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In pieno nel mondo. Per Palma Bucarelli

fotodi Lorenzo Cantatore, Marilù Prati, Edoardo Sassi

con Marilù Prati

tratto dal libro di Lorenzo Cantatore e Edoardo Sassi “Palma Bucarelli. Immagini di una vita” Palombi Editori, Roma 2011

dramaturg Francesco Suriano

regia Fabio Massimo Iaquone

ideazione e realizzazione video Fabio Massimo Iaquone Luca Attilii

interventi sonori e musicali Fabio Massimo Iaquone Luca Attilii

coordinamento artistico Angelo Bucarelli

costumi Roma – Accademia di Costume e di Moda

scenografia Erminia Palmieri

durata dello spettacolo 60’

Lo spettacolo In pieno nel mondo. Per Palma Bucarelli vuole ripercorrere in un flusso di parole e di immagini, le tappe fondamentali della lunga ed intensa esistenza di Palma Bucarelli, direttrice della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma dal 1940 al 1975, come. Prima donna direttore di un museo pubblico italiano, con una solida formazione da storica dell’arte, la Bucarelli è stata anche un simbolo di cultura, eleganza, bellezza e mondanità, occupando un ruolo di spicco nel gotha dell’intellighenzia romana (dai Bellonci a Bontempelli, dai Cecchi a Brancati, da Barzini ad Argan, da Venturi a Savinio, dalla Morante a Moravia ecc.). Di poche donne della sua generazione si è tanto parlato, polemizzando soprattutto sulle sue scelte culturali e sulla sua vita privata. Famosa la sua battaglia a favore dell’astrattismo che le costò numerose accuse da parte dell’opinione pubblica più retriva e di molti politici italiani (democristiani, liberali e comunisti,) che si accanirono contro di lei attraverso interrogazioni parlamentari che mettevano in discussione gli acquisti da lei stabiliti per il “suo” Museo. Palma seppe coraggiosamente difendere il patrimonio artistico a lei affidato già negli anni terribili della seconda guerra mondiale (1940-44) quando, sfidando l’esercito nazista occupante, riuscì a salvare, insieme a un drappello di valorosi colleghi, numerose opere d’arte minacciate dai bombardamenti e dalle razzie tedesche. Altrettanto trasgressive per l’epoca le sue scelte di vita che la videro lontana dall’orizzonte matrimoniale allora programmato per tutte le fanciulle di buona famiglia. Lei no. Palma decise di mettere al primo posto le sue passioni intellettuali e lavorative, decise di scalare la dirigenza della pubblica amministrazione con una tenacia che fino ad allora era stata appannaggio degli uomini. Tutto ciò senza privarsi di una serie di appassionati legami sentimentali e intellettuali che segnarono profondamente la sua esistenza (il celebre giornalista Paolo Monelli, suo compagno di una vita, lo storico dell’arte Giulio Carlo Argan, il medico Cesare Frugoni). Amante della vita in tutte le sue espressioni, dallo sport ai viaggi, dal cibo al buon vino, Palma fu protagonista indiscussa della mondanità intellettuale e artistica che allora aveva come punti di riferimento Cortina e Capri.

Lo spettacolo prende le mosse dal famoso processo subito da Palma Bucarelli per aver esposto il Grande sacco di Alberto Burri e la Merda d’artista di Piero Manzoni. Difendendosi con ironia tagliente dalle accuse, la Bucarelli (Marilù Prati) ripercorre le tappe più importanti della sua storia, a partire dalla nascita fra le rovine del terremoto di Messina (1908). Attraverso lettere, ricordi, interviste, in un continuo flusso di immagini originali ispirate al personaggio e all’ambiente artistico-intellettuale romano che lo circondava, si ripercorrono alcune tappe fondamentali della sua vita che si intrecciano con le vicende della storia italiana del Novecento: dal Fascismo alla guerra, dalla Liberazione alla ricostruzione, all’esplosione dei linguaggi artistici degli anni Cinquanta Sessanta fino al Sessantotto e agli anna Settanta.

Lorenzo Cantatore Marilù Prati Edoardo Sassi

Note di regia

All’inizio la figura di Palma Bucarelli mi appariva lieve come qualcosa che comincia, come una piccola brezza che via via si è trasformata in un vortice che mi ha portato dentro. Quello che conoscevo di lei è andato piacevolmente aumentando scoprendo meglio la sua personalità, la sua intelligenza acuta, il suo potere di sogno, la sua visione originalissima per il suo tempo come lo sarebbe ancora oggi. Man mano che procedevo nella lettura del testo prendeva forma un’idea emotiva prima ancora che registica. Una visione impalpabile, fluida come l’inchiostro che mi è servita per tracciarlo e rappresentarlo. Palma è un sogno, uno dei possibili sogni di donna, ora certamente quello di Marilù Prati. E’ emozionante vedere come lei lo stia assumendo. La sua figura. Gli occhi che brillano. Il testo. Marilù/Palma elegante fra atmosfere supportate da suoni, immagini e tecnologia. Ho voluto condividere questo piacere con i miei collaboratori più cari. Luca Attilii per i video e gli interventi sonori ed Erminia Palmieri per le scene. I costumi meritano una nota particolare. Sono delle opere realizzate dagli allievi dell’Accademia di moda e costume sulla base di studi, ricostruzioni e invenzioni non meno preziose di quelle che ancora oggi distinguono gli abiti originali che Palma indossava. In questo spettacolo c’è Poesia come in alcuni brani della sua corrispondenza privata, come in alcune delle sue foto, come dai suoi ritratti fatti da grandi artisti e infine dalle opere che l’hanno circondata. Tutto quello che lei ha vissuto era la realtà o non era la realtà. Era semplicemente vita. La sua vita. Posso solo aggiungere, riflettendo, che la sua figura mi ha riconfermato che nella vasta colonia del nostro essere, nella folla delle personalità c’è qualcuno che si muove in maniera diversa, qualcuno che è originale, qualcuno forte che è un piacere sapere che sia esistito e che continui a esistere perché questa forza non si spenga mai.

Fabio Massimo Iaquone

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