Venerdì 11 marzo
a Pordenone, all’Auditorium Concordia ore 20.45, ci sarà l’evento di punta del mese di marzo della XVIII edizione del festival “La scena delle donne” organizzato dalla Compagnia di Arti e Mestieri e diretto da Bruna Braidotti, ripartito in occasione della Giornata Internazionale della Donna e quest’anno dedicato alle“connessioni generazionali”.
Arriva la pluripremiata autrice, interprete e regista Marta Cuscunà con “Sorry, boys”, in scena a Pordenone all’Auditorium Concordia (ore 20.45). L’imperdibile spettacolo s’ispira a un fatto di cronaca del 2008: in una scuola superiore di Gloucester, 18 ragazze rimangono incinte contemporaneamente. Alcune delle ragazze avrebbero pianificato insieme la loro gravidanza per allevare i bambini in una specie di comune femminile, generando loro malgrado uno scandalo che imbarazza tutta la comunità.
I protagonisti vengono interpretati da teste mozze appese e disposte in due schiere: da una parte gli adulti, i genitori, il preside, l’infermiera della scuola; dall’altra i giovani maschi, i padri adolescenti. Sono tutti appesi come trofei di caccia, tutti inchiodati con le spalle al muro da una vicenda che li ha trovati impreparati. Cuscunà si muove leggera dietro la struttura metallica che regge le teste, manovrando il meccanismo che regola il movimento facciale e producendo dodici voci dialoganti, ciascuna con la propria identità vocale ed emotiva.
«Giornalisti da ogni dove – spiega Marta Cuscunà – invasero la cittadina di Gloucester nel tentativo di trovare una spiegazione per un patto così sconvolgente. Ma rimasero a mani vuote perché l’intera comunità, turbata dal fatto che la vita sessuale delle proprie figlie fosse diventata il pettegolezzo dei talk show di mezzo mondo, si chiude nel silenzio più assoluto. “The Gloucester 18” è un documentario in cui si dà voce ad alcune di quelle ragazze, lontano dai riflettori dello scandalo. E una di loro confessa di aver voluto creare un piccolo mondo nuovo e una nuova famiglia tutta sua, dopo aver assistito a un terribile femminicidio.
Questa scoperta è stata per me come un campanello d’allarme. […] Ho continuato a cercare notizie su Gloucester per capire in che contesto sociale aveva potuto mettere radici l’idea di un patto così sconvolgente. Così ho trovato un altro documentario, “Breaking our silence”, in cui il capo della polizia di Gloucester rivela come non passasse letteralmente giorno senza che il suo dipartimento ricevesse una segnalazione di violenza maschile in famiglia. […] In una cittadina di 30.000 abitanti. Ma quello che è davvero interessante è che il documentario racconta di come questa situazione avesse spinto 500 uomini a organizzare una marcia nelle strade della cittadina per sensibilizzare la comunità al problema. Uomini contro la violenza, così si sono autodefiniti. […] L’idea che sta alla base di “Sorry, boys” è che a Gloucester, la contestualità tra il patto delle 18 ragazze e la marcia degli uomini, non sia stata solo una coincidenza…».
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