere dell’artista, oltre a costituire una preziosa fonte sulla sua vita, ne corregge l’immagine di donna timida e silenziosa, vissuta nell’ombra del celebre marito Jean/Hans Arp. Una è costituita dai tre volumi di lettere indirizzate soprattutto alla sorella (edizione in tedesco a cura di Walburga Krupp e Medea Hoch), l’altra è quella che sarà presentata in occasione dell’evento del 16 febbraio e si intitola Lettere di Sophie Taeuber-Arp a Annie e Oskar Müller-Widmann. Il volume pubblicato dalla Fondazione Marguerite Arp di Locarno con le edizioni Casagrande raccoglie – per la prima volta in italiano – lettere e cartoline scritte da Taeuber-Arp ai suoi primi e più importanti collezionisti, i coniugi Müller-Widmann di Basilea. Il pregio dei carteggi è quello di dare molteplici informazioni entrando direttamente nella vita di chi scrive, ma anche di chi nelle lettere compare, ripercorrendo l’iter creativo di un’artista universale e transdisciplinare, le cui opere spaziano dalle arti applicate alla pittura, dalla scultura alla danza, all’architettura e al design.
Mercoledì 2 marzo alle ore 18:00 Una Szeemann ripercorrerà il rapporto tra suo padre, lo storico dell’arte e curatore svizzero Harald Szeemann e la celebre collina dell’utopia nata sulle prealpi locarnesi. Anomalie Quotidiane è il titolo dell’intervento che traccia un percorso biografico di Harald Szeemann sviluppato dalla prospettiva soggettiva di una figlia. Attraverso un’introspezione sugli esordi cabarettistici di Harald Szeemann con il suo “Einmanntheater” fino allo sviluppo del “Museo delle Ossessioni” e alla “Agentur für Geistige Gastarbeit”, verranno ricostruiti i processi di riflessione che hanno portato alla gestazione di alcune tra le mostre più celebri del Novecento: “When Attitudes Become Form” (1969), Documenta 5 “Befragung der Realität – Bildwelten heute” (1972), “Grossvater: ein Pionier wie wir” (1974), “Le macchini celibi” (1975), “Monte Verità. Le mammelle delle Verità” (1978). Punto focale, la stretta collaborazione con artiste ed artisti con cui Szeemann ha collaborato e mantenuto uno stretto contatto, attraverso il suo archivio nella “fabbrica rosa” a Maggia ed il suo centro di vita nella svizzera italiana, luogo da lui sempre amato. Verranno ripercorsi i racconti, le vicende vissute, il legame familiare ed amicale, le anomalie quotidiane che hanno contribuito ad alimentare questa testimonianza così fitta di costellazioni.
Venerdì 8 aprile alle ore 21:00 il Cinema Spazio Alfieri ospiterà l’incontro con il regista Mario Martone al termine del quale seguirà la proiezione del film Capri-Revolution, la pellicola del 2018 vincitrice di due David di Donatello liberamente tratta da una vicenda realmente esistita: quella della comune che il pittore, naturista ed utopista tedesco Karl Wilhelm Diefenbach diede vita a Capri agli inizi del Novecento. Ad ispirare l’esperimento politico e sociale di Diefenbach sull’isola fu proprio il modello di Monte Verità ad Ascona. Alimentazione vegana, elioterapia e nudismo, ginnastica, danza e meditazione furono le pratiche quotidiane di una comunità che testimoniano un interesse diffuso ancora oggi verso gli episodi radicali delle esperienze anarchiche come utopia sociale, sogno pacifista e libertario reso possibile da una “riforma della vita” che parte proprio dalla rigenerazione del corpo e dello spirito in un luogo, come dirà Ise Gropius, «dove la nostra fronte sfiora il cielo».
La mostra Monte Verità. Back to nature, a cura del direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti, con Nicoletta Mongini e Chiara Gatti e organizzata da MUS.E, ripercorre l’esperienza centenaria di Monte Verità che intreccia destini di intellettuali e maestri del Novecento. Dall’anarchico Bakunin al coreografo ungherese Rudolf von Laban, dal teorico anarco-comunista Pëtr Kropotkin al dadaista Hugo Ball, dalla danzatrice Isadora Duncan al grande scrittore Hermann Hesse; e, ancora, dall’architetto del Bauhaus Walter Gropius agli artisti Hans Arp e Paul Klee, da Carl Gustav Jung fino al curatore Harald Szeemann che, affascinato dalla storia del luogo, gli dedicò nel 1978 una mostra itinerante in Europa dal titolo emblematico “Monte Verità. Le mammelle della verità”. Fino al 10 aprile 2022 al Museo Novecento.