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Novecento di Alessandro Baricco

“Suonavamo perché l’Oceano è grande, e fa paura, suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov’era e chi era. Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio. E suonavamo il regtime, perché è la musica su cui Dio balla quando nessuno lo vede”.

Non si è completamente fregati finché si ha una buona storia da raccontare…”

E Novecento è sicuramente una buona storia da condividere, forse una delle migliori.

La storia, incredibile, fantastica, quasi irreale di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, un pianista, anzi il più grande pianista del mondo, nato su una nave e lì vissuto per tutta la vita, senza mai scendere.

L’uomo che sapeva suonare una musica… indefinibile, soprattutto quando suonava in terza classe, per chi non se la poteva permettere.

La dimensione è quella del ricordo, denso, intenso, come quello delle grandi storie che parlano di un tempo andato, quelle che riempiono le ore lunghe, magari ascoltate dalla rauca voce di un marinaio in una bettola in un porto, tra incanto e incredulità, tra verità e allucinazione.

Il tempo della storia sono i meravigliosi Anni Venti, a cavallo tra le due guerre, l’età del jazz, quando ogni cosa sembrava muoversi seguendo quel ritmo irresistibile.

Il ritmo è quello gradevolmente denso, di quando le parole e la musica si incontrano in accordo e si scambiano i ruoli, le parole diventano musica e le note racconto indispensabile, fino a comporre una partitura originale, unica.

Il luogo, è una nave, il Virginian, dal nome che sa di lontano, che fa la spola dall’Europa alla sognata America e che racchiude in sé tutte le storie del mondo.

Per tutto questo Novecento non è un monologo, ma un incarnato di perfezione, una favola struggente e bellissima da raccontare con la stessa malinconica voluttà che lui usava quando accarezzava le curve di un ragtime.

Con capacità da acrobata e intensità poetica, quelle caratteristiche a cui ci ha abituati con i suoi personaggi e le sue indimenticabili interpretazioni, Corrado d’Elia racconta Novecento, con la leggerezza di un sogno, suonando con magia una partitura di fini emozioni.

Diretto e interpretato da Corrado d’ Elia e la Compagnia teatri Possibili.

Giovedì 22 e venerdì 23 Marzo 2012, ore 21, presso il Teatro Monterosa di Torino.

INFORMAZIONI: tutti i dettagliati degli spettacoli inseriti nella Rassegna “LUCI SULLA RIBALTA” sono visibili sul  sito www.teatromonterosa.it  Per informazioni chiamare il numero 011/23.04.153 con il seguente orario: dal Martedì al Venerdì ore 10-12 e 17-19 e il Sabato dalle 17 alle 19.

 

 

BIGLIETTERIA:

Intero:             20 Euro

Ridotto:           15 Euro

 

 

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