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Pintscher-Blacher a Santa Cecilia, Roma

fotoRavel, Stravinskij, Pintscher: per il nuovo appuntamento della stagione sinfonica, a Santa Cecilia va in scena un programma interamente dedicato al Novecento musicale. Al debutto sul prestigioso podio romano, il giovane (classe 1971), richiestissimo Matthias Pintscher, decisamente molto autorevole nel dosare con energia e sicurezza le sfumature del programma, complice anche l’Orchestra di Santa Cecilia, di ritorno da una recente tournée europea. L’eleganza della suite di Ma Mère l’Oye (cinque pezzi infantili) di Ravel apre un programma alquanto eterogeneo: qui Pintscher illumina con tocco leggero l’Orchestra nella vivacità espressiva in cinque celebri fiabe, dalla lentezza delicata della Pavana (di rinascimentale memoria) della Bella addormentata del bosco di Perrault, alla suspense di Pollicino, fino all’Imperatrice delle Pagode colorata della vivacità pentatonica di un mondo lontano e colorato, alla contrapposizione sonora giocata nella Bella e la Bestia fino alla gravità del Giardino fatato. Un piccolo gioiellino che lascia poi spazio al primo Stravinskij della serata, il Concerto in re per violino e Orchestra.

E qui s’impone non solo l’integerrima qualità dell’Orchestra, ma soprattutto il virtuosismo, mai sfacciato, del fuoriclasse (anche lui tedesco) Kolja Blacher con lo Stradivari Tritton del 1730: fra guizzi e umori di ogni genere, il violino mantiene un dialogo concitato e serrato con i fiati, viaggia fra la drammaticità, l’ironia e la brillantezza del Capriccio finale, fra gli applausi del pubblico.

Doppio debutto di Pintscher non solo come direttore, ma anche come compositore di Towards Osiris (del 2006): uno studio per orchestra in prima esecuzione italiana ispirata alla violenta cosmogonia egiziana sulla leggenda di Osiris e Isis, fratelli gemelli e amanti. Il fratello Seth, invidioso, uccise Osiris, spargendo per la valle del Nilo i pezzi del suo corpo smembrato, ma Isis ricompose i pezzi donando a Osiris nuova vita…

Ecco Towards Osiris (uno studio per Orchestra di sette minuti, che Pintscher stia lavorando a un altro corpus?) rappresenta con estrema veemenza la forza e la violenza fratricida di Seth, ne ripropone la crudeltà inusitata della frammentazione (la presenza dirompente della tromba), per approdare a una ricomposizione attraverso le percussioni con crescente senso drammatico. E nell’anno in cui ricorre il centenario della “prima” della Sagra della Primavera di Stravinskij, il programma chiude con la fortunatissima Suite da concerto (del 1945 da cui Balanchine montò una nuova versione del balletto per il New York City Ballet nel 1949) de L’uccello di fuoco: e qui, nella fiaba russa della lotta fra il Bene (lo zarevic Ivan) e il Male (il mago Katschej), Pintscher si dimostra autorevolissimo direttore dando il meglio di sé e dell’eccellente Orchestra in un tripudio di colori fra spettacolarità, ritmi fiammeggianti e intensamente frenetici in un crescendo maestoso e folgorante. Un bel successo per il debutto di Pintscher sancito dagli applausi fragorosi del pubblico. Ultima replica questa sera (23 aprile) alle ore 19.30.

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