Ricca di appuntamenti la settimana dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che propone il ritorno di Arcadi Volodos (mercoledì 10 gennaio ore 20.30, Sala Sinopoli) e di Myung-Whun Chung (giovedì 11 gennaio ore 19.30, venerdì 12 gennaio ore 20.30, sabato 13 gennaio ore 18, Sala Santa Cecilia).
Torna a Santa Cecilia Arcadi Volodos, «un poeta della tastiera senza pari», come è stato definito dal quotidiano inglese “The Indipendent”. Tra i più amati della scena mondiale, il pianista russo nato a San Pietroburgo nel 1972, mercoledì 10 gennaio alle ore 20.30 si esibirà in Sala Sinopoli (Auditorium Parco della Musica), con musiche di Skrjabin e Schubert.
Volodos, fascinoso nel tocco e attento alla ricerca del proprio repertorio, è un virtuoso con una strabiliante padronanza dello strumento che nasconde l’abilità tecnica nella varietà e nella bellezza dei colori e delle sfumature. Ospite delle maggiori orchestre e delle sale più celebri, autore di numerose incisioni discografiche, Volodos ha vinto numerosi premi e riconoscimenti della critica (Gramophone Award, Classical Award, Diapason d’Or) e ama esibirsi in recital, da sempre al centro della sua vita artistica: “Preferisco suonare in recital […], tutto dipende da me, ho una libertà totale, non dipendo dallo stato d’animo dei musicisti e dalla volontà del direttore d’orchestra. Inoltre in un concerto ho due tempi, invece dei soliti 30-40 minuti dei concerti per orchestra e pianoforte”.
La prima parte del concerto sarà dedicata al visionario ed eccentrico compositore russo Aleksandr Skrjabin (1872-1915), noto soprattutto per le sue composizioni per orchestra come il Poema dell’estasi e Prometeo, ma che vanta anche un ricchissimo catalogo di brani dedicati al pianoforte. Volodos eseguirà alcuni Preludi e Poemi e la Sonata n. 10 scritta nel 1913 e detta “degli insetti”. In una conversazione con l’amico Sabaneev, musicologo e compositore, spiegò il perché di quella definizione: “Gli insetti sono nati dal sole che li nutre. Sono i baci del sole, come la mia Decima Sonata, che è una sonata di insetti”. Dopo l’intervallo, il pianista russo eseguirà la Sonata D 845 di Franz Schubert, composta nel 1825 e appartenente alla piena maturità dell’artista austriaco. Concepita in quattro movimenti, il primo ha il carattere di ballata, il secondo di cantabile, un’inquietudine impetuosa pervade il terzo e una passione prorompente il quarto e ultimo movimento. Biglietti da € 18 a € 38 euro.
Giovedì 11 gennaio ore 19.30 (repliche venerdì 12 gennaio ore 20.30 e sabato 13 gennaio ore 18, Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone) torna a Santa Cecilia uno dei direttori più amati dal pubblico romano, Myung-Whun Chung, già Direttore Principale dell’Orchestra ceciliana dal 1997 e dal 2005, e da allora ospite abituale della Fondazione. Chung, nato in Corea del Sud nel 1953, è Direttore Ospite Principale della Staatskapelle di Dresda e Direttore Onorario dell’Orchestre Philharmonique de Radio France e nel 2015 l’Associazione della critica musicale italiana gli ha assegnato il Premio Abbiati per l’opera Simon Boccanegra di Verdi alla Fenice di Venezia e per l’attività sinfonica con l’Accademia di Santa Cecilia e con l’Orchestra Filarmonica della Scala.
Apre la serata la Sinfonia n. 6 “Pastorale” di Beethoven, definita da Berlioz uno “stupefacente paesaggio [che] sembra composto da Poussin e disegnato da Michelangelo” e forse la più enigmatica tra le sinfonie beethoveniane, suddivisa in cinque movimenti, ciascuno con un’indicazione programmatica. La sinfonia, eseguita per la prima volta nel dicembre del 1808 a Vienna, è anche la testimonianza del grande amore che il compositore nutriva per la natura, di cui troviamo molte tracce nella sua corrispondenza, come per esempio in una lettera inviata ad una sua amica nel 1810: “Quanto è fortunata Lei che ha potuto trasferirsi così presto in campagna. Io non potrò avere questa gioia fino al giorno 8, ma già me ne rallegro come un bambino solo a pensarci. Che bellezza potermene andare finalmente in giro fra siepi e boschi, fra alberi, erbe, rocce. Nessuno può amare la campagna quanto io l’amo – boschi, alberi, rocce rimandano l’eco che l’uomo desidera udire”. Nella seconda parte del concerto, Chung dirigerà uno dei massimi capolavori del Novecento, La sagra della primavera, il terzo balletto scritto da Igor Stravinskij per i Ballets Russes di Diaghilev e che descrive, come scrisse lo stesso autore, “Lo spettacolo di un grande rito sacro: i vecchi saggi, seduti in cerchio, che osservano la danza fino alla morte di una giovinetta che essi sacrificano per rendersi propizio il dio della primavera”. La première ebbe luogo nel 1913 a Parigi, tra l’altro alla presenza di Alfredo Casella, Ravel e Saint-Saëns, e fu uno dei più grandi scandali musicali di sempre, di cui riferì lo stesso Casella: “La rappresentazione ebbe principio in un religioso silenzio, davanti al pubblico inverosimilmente eterogeneo, elegante, intellettuale, raffinato, cosmopolita […]. A metà del preludio, scoppiò la tempesta, sotto forma di urli, fischi e schiamazzi di ogni genere. Quando si aperse la scena, la coreografia di Nijinski, anziché attenuare la bufera, la aggravò ancora”. Al termine della rappresentazione Diaghilev commentò: “Esattamente quello che volevo”. Biglietti da € 19 a € 52.
Riprende anche Preludio Un invito al concerto (venerdì 12 gennaio ore 19), Auditorium Parco della Musica, Spazio Risonanze, una serie di otto appuntamenti con giornalisti e musicologi per approfondire i brani del programma sinfonico eseguito dall’Orchestra e dal Coro dell’Accademia. Un appuntamento imperdibile per avvicinarsi alla musica con un gusto nuovo e per scoprire la storia e il contesto in cui i grandi capolavori hanno visto la luce.
Venerdì 12 gennaio alle ore 19 (Auditorium Parco della Musica, Spazio Risonanze) sarà Carlo Maria Cella a introdurre il concerto diretto da Chung.
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Biglietti Intero € 8; Abbonati e giovani € 5. Info e dettagli su www.santacecilia.it.