dal 14 al 19 novembre 2023
I MONOLOGHI DELL’ATOMICA
da “Preghiera per Cernobyl” di Svetlana Aleksievich
e “Racconti dell’atomica” di Kyoko Hayashi
Uno spettacolo di e con Elena Arvigo
(Premio le Maschere del teatro italiano come miglior interprete di monologo 2023)
regia Elena Arvigo
con Elena Arvigo
e con la partecipazione di Monica Santoro
aiuto regia Virginia Franchi
assistenti alla regia: Francesco Biagetti, Tullia Attinà
luci Luigi Chiaromonte
produzione Teatro Out Off e SantaRita Jack Teatro (Compagnia Elena Arvigo)
“La possibilità dell’apocalisse è opera nostra. Ma noi non sappiamo quello che facciamo”.
Günther Anders Elena Arvigo, recentemente insignita dal premio nazionale “Le maschere del teatro italiano 2023” come miglior interprete di monologo, torna al Teatro Out Off di Milano, con lo spettacolo che le è valso il premio:
I Monologhi dell’Atomica, un viaggio da “Preghiera per Cernobyl” di Svetlana Aleksievich (premio Nobel per la letteratura 2015) a “Racconti dell’Atomica” di Kyoko Hayashi.
Elena Arvigo, attrice sensibile e intensa, attenta indagatrice dell’animo femminile porta al centro le donne come testimoni di episodi tragici legati alla guerra e alla criminalità delle scelte umane. I due fatti all’origine dello spettacolo: Cernobyl e Hiroshima. In occasione di queste repliche milanesi lo spettacolo, che ha debuttato nel 2016 in forma di assolo con, ad oggi, circa 250 repliche, ritrova la sua vocazione corale in questo nuovo allestimento portando nello spazio scenico Monica Santoro, diplomata all’Accademia d’Arte
Drammatica di San Pietroburgo, che tradurrà in consecutivo alcuni brani e canzoni in lingua russa.
Il 26 Aprile 1986 scoppia la centrale nucleare di Cernobyl , il 9 Agosto 1945 viene lanciata una bomba atomica su Nagasaki per accelerare la resa del Giappone : due capitoli oscuri ,due eventi che hanno segnato le coscienze e che qui vengono rievocati dalla Aleksievich attraverso alcune testimonianze/voci tra le quali quella di Ljudmila Ignatenko, moglie di un vigile del fuoco e da Kyoko Hayashi , una scrittrice ma soprattutto una hibakusha, così si chiamano in Giappone i sopravvissuti alla bomba atomica. La ricostruzione in entrambi i racconti non è degli avvenimenti, ma dei sentimenti attraverso lo sguardo di queste donne, testimoni e scrittrici, in un’ideale staffetta per coltivare la necessità della memoria. Il
racconto di queste voci si concentra sulla dimensione umana della tragedia, sui sentimenti dei sopravvissuti, sulla storia profonda, individuale di chi quegli avvenimenti li ha vissuti sulla propria pelle. Al centro dello spettacolo dunque ci sono le persone. La Grande Storia è raccontata attraverso le piccole storie delle persone che l’hanno subita, le loro emozioni, i loro sentimenti, i loro drammi. Vite interrotte di uomini, donne e bambini, drasticamente mutate, quotidianità stravolta e distrutta. Nelle note dello spettacolo scrive Elena Arvigo: “Quello che spero di riuscire a restituire con questo spettacolo è la tragica fatalità di queste umanissime storie. Avvicinare ciò che sembra distante nel tempo e nello spazio per sentire un senso di responsabilità per il futuro. “
Scrive Svetlana Aleksievich nell’introduzione: “Più di una volta ho avuto l'impressione che in realtà io non stessi parlando del passato ma che stessi annotando il nostro futuro. “
Il filosofo tedesco Günther Anders con la sua filosofia della discrepanza (Diskrepanzphilosophie) cercò di descrivere la divergenza tra ciò che è diventato tecnicamente possibile (come la distruzione del mondo con le bombe atomiche) e ciò che la mente umana è in grado di immaginare, diventando così un grande esponente del movimento anti-nucleare. Un traguardo dell’antropologia filosofica fu quello di notare come la differenza tra l’uomo e l’animale si ascriva nelle terrificanti capacità esclusive dell’uomo: l’uomo è l’unico animale in grado di distruggere la Terra.
I Monologhi dell’Atomica fa parte di un progetto sulle donne e la guerra dal significativo titolo “Le Imperdonabili”. Un progetto iniziato da Elena Arvigo nel 2013 su figure di donne legate dal filo rosso della guerra, imperdonabili perché testimoni scomode della realtà che le circonda. Donne che scelgono di non tacere e resistere. L’atto giornalistico di testimonianza e l’atto poetico diventano così simbolo e testimonianza di una resistenza, prima di tutto, del pensiero. Degli spettacoli nati nell'ambito di tale progetto fanno parte : «Donna non rieducabile» di Stefano Massini, memorandum immaginario ispirato ai reportage di Anna Politkovskaja, nota per il suo impegno sul fronte dei diritti umani , i “Diari della Guerra” dal “Il Dolore “ e dai “Quaderni della Guerra” di Marguerite Duras : due testi di straziante intimità al confine tra la poesia e la memoria in cui la Duras racconta la guerra e l’attesa delle donne e “La Metafisica della Bellezza, lettere dalle case chiuse “ in cui si è cercato di mettere a fuoco la storia reale delle ragazze delle “case chiuse”
abolite nel 1958 grazie all’impegno e alla tenacia proprio di Lina Merlin, prima donna ad essere eletta in Senato.
Così scriveva Elena Arvigo al debutto nel 2016: “Ho aggiunto la Aleksievich alla lista di “Imperdonabili “, testimoni scomode e necessarie di questo nostro tempo a cui sto dedicando in questi anni il mio lavoro.
L’anno scorso ho lavorato su Anna Politkovskaja con “Donna non rieducabile” di S. Massini e in qualche modo questo lavoro, questo mio viaggio continua con lo studio di “Preghiera per Cernobyl” e i’I Racconti dell’atomicaì Quello che spero di portare in scena è proprio questo viaggio che sto facendo, È un percorso solo all'inizio e nei miei sogni mi piacerebbe condividere questa " storia ‘ con altre attrici. Renderlo
davvero “Voci di Cernobyl e Nagasakiì Al termine di ogni replica dopo una breve pausa di 10 minuti – Elena Arvigo e Monica Santoro lèggeranno al pubblico rimasto in sala – il testo “Ecco la guerra! Milano sotto le bombe” di Roberto Traverso (scritto nel 2014) – in cui una donna testimone si fa portavoce di ciò’ che avvenne a Gorla il 20 Ottobre 1944. Si è deciso di leggere questo testo per ricordarci che tutte le guerre sono sempre la stessa guerra. “La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell’ultima
C’erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera genteFaceva la fame. Fra i vincitori Faceva la fame la povera gente egualmente.” (Bertold Brecht)
Facebook: https://www.facebook.com/monologhidellatomica
Instagram https://instagram.com/monologhi_dell_atomica_?r=nametag
Canale Telegram : https://t.me/+8h73RQ1NWNAzNDlk